venerdì 22 Novembre 2024

[Sondaggio] Nothing really matters

Confusione. Quella generata dalla stagione fieristica, e quindi da quella produttiva, del 2011. La gran quantità di titoli prodotti, indipendentemente dai risultati, è apparsa eccessiva per un quinto abbondante dei voi. L'idea, da parte nostra, è che la quantità possa essere giudicata negativamente solo nel momento in cui comporti un calo della qualità.
Al momento le due cose effettivamente sembrano coesistere, sebbene non vi siano prove inconfutabili che siano direttamente collegate, pertanto ci limiteremo a constatare l'aumento produttivo e un "non incremento generale" della qualità dei prodotti, dando però credito alla parziale delusione…

Per un buon quarto del campione, infatti, nessuno dei giochi presentati nel periodo in questione ha avuto risalto proprio per la mancanza di rilevanza dei singoli elementi: niente di nuovo sul fronte occidentale. In effetti, forse, più che di mancanza assoluta di qualità, possiamo parlare di una grave carenza di originalità: tra sequel, riedizioni, varianti ed espansioni, il grande assente è stato il rinomato e apparentemente fantomatico "nuovo che avanza". Questo tanto più se consideriamo un altro quinto di lettori che ha invece riconosciuto un buon livello produttivo nelle realizzazioni ludiche 2011, senza per questo però trovare il titolo di spicco, l'acquisto "uber alles", per intenderci.

Soprassedendo alle sopracitate carenze però, qualcuno (quasi un altro quinto) è riuscito a estrarre il buono della situazione: nessuna prima donna significa poter puntare i riflettori su qualsiasi donna, se ci passate la licenza, con i relativi rischi del caso.
Il mare delle opportunità pare non mettere a disagio i navigati giocatori, che comunque hanno dato fondo alle proprie risorse per provare, vedere, valutare e trarre insoddisfatte conclusioni. Eccezion fatta per quell' 8% che invece ha trovato l'acquisto senza i dubbi che ancora attanagliano la maggior parte della popolazione, noi compresi. L'idea è che si possa trattare di qualche produzione italiana o adattamento italiano di titoli già affermati; comunque invitiamo questo 8% a proporci la propria "campagna acquisti 2011".

Qualche "anima persa" invece ancora attende le indicazioni dei famigerati esperti di settore, che probabilmente hanno incontrato le medesime difficoltà della maggior parte dei giocatori nel riconoscere o distinguere creazioni originali e valide sopra le altre. Senza contare poi che sono davvero pochi quelli che abbiano la possibilità di avere una vera, propria e valida anteprima di un gioco.
Solo un uno per cento ha gettato l'anima nel pozzo della disperazione, rinunciando alla ricerca de "Il Gioco" che, a quanto pare, non vedrà più luce, perso nel flusso super produttivo di un'industria che ancora viaggia al di fuori dei canali della crisi.

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