Il prossimo 6 luglio sarà annunciato il 37° Spiel Des Jahres, il premio come miglior gioco dell’anno nella nazione più ludica del vecchio continente, la Germania. Un premio talmente importante da attirare le attenzioni anche del pubblico e degli operatori al di fuori dei confini tedeschi.
Nell’attesa di conoscere il vincitore, troviamo in questo articolo della rubrica Spielraum una testimonianza importante di un giudice dello SDJ, che ci racconta come, venti anni fa, un gioco rappresentò l’inizio di una rivoluzione non solo per l’industria ludica, ma anche per i parametri del premio più rappresentativo del settore.
Parliamo di Coloni di Catan, il gioco di Klaus Teuber edito dalla Kosmos nel 1995.
Catan festeggia quest’anno li suo primo ventennio, senza aver mai abbandonato gli scaffali dei negozi di giochi di tutto il mondo. Wieland Herold ci spiega come fu accolto dalla critica e come giunse alla vittoria di quell’anno…
Giurato nell’anno del Signore 1995 di Wieland Herold
Se c’è stato qualcosa nel mondo del gioco paragonabile all’anno della svolta [la parola usata in tedesco è Wende, che é la stessa utilizzata per riferirsi alla caduta del muro di Berlino, N.d.T.], allora questo è stato sicuramente il 1995: un anno in cui il sole sorse su paesaggi ludici. Un anno che pose le basi per il successo dei German Games. Il mio primo anno come giurato con poteri decisionali.
Fui accolto nell’associazione “Spiel des Jahres” nel maggio 1994, ma non partecipai all’elezione di MANHATTAN. Le mie prime esplorazioni alla ricerca del vincitore 1995 ebbero luogo alla fiera “Spiel”di Essen 1994 e alla fiera del giocattolo di Norimberga 1995.
Allora la manifestazione di Essen aveva già piùdi 100000 visitatori, ma ancora non c’era la valanga di novitàe l’ampiezza di espositori internazionali che c’è oggi. Lo show delle novità era dominato dai piccoli editori tedeschi, oggi quasi tutti ancora attivi. Uno di questi giochi, BUZZLE della franjos, riuscì ad arrivare nella lista dei selezionato dell’anno successivo.
La concorrenza non era grande: mi sono rimasti in mente DAS REGELN WIR SCHON di Karl-Heinz Schmiel e PHANTOMS OF THE ICE di Alan Moon. Tutto qua, se si tralascia l’euforia per i giochi di carte collezionabili.
La fiera di Norimberga qualche mese dopo fu molto più interessante. Ancora concentrata nella vecchia Frankenhalle, raccoglieva una molteplicità di medi e grandi editori tedeschi. Accanto a Schmidt, Ravensburger, Abacusspiele, Adlung, Amigo, Hans im Glück, Kosmos, Noris e Queen Games, c’erano ancora editori ormai scomparsi come ASS, F.X. Schmid, Blatz, Klee, Theta e Heye. La Hasbro era molto ben rappresentata con MB e Parker.
La grossa sorpresa fu che il gruppo Sieber di Simba-Toys mise in pista un editore, Goldsieber, con impegnativi giochi per famiglie e per adulti, che crearono un nuovo standard. Fiore all’occhiello di questa nuova casa editrice era Klaus Teuber, che contemporaneamente contribuiva al lavoro redazionale del TM-Team (Klaus Teuber, Reiner Müller, Wolfgang Lüdtke e Peter Neugebauer).
Müller e Teuber erano anche nella squadra che superò la sorpresa di Norimberga con un’altra sorpresa: come redattore di Franckh-Kosmos, Reiner Müller era responsabile per la pubblicazione di DIE SIEDLER VON CATAN, un apparentemente complicato gioco di colonizzazione, troppo complesso secondo alcuni all’epoca. Imporlo alle famiglie sarebbe stato un passo troppo lungo per la giuria, veramente? Lo stesso Reiner Müller era convinto che l’interesse per quel tipo di giochi ci fosse, ma che gli editori avrebbero dovuto trovare nuove strade per proporre questo genere di idee.
Synes Ernst, allora presidente della giuria dello “Spiel des Jahres”, il 27 maggio 1995 durante il raduno di autori di Gottinga tenne un discorso per indicare la strada. Non si limitò a presentare la lista dei nominati, ma chiese agli autori e ai redattori presenti di pretendere di più dai giocatori sviluppando giochi più impegnativi. Edwin Ruschitzka nella rivista Spielbox (numero 3/95) valutò questo discorso come un’indicazione verso CATAN, ma concluse che comunque l’incertezza restava, visto che Synes Ernst alla fin fine aveva solo un voto su undici.
Ma la decisione per gran parte dei membri della giuria era stata già presa molto rapidamente: non premiare questo gioco avrebbe squalificato il lavoro della giuria! A Teuber e Müller era riuscito di trasformare un gioco di colonizzazione in un gioco comunicativo di commercio con una piccola componente logistica, in cui ogni lancio del dado generava tensione. Fortuna, pianificazione e abilità negoziale: tutto compresso in una pagina di regole, accompagnata da un’utile disposizione iniziale e con spiegazione aggiuntive raccolte in un “Piccolo Almanacco del Colono”. Venti anni fa nessuno avrebbe potuto mettere in commercio un gioco meglio di così.
E il gioco fu più che un successo, benché inizialmente sia stato recepito con molto scetticismo. Harald Hemmerlein, nell’editoriale di Spielbox dopo la decisione della giuria, scrisse che c’erano voci che “ritenevano che la giuria con questa decisione” avesse mancato del tutto “il gusto generale del pubblico”. A “Coloni” fu prefigurato un destino simile a quello di UM REIFENBREITE, vincitore del 1992.
Anche l’editore non aveva piena fiducia nella forza del gioco e del suo autore e per la premiazione nell’ambito del festival ludico “Hessen spielt” al 29 settembre 1995 a Francoforte decise di reclutare l’umorista Ephraim Kishon. Fortunatamente i giocatori avevano una diversa opinione. SIEDLER VON CATAN non finì solo sotto l’albero di Natale, ma venne giocato, giocato e giocato.
Per noi giurati c’era una strada da percorrere, quella indicata dalla richiesta di Synes Ernst di pretendere sempre più dai giocatori. Il vincitore dell’anno successivo poté essere avvistato già a Essen 1995. Con EL GRANDE, sicuramente il miglior gioco di Wolfgang Kramer, la giuria proseguì sulla sua strada impegnativa. Il pericolo di allontanarsi dai classici giochi per famiglie, in un periodo dove mancava una chiara suddivisione, era certamente presente. Ce ne voluto di tempo finché il pedone antracite [il Kennerspieldesjahres, N.d.T.] non ha offerto una scappatoia.
Quella di venti anni fa fu una giusta partenza verso nuove sponde. Fu l’alba su un paesaggio ludico che poté appassionare almeno una generazione e la portò verso la cooperazione al tavolo di gioco.
(articolo originale – traduzione a cura di Fabrizio Paoli)