Durante l’ultima PLAY, abbiamo avuto modo di mettere le mani su Battles of Napoleon, uno dei titoli più attesi dell’anno. O sarebbe meglio dire degli ultimi anni, visto che già da parecchio tempo i forum e i siti specialistici danno notizia dell’evoluzione di questo wargame napoleonico “leggero”, del quale si prevede – e questa volta, la previsione si avvererà! – l’uscita per fine aprile-inizio maggio. Iniziamo subito con una precisazione: Battles of Napoleon non vuole essere né un gioco semplicistico che ci dia solo un “assaggio” delle tattiche napoleoniche, né un titolo ad elevata complessità del quale francamente non se ne sente poi tanto il bisogno visto l’iperaffollamento di questa fetta di mercato. Il titolo di NG International (che negli Stati Uniti sarà distribuito dalla prestigiosa Fantasy Flight Games) vuole invece piazzarsi nel mezzo, fornendo una simulazione sufficientemente plausibile ma non eccessivamente dettagliata di uno dei periodi storici più frequentati dai wargamers di tutto il mondo. Abbiamo quindi davanti a noi una simulazione di scontri in cui i giocatori sono generalmente dei comandanti di brigata (lo schieramento tipico prevede due o tre demi-brigades o reggimenti, qualche squadrone di cavalleria e una batteria di artiglieria) e che si basa su una serie di scenari ben definiti. Le battaglie incluse in questo set base vedono contrapposte forze francesi e anglo-alleate, andando dalla battaglia di Maida (16 luglio 1806) agli scontri dei Cento Giorni sfociati nell’epica battaglia di Waterloo… non dimenticando naturalmente le battaglie della Guerra di Spagna, forse poco conosciute da noi ma ben note ai giocatori anglosassoni e di grande importanza strategica per l’esito finale delle Guerre Napoleoniche. Il colpo d’occhio offerto dai due schieramenti che si fronteggiano è davvero notevole, soprattutto grazie alle ottime miniature Italeri (alcune delle quali realizzate appositamente per il gioco) che si innestano su di un semplice sistema di basette: ogni battaglione di fanteria è infatti composto da due basette da due miniature rimuovibili per segnalare le perdite e riorientabili per indicare i cambi di formazione. Completano il quadro una mappa esagonata modulare disegnata come una cartina da campo con tanto di annotazioni dei comandanti scritte sugli angoli (scelta interessante, anche se forse avremmo preferito una superficie di gioco più colorata e meno “bianchiccia”, soprattutto vista la colorazione forse un po’ troppo accesa dei pezzi di gioco) e le stupende carte comando con il solito corredo di segnalini vari. Il funzionamento del gioco presenta alcune innovazioni interessanti. Le singole unità si muovono in base ad un sistema di iniziativa alternata decisa dagli ordini dei giocatori: impartendo un ordine e verificando che questo arrivi a destinazione, si può migliorare (o peggiorare) l’ordine di attivazione delle proprie unità con indubbi vantaggi tattici. Le unità si muovono in base ad ordini generici (attacco, difesa, manovra, riserva) che ne condizionano il comportamento, mentre le carte comando forniscono dei bonus aggiuntivi molto utili, permettendo di formare quadrati di emergenza contro le cariche di cavalleria oppure di controcaricare di sorpresa unità nemiche lanciate all’assalto. D’altro canto, se l’unità si trova al di fuori della catena di comando subisce dei pesanti malus alle proprie capacità tattiche. L’esito degli scontri a fuoco o in corpo a corpo è determinato dal lancio di un dado da dieci al quale si sommano i soliti modificatori per la situazione tattica, la qualità dell’unità o la presenza dei comandanti. Qualsiasi risultato superiore al dieci è un successo che viene confrontato con una tabella riportata sulle stesse carte comando e pescata a caso, aggiungendo un ulteriore livello di imprevedibilità all’esito finale delle proprie azioni. In effetti, si potrebbe dire che le regole sono tutte qui. I giocatori più smaliziati ed esigenti (come chi scrive…) potranno anche trovare regole aggiuntive per simulare finezze come gli schermi dei volteggiatori, l’utilizzo dei riflemen britannici o gli approvvigionamenti di munizioni delle batterie di artiglieria, ma già il gioco base fornisce una adeguata rappresentazione degli scontri del periodo senza perdersi in inutili complessità. Naturalmente si prevedono delle ulteriori espansioni, la prima delle quali – piccola indiscrezione – dovrebbe permettere di simulare scontri di maggiori dimensioni. In seguito, probabilmente, assisteremo ad un susseguirsi di scatole contenenti gli altri grandi eserciti del periodo (chi vuole provare a comandare la fanteria russa sulle alture del Pratzen ad Austerlitz?). Come abbiamo detto, questa dovrebbe essere la volta buona e per la fine di questa primavera potremo finalmente portare a casa un wargame napoleonico interessante, veloce (due ore al massimo per partita… decisamente ragionevole) ma soprattutto divertente.