mercoledì 27 Novembre 2024

Morte e resurrezione di The Doom that came to Atlantic City

Da quando ha preso piede la pratica del crowdfunding per finanziare  piccole e grandi idee tramite piattaforme online (la più famosa è Kickstarter) abbiamo assistito a molte proposte intriganti e ai loro non sempre prevedibili esiti. Insospettabili successi multimilionari, progetti  strabilianti sulla carta che non hanno neanche raggiunto la quota di partenza, progetti cancellati poco prima della chiusura per manifesta incapacità di valutazione dei costi, progetti sospesi in attesa dell’esito di qualche causa legale… e ovviamente non sono mancati i progetti che nonostante l’ottimo risultato ottenuto non hanno ancora dato vita a nulla, scatenando l’ira dei finanziatori. E’ questo il caso di The Doom that came to Atlantic City

The Doom that came to Atlantic City è un gioco da tavolo ideato da Keith Baker (autore noto più per la sua carriera nel mondo dei giochi di ruolo che per i boardgame) che vede i giocatori prendere i panni degli ormai blasonati Grandi Antichi dell’universo narrativo di H. P. Lovecraft (Cthulhu, Nyarlathotep, Shub-Niggurath e il resto della compagnia) impegnati in una sfida per la conquista del mondo. Il sistema di gioco ricorda il Monopoly, anche se qui si tratta di conquistare portali e far fuori gli avversari, non certo acquistare quartieri (piuttosto distruggerli). Gli elementi che probabilmente rendono questo titolo veramente interessante sono le illustrazioni a cura di Lee Moyer e le miniature scolpite da Paul Komoda.

L’idea originale del gioco risale a quasi dieci anni fa, la sua prima opportunità di pubblicazione la trova in Z-Man Games nel 2011, ma durante l’acquisizione dell’editore da parte di Filosofia Editions il titolo viene cancellato. A recuperarlo ci pensa Erik Chevalier, che con la sua The Forking Path lo lancia su Kickstarter nell’estate del 2012. La campagna di finanziamento va ben oltre gli auspici di Chevalier: con un obiettivo iniziale di 35000 $, raggiunge in un mese oltre 122000 $.
Con un tale capitale sembra che non ci siano più ostacoli (anche se ad onor di cronaca la Hasbro ha protestato lo scorso autunno e ha ottenuto la rimozione dalla grafica di diversi elementi che troppo facilmente riconducevano al Monopoly), eppure in oltre un anno di aggiornamenti non vi è stata traccia di date di spedizione, solo parecchi ragguagli su come procedeva il lavoro.
Fino allo scorso fine luglio, data in cui il signor Chevalier informa i suoi backer che… non sene fa più niente!
E’ abbastanza scontata la reazione iraconda della maggior parte dei finanziatori…
Le motivazioni sono varie e tutte di natura economica: errori nella valutazione dei costi, imprevisti, traslochi improvvisati e in generale tutta una serie di spese legate alla fondazione di una nuova società. Erik Chevalier “spiega” che non c’è nulla da fare: ha perso il suo lavoro per dedicarsi a questo progetto e ora è senza un soldo in tasca, ma promette che tutti i soldi che guadagnerà d’ora in poi saranno destinati a risarcire gli utenti che lo hanno finanziato. Il buon proposito però non è bastata a calmare gli animi dei finanziatori che hanno criticato a gran voce il modo in cui sono stati investiti questi 122000 dollari, specialmente quelli che avevano contribuito con cifre sostanziose (c’erano anche pledge da 2500 dollari…) non hanno aspettato molto per alzare il telefono e muoversi per vie legali.
E’ interessante notare che tra i costi imprevisti che dovrebbero giustificare questa sciagurata gestione, figurano anche i compensi anticipati per l’autore e l’illustratore del gioco. Notizia prontamente smentita da Baker e Moyer che allo stato attuale non hanno ancora visto il becco d’un quattrino.
Questo caso di investimenti sbagliati (o se preferite, “fuga col malloppo”) è salito agli onori della cronaca di mezzo mondo (perfino sui nostri quotidiani) aumentando la notorietà del signor Chevalier e portando alla luce altri fallimenti editoriali di dubbia natura in cui il giovane imprenditore è stato coinvolto in passato.

Arriviamo ad agosto: mentre i finanziatori del progetto pretendono la testa di Chevalier come unica consolazione per i soldi persi, giunge la bella notizia: l’editore americano Cryptozoic ha rivelato la licenza per pubblicare The Doom that came to Atlantic City, con la promessa di fornire una copia a tutte le persone che hanno contribuito alla campagna originale su Kickstarter.
Questa decisione non nasce solo dalla generosità dell’editore, ma anche da un reale apprezzamento del gioco da parte di Cryptozoic, che lo considera un sicuro successo che andrà a ruba nei negozi. A conferma di questa previsione arrivano i commenti sui forum degli appassionati, che promettono di premiare questo gesto acquistando il gioco anche se non erano interessati al tempo del Kickstarter.

L’ira nei confronti di Erik Chevalier non si è placata, di fatto è stato già costretto a risarcire alcuni dei finanziatori più rilevanti della sua raccolta fondi, ma quantomeno questa notizia ha rallegrato gli animi dei giocatori e ha portato parecchia attenzione sul gioco e sul settore boardgame in generale. Ora non ci resta che attendere il 2014 per scoprire se veramente The Doom that came to Atlantic City vedrà luce, intanto Cryptozoic gli ha dedicato una pagina ufficiale e ne ha mostrato una versione  quasi definitiva alla Gen Con della scorsa settimana.

Sembra che stavolta nulla si frapponga fra i giocatori e il loro agonato monopoly dei grandi antichi!

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