domenica 24 Novembre 2024

Spiel des Jahres – L’incontro ludico

Spesso si descrive la Germania come un paese dove la cultura ludica è parecchio diffusa, dove il gioco viene supportato anche dalle istituzioni e praticato abitualmente nei luoghi pubblici. E di come questa forte integrazione tra gioco e società sia il motore dell’industria ludica, che proprio in Germania trova una delle sue migliori espressioni.
Su questa presunta accessibilità alle occasioni di gioco ci torneremo senz’altro, ma intanto condividiamo questa testimonianza del giurato dello Spiel Des Jahres ,Chris Mewes, per la rubrica Spielraum. Dopo averci parlato della sua esperienza con i giocatori della terza età, il giornalista di Monaco ci racconta come ha dato vita a un evento di punta del calendario ludico bavarese, trovando il supporto dello stato e della chiesa…

Lincontro ludico di Chris Mewes

Ascheim, il piccolo comune ai margini della metropoli di Monaco si caratterizza, grazie anche alla situazione economicamente agiata, per alcune particolarità: 2 campi da golf, un impianto per lo sci d’acqua, energia geotermica, impianti sportivi per i bavaresi, sedi di aziende note a livello mondiale e un incontro ludico.

Già da molto tempo, circa 20 anni, l’amministrazione comunale assieme alla chiesa evangelica ha riconosciuto il valore culturale del gioco e appoggiato un’iniziativa privata per la creazione di un incontro ludico regolare aperto al pubblico. L’idea nacque assieme alla costruzione della chiesa evangelica in quello che allora era un paese di 7000 abitanti. Il nuovo edificio doveva includere stanze per il bricolage e per i giovani, tra cui anche una cantina da adibire a magazzino. Una struttura di questo genere, in particolare quando è nuova e vuole incamminarsi su nuovi sentieri, deve essere riempita di vita. Il parroco, sempre molto impegnato sia nelle attività spirituali che in quelle secolari, fu subito entusiasta quando proposi di portare il gioco nella chiesa. Ci conoscevamo già molto bene dai tempi dei weekend assieme ai bambini e ai giovani, e avevamo anche già giocato assieme. Come potevamo però concretizzare il nostro progetto e battezzarlo?

Era chiaro sin dall’inizio, che tutti i partecipanti dovevano essere volontari e sopratutto che non dovevano esserci costi. Se la chiesa era disponibile a concedere gli spazi gratuitamente, io avrei portato i giochi e li avrei spiegati. Per poter offrire una vasta gamma di titoli sarebbe stato però necessario disporre di un magazzino, perché volevo evitare di dover ogni volta fare 700 m con l’auto piena di giochi da casa alla chiesa e ritorno. L’obiettivo era di avere sempre almeno 100 giochi tra classici e moderni disponibili nella chiesa, così l’incontro poteva tenersi anche se io fossi tornato tardi da un viaggio di lavoro o se fossi dovuto rimanere in ufficio più a lungo del solito. Il parroco mise a disposizione una delle stanze della cantina e io la ammobiliai con degli scaffali.

A breve avremmo cominciato. La chiesa doveva essere consacrata e circa quattro settimane dopo l’incontro ludico avrebbe aperto le sue porte. Come dovevo però fare per poter richiamare un numero sufficiente di giocatori, cosicché non regnasse il vuoto proprio la prima sera? Scrissi un comunicato stampa e lo distribuii ai giornali locali e ai cosiddetti “fogli da spazzatura”, così si chiamano nella zona orientale di Monaco quei giornali gratuiti pieni di pubblicità che informano su quello che succede nel circondario e che ogni famiglia guarda brevemente e poi getta nella spazzatura. Nel bidone della carta, ovviamente.

Si parte con umiltà: tre tavoli da quattro persone, pensavo, sono già una buona cosa. Il mio gruppo di gioco sarebbe venuto sicuramente, poi il parroco e un paio di curiosi. Iniziando con molta cautela, una serata al mese, dovrebbe essere un piano realizzabile.

C’era un’altra cosa che considerai importante: tenere sin da subito una statistica, così da poter sapere quanto persone erano interessate, quante volte si era tenuto l’incontro e quali giochi venivano giocati. Così a fine anno potevo organizzare un quiz con domande tipo: quanti giochi differenti sono stati giocati quest’anno? Quali persone sono venute più spesso? Quanti giocatori e giocatrici sono venuti in tutto?

E poi un paio di regole per semplificare la vita a tutti i partecipanti:
–    Massimo un gioco per tavolo, in modo che alla fine della serata le scatole sarebbe tornate complete in cantina.
–    Nessun gioco sul pavimento in modo da assicurare una lunga vita ai giochi.
–    Al termine della serata tutti aiutano a mettere a posto.

Credevo di aver pensato a tutto in anticipo. Avevo anche ipotizzato che la chiesa avrebbe potuto non essere pronta in tempo, cosa che mi spinse a spostare la data del primo incontro di quattro settimane.

