Maggio, mese importante nel calendario dei giocatori non solo per l’impressionante numero di eventi ludici che non fa rimpiangere la consueta densità autunnale (date un’occhiata al calendario) ma perché più o meno verso fine maggio arriva come sempre da oltre 30 anni a questa parte l’elenco dei titoli in lizza per l’ambito Spiel des Jahres, ovvero il gioco dell’anno in Germania che tanta rilevanza ha anche al di fuori dei confini teutonici…
Prima di procedere a sciorinare l’importante elenco dei nomi una domanda nasce spontanea: quanto è realmente influente questo premio per il pubblico degli appassionati non tedeschi?
Se c’è una cosa che abbiamo imparato in anni di commenti e aspettative è che, per quanto il nome del vincitore dell’ambito Spiel des Jahres faccia il giro del mondo in poco tempo divenendo ulteriore elemento di promozione (e trattativa) per gli editori che lo vincono, la giuria sembra del tutto ignorare questo fattore e ragiona (con stoica coerenza) solo in funzione del mercato tedesco e delle sue edizioni. Non stupisce quindi il vincitore dello scorso anno, quel Qwirkle targato 2006 che ha dovuto attendere la riedizione tedesca del 2011 per veder riconosciuto il proprio valore. Tenendo a mente questo leggiamo i nomi dei candidati per il 2012, cominciamo dalla categoria per i bambini
Kinderspiel des Jahres:
– Schnappt Hubi! (di Steffen Bogen)
– Die kleinen Drachenritter (di Marco Teubner)
– Spinnengift und Krötenschleim (di Klaus Teuber)
Schnappt Hubi! è un titolo di Ravensburger che unisce la costruzione partecipata del tabellone, fatto di elementi tridimensionali, all’utilizzo di un elemento elettronico (un suggeritore vocale che fornisce indizi ai piccoli giocatori), elemento quest’ultimo che ha fatto la fortuna di Wer war's?,il gioco di Knizia che nel 2008 ha vinto il primo posto in questa categoria.
Die kleinen Drachenritter è il classico gioco di impilamento con la particolarità che stavolta si parla di “sagome” di oggetti da porre su un piano inclinato. Se la HUCH! & friends portasse a casa questo premio sarebbe proprio un bel 2012 per loro, dopo la conquista del ToyAward 2012 con Talat per la categoria Teenager&Family.
Spinnengift und Krötenschleim è il nuovo gioco di Klaus “coloni di Catan” Teuber, ed è un titolo su cui Kosmos ha investito parecchio sia in termini di promozione che di qualità della produzione. Abbiamo dato un’occhiata a quest’opera durante la scorsa fiera di Norimberga: si tratta di un gioco di memoria dove la parte del leone la fanno i componenti: i gettoni (in plastica) conquistati alimentano un ribollente calderone (anch’esso in plastica) dando vita a mostri differenti (sempre in plastica). Considerando la fama dell’autore non ci stupiremmo se fosse quest’ultimo a spuntarla.
Nessuno di questi tre giochi per i più piccini ha una sua edizione Italiana, ma non è escluso che questo non possa accadere nei mesi successivi alla premiazione, come del resto è successo per i candidati dell’edizione 2011.
Passiamo ora alla categoria introdotta dall’anno scorso in risposta alla richiesta dei giocatori più esigenti di veder premiati anche i giochi meno immediati ma con una maggiore profondità strategica , il
Kennerspiel Des Jahres:
– K2 (di Adam Kałuża)
– Targi (di Andreas Steiger)
– Village (di Markus Brand e Inka Brand)
K2 era tutto sommato prevedibile in questa selezione. Questo gioco, che ricostruisce la scalata alla seconda vetta più alta del mondo, ha già conquistato gli onori della cronaca e la partecipazione ad altre liste di importanti nomination grazie a diversi elementi apprezzati dai giocatori (come la forte attinenza al tema o l’elevata interazione). Quello che un po’ stupisce è, per l’appunto, che se K2 è già cosi noto è perché effettivamente è in giro da parecchio tempo (un’espansione è già in circolazione, l’altra è in arrivo), probabilmente ci si riferisce alla seconda edizione tedesca di Heidelberger.
Targi è un titolo per due giocatori pubblicato solo in Germania dalla Kosmos. Per quanto abbiamo potuto provare alla presentazione, il gioco offre effettivamente una sfida intensa per i due contendenti , il tutto in una scatola dalle dimensioni contenute piena di sole carte (con cui si “costruisce” il tabellone) e qualche pedina. L’edizione in inglese è stata annunciata a marzo (non è chiaro se dalla stessa Kosmos o se da altri partner) ma date certe ancora non ce ne sono, chissà che questa nomination non sia un motivo valido per accellerare i tempi.
