giovedì 28 Novembre 2024

Spiel des Jahres-Una risposta molto soggettiva alla domanda di tutte le domande

Come di consueto, dopo l’annuncio del vincitore dell’ambito premio tedesco, non mancano i commenti alle scelte dei giurati, che vanno dai complimenti entusiastici per l’”ovvio” vincitore alle critiche più aspre sui parametri di giudizio adottati. Proprio con questi parametri Tom Felber aveva avviato la rubrica Spielarum, ma a seguito della cerimonia di premiazione il giurato Andreas Hass ha voluto aggiungere una sua personale postilla che dovrebbe ulteriormente chiarire su cosa verte la scelta finale…

Una risposta molto soggettiva alla domanda di tutte le domande
di Andreas Haass (giurato dello Spiel des Jahres dal 2008 al 31.08.2013)

“Quale è dunque un buon gioco?”, “Che cosa è che rende un gioco il Gioco dell'Anno?”, “Che cosa possiede questo gioco, che gli altri non hanno?”. Queste sono solo alcune delle domande che ci vengono spesso rivolte, come normali giocatori da parte di amici e familiari e come membri della giuria dello “Spiel des Jahres” anche da parte dei colleghi della stampa.

All'inizio della mia esperienza nella giuria ho risposto, molto diligentemente, richiamando i criteri (molto ben esposti dal collega Felber): idea di gioco,  qualità del regolamento, materiali e grafica. Ancora oggi rispondo così, ma solo alla fine di una spiegazione più articolata.

Oggi inizio sempre con una constatazione che suona semplice e banale: “un gioco deve essere divertente!” Se non lo fosse, potrebbe essere anche superbo prodotto d'artigianato, ma non sarà mai quel “buon”, “superbo”, “fichissimo” gioco che stiamo cercando e che l'animo da giocatore desidera.

Così le cose divengono improvvisamente complicate, perché decidere ciò che è divertente è una scelta sfacciatamente personale. E' una cosa che difficilmente si può prevedere. Mentre uno si tuffa volentieri in giochi altamente tattici che durano oltre due ore (spiegazione esclusa), l'altro preferisce giochi leggeri e veloci che durano meno di mezz'ora (inclusa spiegazione e preparazione).

A chi, ad esempio, preferisce giochi con una certa componente di fortuna (dovuta a lancio di dadi oppure a pesca casuale di carte o tessere) farà molto piacere la scelta dei nominati allo Spiel des Jahres di quest'anno. A chi invece tutto questo non piace, la nostra scelta risulterà poco felice.

Questi giochi sono quindi belli o brutti? O magari belli e brutti allo stesso tempo? No, semplicemente sono più o meno divertenti per chi li gioca. Qui mi piacerebbe che ci fosse una visione un po' meno manichea, perché quando uno gira per i forum ludici si accorge che i giochi vengono divisi in “patacche” e “nuove stelle del firmamento ludico”.

Alla fine si tratta di un punto di vista molto personale. Chiaro, l'analisi dell'idea di gioco, della qualità del regolamento, dei materiali e della grafica aiuta noi e molti giocatori e giocatrici ad operare una prima scelta, però quello che alla fine mettiamo sul tavolo resta sempre una scelta individuale ed è giusto che sia così, perché alla fine un gioco deve essere divertente, o no?

(Articolo originaletraduzione a cura di Fabrizio Paoli)

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