…Ma anche la piattaforma. Sia chiaro: anche qui come per Scrabble Trickster si tratta solo di una moltiplicazione e non di una mutazione, ma sempre di entità non trascurabile: Questo mese il mondo informatico è stato sconvolto dall’arrivo dell’iPad, il tanto atteso enorme iPod Touch di Apple, macchina dalle straordinarie caratteristiche ma dalle stravaganti mancanze (tipo una porta USB), che promette di riportare in vita una volta per tutte i Tablet PC, nonché di rompere il ghiaccio con i videogiochi, settore con cui la casa di Cupertino non ha mai avuto un rapporto eccezionale…
E di titoli in arrivo ce ne sono tanti e vari, ma ciò che ci interessa è proprio il su menzionato Scarabeo, che è arrivato già con la prima ondata, e che trattiamo qui perché non si tratta della solita trasposizione boardgame-videogioco che ormai si sta diffondendo da un po’ in mercati come quello console o in formato web: Scrabble per iPad ha la particolarità di sfruttare un dispiegamento di forze hardware spropositato per cambiare il modo stesso di approcciare il gioco da tavolo.
Badate: questo non vuol dire che il gioco sia già pronto per essere abbandonato sul ripiano dei boardgames che “si è bello, bella idea, però costa troppo tutta quella roba per un gioco da tavolo”. Il succitato hardware ha il vantaggio di essere con buona probabilità già in possesso dei giocatori medesimi: un iPad, di cui nella prima settimana d’uscita sono stati venduti 400000 pezzi, e uniPhone per giocatore, oggettino che attualmente detiene circa il 40% del mercato degli smartphone, vale a dire che su 10 possessori di telefoni “evoluti” 4 hanno l’iPhone.
Aggiungendo a questo i 10$ per acquistare il gioco sull’Apple Store si accede alla possibilità di giocare con l’iPad che fà da tabellone, e gli iPhone che si occupano delle plance dei giocatori. Questi si collegano fra loro via wi-fi oppure bluetooth (a seconda della convenienza, a noi non è dato sapere cosa stanno usando e sostanzialmente perchè preoccuparcene fintanto che funziona?) e interagiscono fra loro calcolando il dovuto e gestendo le regole, lasciando ai giocatori la sola preoccupazione di trovare la parola più proficua (e non il nome proprio, visto che questo usa le regole classiche…). Certo se dovessimo acquistare appositamente questi 1000$ circa di hardware solo per giocare a Scarabeo sarebbe pura follia; ma trattandosi invece di oggetti che si stanno diffondendo sempre più nella vita comune, quel che si ha è un apporto sostanziale, e non banale, che è quello di un arbitro velocissimo, preparatissimo e veramente inappellabile; così servizievole da fare lui tutti i calcoli in tempo reale, e a fine partita mette pure tutto a posto, tranne bevande e pasticcini, s’intende.
Gioiello, meraviglia, niente ombre su questo prodigio della tecnica? beh qualcuna c’è: sarebbe lecito aspettarsi che un tale formato permettesse un salto in più rispetto al gioco da tavolo tradizionale anche nella forma del poter salvare la partita e riprenderla dopo cena, il giorno dopo, o anche dopo anni, a proprio piacimento. Non è così: non c’è alcuna possibilità di salvare la partita, anzi, peggio: se per caso si preme il tasto di uscita sull’iPad il gioco esce e la partita và perduta senza neanche un “sei sicuro di voler uscire abbandonando la partita PER SEMPRE?”.
Possono sembrare banalità ma dal momento che sono cose praticamente automatiche per qualunque videogioco fà strano pensare che proprio qui non c’è modo di farle. Quando si parla di tecnologia ci sono delle features che è normale aspettarsi che ci siano e basta: averle non fà neanche notizia, non averle è una grave mancanza, specie perché il gioco è prodotto non da una qualche piccola società che si è buttata nel mercato sull’onda del momento, ma dalla Electronic Arts, il più grosso colosso al mondo in fatto di produzione di videogiochi…
Comunque a parte questi problemi il gioco funziona e velocizza di molto, mantenendone il rispetto assoluto, quello che è uno dei più grandi classici del gioco da tavolo. Per farsi un’idea c’è questo video girato dai ragazzi di Engadget.