Village è il più scontato dei tre, anche in questo caso parliamo di un gioco che già vanta opinioni positive da più parti, complici anche il fatto che sin dalla sua prima edizione era disponibile il regolamento anche in inglese. Village è uno strategico ricco di componenti che propone una sfida accesa in tempi tutto sommato brevi (un’oretta e mezza al massimo) dove è bene ottimizzare al meglio lo sfruttamento dei membri della propria famiglia prima che il tristo mietitore ce li porti via. Effettivamente uno degli elementi più discussi e più apprezzati di questo titolo della Eggertspiele è proprio la gestione del ciclo della vita.
Questa categoria non mancherà di sollevare polemiche già da questa prima selezione, il motivo è semplice: i giochi per appassionati sono tanti (troppi) e questi ultimi sono i più propensi a dire la loro su internet tramite blog e forum sparsi per il mondo, convinti che il loro supergiochi preferiti, ultracomplessi e magari stampati solo in 200 copie apposta per una fiera, siano i più meritevoli di vincere il premio degli espertoni.
Invece un elemento che spicca su questa terna è che parliamo di giochi non destinati alle famiglie, ma sicuramente neanche poi cosi complessi; basti pensare che quello dalla durata maggiore è Village. Il fatto che il vincitore dello scorso anno di questa categoria sia 7 Wonders dovrebbe fornire un’adeguata chiave di lettura.
Concludiamo con la selezione per il vero premio tradizionale, lo storico gioco dell’anno.
Spiel des Jahres:
– Kingdom Builder (di Donald X. Vaccarino)
– Vegas (di Rüdiger Dorn)
– Eselsbrücke (di Stefan Dorra e Ralf zur Linde)
Kingdom Builder non avrebbe in realtà bisogno di presentazioni, anche se non ci è ancora arrivata nessuna notizia su un’eventuale edizione italiana. Il gioco di Vaccarino edito da Queen Games si è conquistato gli onori della cronaca grazie alla sua immediatezza e semplicità (pur mantenendo un minimo di profondità) che lo rendono il classico titolo giocabile da chiunque. Insomma un candidato ideale per lo SDJ.
Vegas è un titolo di una semplicità quasi imbarazzante, il che dimostra la versatilità del suo autore (lo stesso di Goa, Traders of Genoa o Snapshot). Un party game fatto di dadi in cui ogni valore ottenuto permette di posizionare il proprio dado su uno dei sei casinò; chi ha più dadi sul casinò si aggiudica i soldi ad esso associato. Una partita dura tra i 10 e 15 minuti.
Eselsbrücke è un altro party game, di quelli per più di 10 persone, anche questo realizzato da un paio di autori che di giochi ne sanno parecchio. Il memory applicato allo storytelling, non basta ricordare gli oggetti sulle carte, bisogna anche raccontare una storia che li riguardi, meglio se in maniera mnemonica.
Probabilmente i tre titoli si equivalgono in termini di presentazione, accessibilità e coinvolgimento, ma per come siamo abituati a giudicare da queste parti non possiamo fare a meno di pensare che l’esperienza di gioco offerta da Kingdom Builder sia la più appagante e meritevole. Il titolo di Vaccarino sembra essere l’unico che possa far giocare anche le famiglie o i neofiti senza dover scendere a compromessi con i party game. L’eventuale vittoria sarebbe proprio un bel regalo per l’autore, che si è già portato a casa il premio con il suo primo titolo, quel Dominion che nel 2008 ha lanciato il trend del deck-building.
Come dicevamo in apertura, le selezioni qui proposte sono estremamente pensate per il solo mercato tedesco. E’ vero che ancora oggi la Germania rimane il principale produttore, ma i tempi sono cambiati, i gusti e le produzioni vanno via via trovando un proprio stile nelle nazioni dove la cultura del gioco in scatola continua a diffondersi e i nostri editori probabilmente non tengono da conto solo di una candidatura del genere quando devono scegliere cosa importare. La vittoria dello SDJ, più che un indicatore sta diventando una conferma di un successo commerciale preannunciato. Per intenderci i vari Dixit, Dominion e 7 Wonders sarebbero stati importati e localizzati con o senza premio.
Il panorama autoriale ed editoriale italiano continua a sfornare bei titoli pensati per il nostro pubblico e per quello estero. Una vittoria dello SDJ da parte di un gioco ideato e prodotto qui in Italia sarebbe una bella notizia più che altro per l’editore che lo ha piazzato, perché sarebbe una bella garanzia di vendite…in Germania.
Se proprio cerchiamo nei concorsi degli indicatori per i “nostri” acquisti sarebbe meglio fare una media dei premi che vengono assegnati anche in altre nazioni (oltre che nella nostra), ma visto che ci piace chiaccherare e, perché no, polemizzare si dia il via al toto Spiel des Jahres 2012! Secondo voi chi vince?