Alcuni giochi hanno una nascita tormentata. Prima della loro pubblicazione finale subiscono modifiche e variazioni continue, vengono immessi sul mercato dopo ritardi interminabili o – come è il caso del titolo di cui vi vogliamo parlare – cambiano addirittura editore più volte.
L’atteso Dust Tactics ha avuto proprio questo destino…
Il wargame tridimensionale ambientato nel pittoresco universo di Dust, fortunato titolo strategico ideato da Paolo Parente, è stato “consegnato” da Alderac Entertainment Group nelle ben felici mani di Fantasy Flight Games, che utilizzerà la sua imponente struttura produttiva e distributiva per supportare le prime uscite della serie. E così una seconda guerra mondiale alternativa in cui giganteschi robottoni-carro armato si prendono a cannonate nelle gelide terre antartiche per il possesso del misterioso minerale Vk si scatenerà a breve sui nostri tavoli da gioco.Dust Tactics – che, lo ricordiamo, prima di AEG era stato preso in considerazione anche da Rackham – si è evoluto anche nella sua concezione, divenendo sempre più un wargame leggero e rinunciando ad alcune complessità tipiche del gioco di simulazione più impegnato.
Dalle prime indiscrezioni trapelate dal sito di FFG, scopriamo infatti che l’azione si svolge su di una griglia a quadrati (una tendenza in aumento nei nuovi design, considerando titoli come Panzer General: Allied Assault o Ex Illis) e in base a scenari prefissati (il più delle volte giocati su mappe di nove quadrati per nove), anche se già nel set base saranno incluse regole per la creazione di scontri a punti. La struttura del turno prevede l’attivazione alternata di un’unità a testa, con la possibilità di compiere una serie di azioni piuttosto “classiche”: movimento e fuoco, doppio movimento o doppio fuoco. Ad ogni modo, FFG ha già comunicato che metterà gratuitamente a disposizione una variante del regolamento che permetterà la gestione degli scontri senza l’impiego della griglia, usando il tradizionale sistema a centimetro.
Il sistema di risoluzione del combattimento promette di essere molto semplice e oseremmo dire quasi “canonico”: in base alle capacità offensive dell’unità e alle caratteristiche del bersaglio si tirano un certo numero di dadi speciali, segnando un colpo per ogni simbolo dell’unità attaccata. Non vi sono limitazioni all’arco di tiro e le unità possono suddividere i loro attacchi come meglio ritengono, impegnando anche bersagli multipli. Il tutto naturalmente modificato in base alle eventuali abilità speciali delle unità coinvolte.
Dal punto di vista dei materiali di gioco, Dust Tactics si presenta con una buona offerta, pur se a fronte di un prezzo previsto non certo ridotto (si parla già di un centinaio di dollari): nel set di base saranno infatti incluse una trentina di miniature tra veicoli e fanteria, diversi elementi scenici tridimensionali o rappresentati sotto forma di counters, la mappa, le carte di riferimento delle unità, un regolamento e un libretto di missioni.
La particolarità è che il gioco sarà un “quasi pre-dipinto”, ossia veicoli e soldati inclusi nel set saranno già primerizzati nei due colori degli schieramenti (verde per gli alleati, grigio per i tedeschi… ma sui veicoli saranno già applicate le decalcomanie dei simboli di identificazione). FFG già prevede di realizzare un set deluxe, con tutte le miniature già dipinte, anche se ovviamente ad un prezzo maggiorato.
La soluzione ricerca un punto di equilibrio tra aspetto esteriore ed immediatezza di utilizzo del gioco, che pare essere un elemento di forza del marketing del nuovo titolo. Chi vorrà dedicarsi alla pittura dei pezzi ovviamente potrà farlo – anche se per il prezzo previsto forse era lecito attendersi di più – mentre i più “frettolosi” potranno cominciare a spararsi l’un l’altro già dal momento dell’apertura della scatola.
Comunque lo si veda, Dust Tactics rappresenta un’interessante novità nel mondo dei wargame tattici leggeri e potrebbe ritagliarsi un proprio spazio nel già affollato catalogo di FFG, raggiungendo una fetta di pubblico che vuole avvicinarsi al tridimensionale ma è spaventato dal necessario investimento iniziale in termini di tempo e denaro.