martedì 24 Dicembre 2024

Dungeon Crawler – affrontare il labirinto del collezionabile

Il genere, il così detto dungeon crawling è un classico che la nostra generazione ha visto svilupparsi in una quantità di varianti, dai grandi vecchi Talisman e meglio Hero Quest ai più moderni e leggeri Dungeoneer e MiniMonFa, giungendo più recentemente a Descent oppure i vari dungeon crawler videoludici.


La Gifted Vision, nuova realtà del mondo ludico, ha avuto ogni possibilità di provare, valutare e scegliere, optando alla fine per l’edizione di Dungeon Crawler Unbound di Jey Legarie: un gioco di carte collezionabili nel quale i giocatori affrontano con i propri quattro eroi le difficoltà pescate dal mazzo Dungeon.

Nonostante il prodotto sia stato presentato con tutte le cure del caso, compresi sito e tutorial animato, i dubbi riguardo tale scelta rimangono ben saldi nelle nostre menti di giocatori che il collezionabile l’hanno visto nascere e (eccezion fatta per Magic, Yu-Gi-Oh!, e forse Pokemon) morire. Certo le bustine d’espansione hanno un costo contenuto (si parla di 3$ a fronte dei 25$ della scatola base per un giocatore) ma già la loro composizione tende a strapparci un ghigno quando leggiamo “4 carte comuni, 3 infrequenti, 2 non comuni e 1 rara, casualmente inserite“: la non frequenza di certe carte sarà un guadagno notevole rispetto ai fratelli maggiori, ma dubitiamo che possa determinarne il successo su quelli…


Provando il tutorial emerge rapidamente la semplicità della meccanica di gioco, semplicità che solitamente viene annoverata tra i pregi in un nuovo gioco ma che qui tende a rasentare la banalità, soprattutto tenendo in considerazione l’evidente similarità con MiniMonFa, risultando possibilmente ancor meno dungeon crawler, mancando completamente di sale e corridoi, anche concettuali.
Pesca carte dungeon fino a raggiungere il livello indicato, confronta quindi i tuoi quattro eroi con gli ostacoli pescati (mostri e trappole) giocando eventuali carte dalla tua mano, superali o subiscine gli effetti. Ripetere fino al raggiungimento delle condizioni di vittoria o sconfitta.


L’elemento di forza del gioco può invece essere la versatilità, la GV infatti propone la possibilità di giocarlo in modalità solitario, ma anche cooperativa, competitiva o multigiocatore. Modalità che però non sembrano cambiare la sostanza meccanica del gioco, aggiungendo solo piccole variazioni come la possibilità di dare bonus ai mostri affrontati dagli altri giocatori.


Il gioco nella sua confezione si presenta discretamente, per le carte invece è stata scelta la soluzione già adottata al tempo da Magic, ossia avere diversi artisti all’opera nel disegno di ogni singola carta, il risultato però non si accosta evidentemente a quello voluto, perché a meno che molte delle carte mostrate non siano dei bozzetti, la qualità (e/o stile) delle immagini lascia spesso a desiderare, generando un’escursione qualitativa (e/o stilistica) imbarazzante là dove invece appaiano alcune grafiche di livello standard.


Il risultato finale appare quello di un gioco il cui target sia decisamente basso, probabilmente ragazzini intorno ai 10-14 anni, evidenziando la precedente attività dell’autore, già ideatore di giochi educativi; Ciò nonostante alcuni aspetti del regolamento si rifacciano forse troppo a giochi per esperti, il che potrebbe mettere in difficoltà dei ragazzi troppo giovani.


Fatto sta che Unbound è la prima serie di carte per Dungeon Crawler, un set di 160 carte che evidente prevede un futuro che siamo curiosi di conoscere.

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