Avevo anche deciso di non fondare nessuna associazione, perché ce ne erano già abbastanza. Inoltre io ero già membro in diverse associazioni e adesso avrei dovuto aggiungerne un’altra con il proprio statuto? No grazie, doveva rimanere tutto semplice e basato sul volontariato. Non volevo che il mio impegno sociale fosse asservito a regole dettate dall’esterno. Però poi venne l’amministrazione comunale e disse che questo incontro ludico era sì una grande idea e loro mi avrebbero sostenuto, ma io avrei dovuto fondare in fretta un’associazione. No, non volevo farlo in nessun modo. "Vabbè, allora no" , però l’assicurazione l’avrebbero pagata loro. E a questo in effetti non avevo pensato.

Infine c’eravamo. La chiesa era pronta. Un gioiello architettonico, non solo per una piccola comunitàcome la nostra. A Natale per la messa col presepe vivente c’era stato il pienone e ora toccava al primo incontro ludico.
L’appuntamento era per martedì alle 19:30. Avevo già adattato i miei impegni lavorativi e stavolta ero sul posto già un’ora prima. Emozionato avevo preparato tutto e attendevo che il primo ospite varcasse la porta della chiesa.

Non rimasi deluso. Poco prima delle 19:30 c’erano già 20 persone, dieci minuti dopo arrivarono i rappresentanti della stampa e io ero pieno di cose da fare, gente da salutare, domande a cui rispondere, foto, interviste…Come avrei potuto fare quello che avevo programmato, ovvero giocare e spiegare agli altri partecipanti i giochi?
Come se fosse stato stabilito prima, una giovane coppia si assunse questo compito e mi lascio libero. Non appena trovai il tempo di ringraziarli, quelli si offrirono di aiutarmi anche in futuro. I giochi sono un bene culturale ed era grandioso che anche questo piccolo paesino ora avesse un suo incontro ludico. Ancora oggi entrambi continuano ad essere fedeli a me a all’incontro.

Gli incontri successivi non sono sempre stati così ben frequentati, ma due tavoli coi giocatori sono stati in questi anni il minimo assoluto. Il numero di partecipanti è aumentato lentamente, ma continuamente. A volte la voglia di giocare era così forte che ci siamo dovuti spostare nel foyer o in una stanza adiacente.

Molto presto si era creata una squadra fissa di giocatori di entrambi i sessi. Molto presto si fece forte anche la richiesta di un secondo appuntamento mensile. Alle mie flebili proteste riguardo le possibilità di successo risposero che non mi dovevo preoccupare. C’erano tre giocatori che avrebbero gestito il secondo appuntamento. Io dovevo solo mettere a disposizione i giochi e prendermi cura delle comunicazioni alla stampa.

Durante le ferie estive l’incontro ludico è divenuto parte del programma di attività del comune. Prima della serata di giochi vengono messi a disposizione giochi per bambini da sei anni in su, sia da fare all’aperto che al coperto. Questo diverte molto anche i giocatori abituali, tanto che alcuni si prendono il pomeriggio libero per intrattenersi in tattica e destrezza coi bambini.

Dopo un paio di anni la chiesa venne a chiedermi di pagare un affitto per l’incontro ludico, così come già facevano altri utenti e organizzatori. Questi avrebbero dovuto coprire i costi dell’energia e della pulizia. Ma questo avrebbe potuto significare la fine dell’incontro ludico, perché la mia iniziativa era nata basandosi sulla gratuità su entrambi i fronti. Fortunatamente l’amministrazione aveva riconosciuto il valore culturale del gioco e risolse il problema alla bavarese.
Erano pronti a sostenere l’impegno sociale e hanno continuato a farlo fino ad oggi. Purtroppo le riunioni del consiglio comunale si tengono sempre di martedì e quindi il borgomastro del nostro piccolo comune era un ospite tanto benvoluto quanto raro. Però non mancò di essere presente in occasioni particolari. Onorò il 333°incontro ludico con un assegno per l’acquisto di nuovi giochi e dicendo che era un’ottima performance aver realizzato qualcosa del genere. Ancora di più era però da apprezzare che fossimo riusciti nell’arco di dieci anni a dare continuità e prestigio a questo appuntamento.

Per il 444°appuntamento il comune ci sorprese donando un gioco in grande formato, che viene utilizzato per occasioni particolari.

Nel frattempo nella parte orientale di Monaco si continua a giocare ogni martedì. Solo una volta l’incontro è saltato a causa della messa di S. Silvestro.
Nel corso degli anni parecchie persone diverse sono venute a giocare in chiesa il martedì, alcune si sono pure sposate tra loro. Questa però è un’altra storia.

Nel 2015 l’incontro ludico aprirà le sue porte per la 500° volta e non è solo la piccola comunità alle porte di Monaco ad esserne fiera.

(Articolo originale – traduzione a cura di Fabrizio Paoli)

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