Ci sono autori di giochi che sembrano ossessionati da uno specifico tema… ci sono case editrici che sembrano ossessionate dal caratterizzarsi in qualche modo… ci sono occasioni in cui queste due ossessioni si incontrano!
È il caso di Olympos, ennesimo gioco di civilizzazione/conquista territoriale di Philippe Keyaerts (Vinci, Smallworld, Evo) edito da Ystari (la casa editrice francese famosa per inserire sempre le lettere Y ed S nei propri titoli… o quasi sempre!).
Olympos, gioco di civilizzazione dalla durata dichiarata di 75 minuti (!), tratta la calata di alcune popolazioni dal nord dell’antica Grecia lungo tutto il Peloponneso, fino alla conquista della mitica Atlantide. Tutto il gioco si basa su pochi semplici meccanismi. Il primo è il consumo della risorsa tempo: ogni azione costa un certo numero di unità tempo che fanno avanzare la pedina del giocatore sul Tracciato del tempo. L’ordine di gioco dipende quindi dalla posizione di questa pedina, chi è più indietro ha diritto a giocare prima degli altri (praticamente come succede in Thebes o Neuland).
È così evidente come il tempo sia una risorsa importante, che uno dei bonus che si possono ottenere durante la partita sono proprio i segnalini clessidra, ognuno dei quali fa risparmiare un punto tempo. Le azioni a disposizione per ogni turno del giocatore sono solo due: l’espansione, con cui posizionare e muovere i propri colonizzatori alla conquista di nuovi territori (acquisendo così nuove risorse), e lo sviluppo, che permette di fare scoperte o costruire delle meraviglie usando le combinazioni di risorse richieste di caso in caso.
Le scoperte forniscono dei potenziamenti che permettono, per esempio, di ridurre i costi temporali di certe azioni, o forniscono risorse, o rendono più potenti nei combattimenti. Questi ultimi si ingaggiano entrando in territori già occupati e sono anch’essi immediati e privi di casualità: l’attaccante vince sempre, ma in funzione della forza militare che è in grado di schierare rispetto all’attaccato pagherà da uno a tre punti tempo. Alcuni territori (occupati da tribù locali che bisognerà sconfiggere prima di entrarvi) forniscono oltre alle risorse delle stelle, indispensabili per costruire le meraviglie, a loro volta fonti di punti prestigio.
A scompigliare le sorti dei comuni mortali (e a giustificare il nome del gioco) ci sono due mazzi di carte: le carte Destino, che si pescano ogni volta che sul Tracciato del tempo si passa su una casella con l’effige di Zeus, e le carte Olimpo, che sono poste in quantità limitata (una o due) accanto alle caselle con l’immagine di Zeus e che verranno prese da chi vi passerà.
Mentre le carte Destino forniscono bonus che possono essere giocati quando si vuole, le carte Olimpo producono subito i loro effetti e rappresentano per metà divinità benevole e per metà Dèi malvagi. Una volta che tutti i giocatori avranno completato l’uso delle risorse temporali, si calcoleranno i punti prestigio per determinare il vincitore.
Dal regolamento ai materiali il gioco sembra tanto elegante quanto curato. Le illustrazioni di tabellone e carte sono molto belle e i meccanismi sono semplici ed efficienti. Le partite dovrebbero risultare sempre diverse perché il tabellone delle scoperte si costruisce ogni volta con nuove configurazioni e le carte (Destino e Olimpo) si posizionano in maniera casuale creando a ogni partita sequenze diverse.
Olympos sembra anche caratterizzato da un’ottima scalabilità, anche grazie alle regole di setting iniziale che prevedono l’inibizione di un numero di territori, variabile in funzione dei giocatori (che sono previsti da 2 a 6).
Da quanto si può dedurre dal regolamento, Olympos pur non essendo un capolavoro di originalità sembra avere parecchie frecce nel suo arco. Innanzitutto il meccanismo della risorsa tempo che, oltre a essere poco sfruttato altrove, risulta qui particolarmente intrigante per la pianificazione delle mosse (operando in maniera accorta si possono spesso fare due mosse in successione); poi la gestione estremamente semplificata di aspetti come movimento e combattimenti; infine la sua capacità di rinnovarsi a ogni partita.
Senza sottovalutare il fatto che sembra essere molto facile da spiegare (anche ai non esperti) e, al contempo, ricco di sfide per i più sperimentati!
Insomma, un titolo da tenere sotto controllo anche perché, ne siamo sicuri, troverà in Italia più di un editore interessato!