Dadi e risate riecheggiano in oscuri sotterranei.
Senza dubbio Dungeon Fighters è stato uno dei titoli più attesi di questo autunno ludico. Finalmente abbiamo avuto occasione di provarlo, dopo aver avuto anche la possibilità di leggerne le regole in anteprima, grazie alla Cranio Creations.
Qui a Lucca 2011 è stato finalmente possibile provarlo con i materiali definitivi. E, diciamolo, l’attesa è stata pienamente ripagata. Per l’occasione facciamo anche gli auguri all’autore Lorenzo Silva nel giorno del suo compleanno.
Dungeon Fighters può essere inserito nella piuttosto generica categoria dei dungeon crawler, ma a differenza dei suoi simili ha decisamente un passo in più: la destrezza.
Eh si. In Dungeon Fighters i giocatori interpretano i soliti avventurieri che discendono nel solito dungeon (stavolta fornito di comodi negozi, in puro stile videogame) per affrontare i soliti mostri e sconfiggere il solito boss finale. Fin qui, tutto bene, è un dungeon crawler tipico, direte voi. Ma no: la novità sta nel come vengono risolti i combattimenti. Abbiate un po’ di pazienza, e scoprirete in dettaglio uno dei più divertenti giochi proposti a Lucca quest’anno.
In Dungeon Fighters, da uno a sei giocatori interpretano degli intrepidi, stereotipati personaggi della fantasy, ciascuno con le sue abilità speciali e le sue capacità di combattimento. Ogni personaggio (ce ne sono 8 diversi nella scatola) è particolare ed è dotato di tre abilità speciali e di tre “slot” di equipaggiamento specifici (per portare le carte equipaggiamento, naturalmente). Ciascuna abilità è contrassegnata da un simbolo e da un colore ed è collegata ad uno dei tre dadi principali del gioco.
Le carte dei personaggi, come tutte quelle del gioco d’altronde, sono illustrate in maniera notevole e divertente, con una bella scelta di colori, e sono decisamente efficienti per quanto riguarda la lettura durante il gioco. Oltre alle carte personaggi, nella scatola ci sono decine di altre carte, sia per rappresentare il dungeon (che cambia ad ogni partita), sia per i mostri, per gli oggetti, e per i boss finali.
Il tavolo è piuttosto bello anche da vedere una volta pronto, con un grande bersaglio al centro (si, avete letto bene, un bersaglio), una torre in cui si posizionano le carte dei mostri, e poi le tre carte che costituiscono il dungeon. Va detto che le carte dungeon e quelle personaggio sono di grande formato, laddove quelle equipaggiamento e mostri sono formato “standard”.
Il corredo del gioco è completato da una serie di monete d’oro (segnalini in plastica), a da un set di dadi, di cui tre sono colorati (verde, rosso e blu) e il resto sono bianchi. I dadi presentano alcune facce vuote ed altre con un simbolo di potere, che servirà ad attivare i poteri dei personaggi. E, naturalmente, abbiamo la solita quantità di segnalini di vario uso.
Dopo aver scelto i personaggi, si elegge un capo clan, che deciderà i movimenti del gruppo nel sotterraneo ed anche cosa si compra nei negozi che uno si aspetta di trovare nel tipico dungeon. Il capo clan prende i tre dadi colorati, il gruppo riceve due monete d’oro ed un dado bianco, e la partita inizia. Il gruppo si muove di stanza in stanza nel dungeon, ed ogni stanza richiede il combattimento con un mostro.
Ed è nel combattimento che Dungeon Fighters davvero brilla. Perché per sconfiggere i mostri, i giocatori dovranno lanciare i dadi nel grande bersaglio al centro del tavolo. Per “lanciare” intendiamo letteralmente lanciare i dadi in modo che atterrino su uno dei cerchi del bersaglio – un po’ come delle freccette, se volete. In generale il dado deve rimbalzare una volta sul tavolo all’esterno del bersaglio prima di fermarsi, altrimenti il tiro è considerato fallito, ed il personaggio che sta tirando subisce danni a seconda del mostro che sta combattendo. Ogni giocatore tira un solo dado, e poi passa gli altri al giocatore accanto a lui. Si devono per forza scegliere prima i tre dadi colorati, e se uno dei dadi atterra sul bersaglio mostrando il simbolo di potere, viene attivato il potere corrispondente del giocatore che ha tirato. I dadi bianchi permettono di scegliere il potere da attivare, ma hanno solo una faccia col simbolo.
Di per sé il combattimento quindi è cosa semplicissima ed è estremamente divertente; e tuttavia alcuni mostri impongono ulteriori difficoltà al tiro: per esempio, occorrerà tirare dal gomito, dal polso, o persino dal naso dei giocatori per sconfiggere creature particolarmente difficili. A seconda di dove atterra il dado, il mostro subisce un dato numero di danni. Quando il mostro viene sconfitto, fornisce delle monete d’oro. Le monete d’oro vengono usate nei negozi per guarirsi e soprattutto per acquistare equipaggiamento, che fornisce bonus (e che di solito obbliga i giocatori a tirare i dadi in maniere ancora più assurde).
Se i personaggi subiscono troppe ferite, svengono, ed alla fine del combattimento (se il gruppo ha almeno un giocatore in piedi) vengono curati ma perdono 3 punti ferita ed un potere definitivamente. Questo permette ai giocatori di restare “in vita” per quasi tutta la partita (a parte eccessivi colpi di sfortuna, che a noi non son capitati… e quindi devono essere rari).
Alla fine del dungeon, i personaggi incontreranno il mostro finale, il boss, il cattivo dei cattivi. Batterlo significa vincere ed entrare nella gloria (ed in base ad una serie di parametri ricevere un punteggio, che definisce la bravura del gruppo nel Dungeon Fighting).
In conclusione, Dungeon Fighters è un dungeon crawler ma anche un party game (ed, a nostra conoscenza, è anche l’unico party game che si può giocare pure in solitario). Divertente, coinvolgente, chiassoso ma non affatto privo di strategia (la gestione dei dadi da parte del gruppo è solo un esempio dei “problemi” che il gruppo si trova a fronteggiare). Ma in primo luogo – lo abbiamo già detto? – Dungeon Fighter è divertente. Il successo commerciale è stato notevole sin dall’uscita sul mercato, e senza dubbio di questo italianissimo prodotto si parlerà a lungo. Quindi indossate la vostra armatura, prendete la torcia, e niente tiri di prova: “la prima regola di Dungeon Fighter è che non ci sono tiri di prova”!