Quando un marchio diventa riconosciuto in tutto il mondo, il rischio è di trovare gli scaffali inondati di prodotti pressoché identici, ma che spesso differiscono molto in qualità e interesse. Il mondo dei giochi da tavolo non fa certo eccezione a questa ferrea legge del mercato e nelle rare occasioni in cui un titolo si impone ben al di sopra degli standard di vendita, allora è molto probabile che gli editori cerchino di raccogliere più frutti possibile. A volte, però, nuovi prodotti legati a un brand di successo, a una prima occhiata senza troppe aspettative di innovazione, finiscono però per rinfrescare la linea, portando aria fresca e allargando ulteriormente il pubblico di riferimento. Uno degli ultimi fenomeni che hanno travalicato i confini degli appassionati ludici è di certo Pandemic, che in pochi anni ha saputo raggiungere anche in Italia, una fanbase molto più vasta rispetto alle attese. Complice un'ambientazione resa alla perfezione e una serialità mai fine a se stessa, il titolo originariamente figlio di Matt Leacock ha continuato a mietere consensi e un numero sempre crescente di adepti, curiosi di provarne le numerose espansioni e varianti date alle stampe…
Così, all'alba della fiera ludica per eccellenza, dove l'attesa delle novità si accompagna alle consuete rivisitazioni di qualche evergreen, il 2015 conosce il debutto di “Pandemic: Legacy”. Se dodici mesi fa l'epidemia più nota del gioco in scatola era tornata nelle due vesti di "Contagion" e "The cure" – con tavoli regolarmente gremiti per entrare in contatto con i due nuovi titoli – questa volta dalle parti della Z-Man – e dunque Filosofia – hanno deciso di virare decisi su una maggiore personalizzazione e sull’inserimento di una più spinta variabile temporale.
Percorrendo il sentiero già tracciato negli anni scorsi da Hasbro con Risk, la casa di produzione tedesca scriverà così alla manifestazione che apre oggi, un nuovo, forse definitivo capitolo della recente saga "bio-apocalittica" più nota in ambito ludico.
L'operazione ha ottenuto un'enorme eco fin dalle primissime voci di corridoio, arrivate nell'ormai lontano luglio 2014. Quindi, nei mesi a seguire agli spifferi si sono sostituite le prime, importanti conferme, con l'annuncio del lancio globale alla fiera del gioco in Germania e la concomitante uscita in lingua italiana, effetto della presenza diretta di Asmodee anche nella nostra penisola, come noto, dietro i vessilli Asterion. La nuova creatura vede nelle vesti di creatori lo storico padre Leacock assieme a Rob Daviau, che aveva preso parte anche alla realizzazione di “Risk: Legacy”, a ulteriore riprova del filo rosso che unisce i due titoli, ben al di là della pura e semplice etichetta. Dalle prime occhiate alla scatola di “Legacy”, pare sparito l'obbligo di ricorrere ai pennarelli che tanti giocatori hanno infastidito nella versione omonima de celeberrimo wargame. Quella in arrivo, comunque, è un’anteprima assoluta, dal momento che neanche a Indianapolis in occasione di Gen Con 2015 è arrivata una singola copia di questo attesissimo prodotto. Dodici mesi fa, però,il papà di Pandemic aveva spiegato come con la nuova versione, avremmo assistito al decisivo inserimento della variabile temporale tra una partita e l’altra. Nella versione Legacy, il buon vecchio “Pandemia” si svolgerà, infatti, nell’arco di un anno, da completare in diversi match. Tra uno e l’altro, però, i personaggi potranno evolvere, alcuni addirittura morire e, soprattutto, il virus killer inizierà a propagarsi in maniera sempre più violenta e incontrollabile. Naturalmente, obiettivo dei giocatori sarà quello di debellare il ceppo maledetto, lavorando in squadra come la migliore tradizione di Pandemic vuole insegnare. Alla fine l’esito sarà uno dei due abituali: la diffusione incontrollabile della malattia, o la vittoria della scienza e delle capacità organizzative dell’uomo. Chi riuscirà a prevalere?
Quello che si preannuncia come uno dei fiori all’occhiello non solo dello stand Z-Man, ma dell’intera kermesse teutonica, arriverà in due scatole di colore differente, una rossa a una blu, ma di identico contenuto. Le primissime sbirciate parlano di un'edizione curata nei minimi particolari: la casa editrice ha voluto regalare ai fan, nell’appuntamento più importante dell’anno, un nome conosciuto, sì, ma anche un vero e proprio gioiello dal punto di vista dei componenti, così come tutti i frateli maggiori nell’ormai grande famiglia di “Pandemic”. E’ prevista la presenza di adesivi, con vere e proprie sezioni e materiali destinati a rimanere segreti, fino a che il gioco non consentirà espressamente di svelarli. Parafrasando Matt Leacock, sarà un po come “guardare una serie tv su Netflix, in cui ogni partita diviene un episodio”. E chi di noi non sognerebbe di impersonare uno di quegli eroi in tuta e mascherina, impegnati a salvare la razza umana dal sicuro sterminio? Insomma, a quanto pare, si preparano vere e proprie campagne in stile epic fantasy, ma con ambientazione il pianeta Terra infestato dai batteri assassini. Da due a quattro giocatori potranno lanciarsi in questa full immersion ludica, dove le regole di fondo e le risorse a disposizione dovrebbero accostarsi a quelle tipiche di “Pandemia”, ma è l’esperienza dei giocatori a venire completamente stravolta. La promessa degli autori è che ciascuna sfida risulterà completamente diversa dalla precedente, in virtù dell’espediente narrativo che dovrebbe conferire elementi imprevedibili e in continuo mutamento. Basterà a convincere i più scettici che non si tratti di un'operazione puramente a fini commerciali?
Da oggi, con il via ufficiale all'edizione 2015 di Essen, in tutti i negozi di giochi del mondo, si fa sul serio e per “Pandemic: Legacy” arriva la cruciale prova del tavolo. Fondo del barile o evoluzione definitiva di un classico di ultima generazione? Ai posteri, cioè a noi giocatori, l'ardua sentenza.