martedì 5 Novembre 2024

[Sondaggio] qualità dei nuovi prodotti ludici – rimandati a settembre

E' un periodo florido per il gioco da tavolo, l'espansione dell'attività ricorda quella del primo impero romano: si conquistano popoli, si mescolano culture e ci sono spazi per imparare come per creare; e per guadagnare.

In altri tempi quest'ultima cosa si sarebbe dato per scontato camminasse di pari passo alle precedenti, ma in epoca consumistica questo è tutto da dimostrare e, dalla sensazione del 42% di voi, è plausibile che non sia esattamente così.

Il periodo di produzioni entusiastiche, opere di giocatori pieni di ludiche necessità e voglie comuni ai pochi gruppi di gioco tanto geograficamente distanti quanto culturalmente vicini, è lontano nel tempo e si manifesta ad oggi più che altro nei prodotti dell'est europeo (pensiamo a giochi come Neuroshima Hex, o autori come Vlaad Chvatil)… 

 

Dalle nostre parti invece, mentre il bacino d'utenza non è ancora ampio quanto la situazione necessiterebbe, si stanno seguendo i dettami industriali, con una produzione che non sarebbe difficile assimilare che so, a quella musicale: basta un titolo di successo per scatenare una rincorsa delle vendite. Autori sotto commissione per sfornare prodotti clone, figli o comunque in grado di cavalcare le fortune del capostipite del genere. Immagine dell'evento è oggi Dominion, ieri Puerto Rico, ieri l'altro Magic: The Gathering; non che questo sistema debba considerarsi oggettivamente un male per la qualità del gioco stesso, l'importante è che con il crescere dell'offerta si costituisca proporzionalemente un'adeguata coscienza critica dell'utenza.

Premesso questo il dato di un chiaro 54% di voi, che percepisce come "in crescita" la qualità delle produzioni ludiche negli ultimi tempi, lascia ben sperare nel percorso intrapreso dagli editori, così il pensiero corre alle opere che possono aver generato tanto ottimismo: lo schiacciasassi 7 Wonders, un "gioco maiale" del quale non si può buttar via niente (eccezion fatta per la nuova edizione internazionale), Dominion, che ha riempito le comunità di recupero di ingenui giocatori, le mastodontiche produzioni Fantasy Flight, legate ad ambientazioni che scaldano il cuore di tutti gli appassionati con una qualità componentistica da vetrina.

Più che comprensibile.

Ma non di solo cuore si vive, e la mente, che sopravvive alla compulsività dell'acquisto, riesce a percepire quelle defezioni che possono farci storcere il naso, tanto da spiegare il 14% di malcontento qualitativo o il 28% di delusione, tanto da far terminare i nostri ultimi acquisti alla prima asta ludica in arrivo. A volte sono particolari, come i refusi nascosti nel testo delle carte, del regolamento, o nel titolo stampato sul coperchio della scatola (Battlestar Galactica, Talisman, etc); a volte sono carenze di design generanti la giustificabile impressione di una scarsa attenzione nei confronti del playtesting; a volte si tratta di regolamenti esasperatamente ricalcanti prodotti precedenti; a volte sono semplicemente giochi tutt'altro che divertenti. Spicca tra questi però una certa propensione statistica all'errore in forte aumento, come a svelare una produzione frenetica e competitiva più nel tempo che nella qualità, un'impennata che dovrebbe far suonare il campanello d'allarme tra gli editori come lo sta facendo tra i giocatori.

Nascosta nel sondaggio "l'altra domanda" a qualcuno sarà apparsa, a qualcuno meno: il riferimento all'investimento nell'innovazione non richiamava infatti solo l'aspetto tecnico delle nuove produzioni, ma anche e soprattutto la percezione dei tentativi, da parte dell'editoria, di sfornare nuovi modelli di gioco, nuovi modi di giocare. Non una pretesa certamente, sarebbe come pretendere un nuovo genere musicale, ma quali fattori nel mondo ludico possono favorire uno spirito sperimentale del genere? Non certo la volontà delle grandi case editrici, forse il pionierismo di qualche autoproduttore, forse la spinta di qualche comunità di gioco, forse la risposta ad una prossima stasi eccessiva della vena creativa, forse solo fortuna. Ma questo è un altro tema, altro sondaggio.

Menzione speciale per l'un percento di voi che, in pieno slancio d'entusiasmo, trova la qualità delle produzioni contemporanee in "forte aumento": adoriamo i nuovi giocatori!

Menzioni d'onore vanno all'italiana Asterion Press, che sta rimpiazzando le carte fallate dell'edizione internazionale di 7 Wonders con un mazzo di carte in italiano, e alle nuove/piccole case editrici che cercano vie alternative per il divertimento intelligente come la Cranio Creations e poche altre.

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