Nel pieno del brulicante mormorio ludico che aleggiava tra i banchi di PisaGioca 2010, un gruppo di piloti si riuniva attorno a un tavolo, non tanto per sfidarsi a bordo dei propri biplani come di consueto, ma per ascoltarne la storia direttamente dalla voce dell’autore di Wings of War, Andrea Angiolino e dell’editore Roberto di Meglio…
Iniziativa interessante l’incontro Wings of War: come un gioco impara a volare, non solo un racconto che ne ripercorre la storia prototipo per prototipo ma anche la possibilità per i presenti di provare con mano le diverse versioni come si sono susseguite nei tempi, con regole diverse da quelle che poi furono inserite nella versione definitiva.
La storia inizia dai primi approcci dell’autore verso il cosiddetto gioco di simulazione, rappresentazioni assai più dettagliate e complesse di WOW che vengono ben espresse con il gioco del 1994 La Squadriglia degli Assi, in allegato alla rivista Areonautica, dove a fare da sfondo a un enorme griglia esagonata intravediamo un paesaggio a noi ben familiare: è la stessa illustrazione di Dario Calì che verrà poi utilizzata per il fondo delle carte manovra e i “gaming mat” di Wings of War.
Nato nell’arco di una notte del 2002, a seguito di una discussione con il co-autore ed amico Piergiorgio Paglia sul perchè non esistessero simulazioni di scontri aerei veloci e divertenti come Ace of Aces, il primo prototipo viene disegnato dallo stesso Andrea su carte bianche di dimensioni tradizionali (non piccole come quelle attuali) e già troviamo nei primi schizzi le idee vincenti che hanno segnato il successo del gioco: dagli aerei visti dall’alto con i triangolini da sovrapporre, alle carte manovra con curve di diversa apertura a rappresentare la differenza di manovrabilità dei modelli. E una proposta di nome che già ragiona sull’internazionalità del genere: World War Wings.
Non ci sono molte difficoltà nel convincere la Nexus della bontà del meccanismo di gioco, tanto è vero che, a parte per alcuni piccoli accorgimenti, i successivi sviluppi sono dedicati principalmente alla composizione delle carte e al confezionamento del gioco. La formula vincente viene trovata in un formato di carte decisamente più piccole e ben illustrate dal suddetto fondo acquarello di Calì in contrasto con dei disegni tecnici che donano il giusto tocco di realismo al tutto. Per quanto riguarda scatola e componenti, il tutto viene pensato nell’ottica del settore giochi da tavolo (non di carte!) quindi nella scatolotta, ad accompagnare metri e righello, troviamo delle comode plancette in cartone per il posizionamento delle manovre e dei danni.
Armati dunque di un mock-up praticamente indentico alla confezione che poi sarà venduta, Nexus parte alla volta del GTS del 2003 a illustrare ai più famosi editori americani che una simulazione aerea può esser divertente anche se dura meno di un’ora. La prima difficoltà da superare era per l’appunto il tema: la prima guerra mondiale non godeva di tutto questo interesse nel mercato, e l’effettiva assenza di svariate nazioni nei celi del primo conflitto poneva dei dubbi sulla diffusione. Non sono pochi gli interlocutori che alla fine della presentazione hanno chiesto la possibilità di trasformarlo in un gioco fantasy di scontri tra draghi o altre creature volanti.
Curiosamente i primi interessati sono soggetti come la Avalanche o la GMT, che ancora oggi producono scatole zeppe di eagoni, segnalini e schede di riferimento. Sarà per questo che alla fine l’accordo è stato trovato con la Fantasy Flight, che comunque non ha mancato di proporre anch’essa la variante fantasy.
Come si convince un partner straniero che il progetto è vincente? si parte per primo con la stampa del prodotto! E’ a marzo 2004 che vede luce la prima scatola in italiano ad opera di Nexus: Wings of War: Famous Aces.
La Fantasy Flight attende maggio dello stesso anno per l’edizione USA e il successo è tale da vedere la prima tiratura esaurita in 12 giorni, e quindi prima del grande evento di agosto, la Gen Con Indy. Difatti la corrazzata Nexus presente a Indianapolis si ritrova senza nessuna scatola per far provare il gioco, meno male che c’era disponibile una versione extralarge (da pavimento) realizzata per scopi promozionali. Il successo di un titolo a sfondo storico nel catalogo Fantasy Flight influirà sulle successive scelte del colosso americano, portando ad investire su progetti come Tide of Iron o Britannia.
Di li in poi la storia la conosciamo bene, abbiamo assistito con il passare degli anni al susseguirsi di una lunga serie di uscite che ancora oggi non accennano a diminuire. Angiolino e Di Meglio ci fanno notate come le varie idee che hanno caratterizzato le scatole successive alla prima serie erano comunque state pensate sin dagli albori del gioco. I palloni frenati, i bombardieri, le doppie freccie per le manovre del secondo conflitto ma sopratutto le miniature!
I modellini in scala degli aerei di Wings of War erano un sogno di Angiolino sin dall’inizio, ma tale era destinato a rimanere poichè le difficoltà di produzione sembravano parecchie. Furono i rapporti tra Nexus e Italeri a rendere fattibile il sogno nel 2007, grazie a un progetto di biplani accantonato dal famoso produttore di modelli storici che sembrava capitare a fagiuolo nello sviluppo che stava vivendo Wings of War.
Non furono esattamente quelli i modelli scelti alla fine, tante prove e viaggi prima di giungere al prodotto finale che garantisse accuratezza e qualità anche per i fan della ricercatezza storica. Decisamente una scommessa rischiosa quella che si apprestava a lanciare Nexus, visto e considerato la gia ampia diffusione del gioco nella sua versione di carte in tutto il globo.
Eppure ad oggi la scatola base di Wings of War Miniatures vanta una diffusione quasi pari a quella di Famous Aces e aumenta di giorno in giorno (in occasione dell’incontro l’editore ci ha illustrato i nuovi modelli appena lanciati della serie II del secondo conflitto).
Probabilmente, ammette Di Meglio, è grazie all’uscita della versione miniatures che il gioco gode di una tale longevità.
E ora? a parte le novità come Flight of the Giants o Rain of Destruction come si svilupperà il gioco? c’è una particolare attenzione nei desideri dei fan, raccolti principalmente nel gruppo yahoo di oltre 3000 membri da tutto il mondo, che hanno manifestato spesso interesse (o sviluppato loro stessi) per dei sistemi di campagne e scenari tali da permettere di farsi delle squadriglie personalizzate che si evolvono con il superamento degli scenari. Ed è per il momento questa la principale idea su cui stanno ragionando autore ed editore, mentre gli altri partner internazionali dicono la loro.
Ci ha provato la Fantasy Flight che nel 2008 ha annunciato in pompa magna la trasposizione videoludica ad opera di Big Rooster. Purtroppo il gallo, per quanto grande, è capitolato per una serie di problemi interni e anche se il progetto di un Wings of War su console è ancora in piedi la licenza deve essere ancora affidata ad un altro gruppo di sviluppo.
Il piacevole incontro si conclude provando a pensare a un futuro meno immediato in cui i meccanismi di Wings of War vengo utilizzati per altri setting. Fantasy? no, si parla sempre di un momento storico ben preciso e di altri mezzi bellici. Ma di più per il momento non si può dire, il gioco vedrà luce verosimilmente nella primavera del 2011 quindi speriamo che per la prossima Essen ne sapremo qualcosa in più.
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