E se un giorno si scoprisse che anche in Italia qualcuno sta pensando di lanciare un proprio wargame sul mercato? Beh, ne rimarremmo alquanto sorpresi, vista la diffusione relativamente limitata del gioco di guerra nel nostro Paese. Certo, applaudiremmo il coraggio di chi si impegnasse in tale impresa, augurandogli ogni fortuna.
A quanto pare, è proprio quello che dobbiamo fare oggi, visto l’annuncio da parte di Vento Nuovo Games dell’imminente uscita di Blocks in the East, titolo che riprende le classiche meccaniche dei block games (per intenderci, quelli della Columbia Games, come Julius Caesar o Hammer of the Scots) combinandole con il genere dell’hex and counter, per fornirci una simulazione strategica delle azioni sul fronte orientale dal 1941 al 1945.
Ma quanto c’è di nuovo in questo vento?
Come nella migliore tradizione wargamistica, Blocks in the East si basa su di un regolamento (peraltro liberamente scaricabile dal sito del produttore: una cortesia sempre apprezzabile) suddiviso in tre livelli di difficoltà. Il livello base espone le meccaniche fondamentali, con le quali chiunque abbia avuto modo di provare un titolo del nutrito catalogo Columbia si troverà immediatamente a proprio agio. Il livello avanzato è quello che dona un certo carattere al gioco, introducendo elementi come il tempo atmosferico, i rifornimenti alle truppe e la gestione avanzata della produzione. Infine, le regole opzionali simulano alcuni eventi specifici del conflitto, come l’azione delle formazioni partigiani, l’impatto dell’evoluzione tecnologica degli armamenti o le conseguenze sul fronte del nostro 8 Settembre. Come per tutti i block games, l’elemento più caratteristico è quello della fog of war, tenendo i blocchi in posizione verticale l’avversario giocherà “alla cieca”, non potendo sapere la reale entità delle nostre forze fino al momento del contatto effettivo.
Per quel che riguarda le modalità di gioco, oltre alla classica campagna che ripercorre l’intera storia di questo teatro operativo, sono forniti otto scenari specifici di una durata variabile tra i tre e i sei turni, alcuni dei quali concepiti appositamente per spiegare le meccaniche di base ai principianti.
Particolare attenzione è stata data ai materiali utilizzati e alle tecniche di realizzazione, con l’utilizzo di mappe in laminato, elementi in plastica e legno, metodi di colorazione avanzata e una grafica accattivante.
Lasciando da parte il fattore estetico e andando al sodo, già ad un primo sguardo appare evidente la derivazione di tale titolo dai suoi predecessori marcati Columbia, Eastfront in particolare. Va però detto che tale obiezione può essere mossa sostanzialmente solo per il regolamento di base e che già con le regole avanzate il gioco assume connotati propri, ulteriormente rafforzati dalle numerose regole opzionali. D’altronde,è anche vero che determinate meccaniche risultano così valide da permettere delle rielaborazioni successive, che non necessariamente sconfinano nel plagio: altrimenti dovremmo gridare allo scandalo ad ogni uscita di un nuovo titolo card-driven, bollandolo come semplice “copia” dei venerabili We The People o Twilight Struggle .
Di sicuro Blocks in the East rappresenta una novità interessante per il nostro Paese e potrebbe preludere ad una ripresa di attenzione per il settore wargamistico bidimensionale. Già solo per questo merita la nostra attenzione e una prova sul campo, facilitata anche dal prezzo contenuto (55 euro) che di questi tempi non è un aspetto da sottovalutare.