venerdì 22 Novembre 2024

The Walking Dead: No Sancturary – Una sfida di sopravvivenza e leadership

In questi anni gli Zombie tirano più del proverbiale carro di buoi. A guidare l’invasione troviamo The Walking Dead, famosa serie a fumetti e ancor più famosa serie televisiva che, con una gragnuola di prodotti, ha invaso anche il settore dei giochi. La Cryptozoic Entertainment ha ben pensato di sfruttare i diritti già in suo possesso per le trasposizioni della serie televisiva per un nuovo prodotto che, almeno a una prima occhiata, sembra collocarsi in uno spazio intermedio tra Zombicide e Dead of Winter.

E’ infatti partito da poco su Kickstarter, la nota piattaforma di crowfounding, il progetto per finanziare The Walking Dead: No Sancturary, survival horror cooperativo in cui 1-4 giocatori cercheranno di sopravvivere assieme all’apocalisse zombie.

A una veloce occhiata alla pagina del Kickstarter possiamo subito riconosce alcuni tratti caratteristici del genere: una scatola base con miniature (poche per ora, ma gli stretch goal hanno già iniziato a dare qualche frutto), almeno due espansioni già pronte e qualche bonus esclusivo per chi partecipa al Kickstarter. Nella descrizione, oltre alle immagini dei materiali, troviamo anche una prima versione delle regole, che ci danno un’idea generale del sistema di gioco.
In The Walking Dead: No sanctuary ogni giocatore impersona un personaggio della serie televisiva omonima, con la scatola base potremo scegliere tra Rick, Andrea, Glenn e (immancabile idolo delle folle) Daryl. Ogni personaggio ha un suo mazzo di carte sopravvissuto, una plancetta, una serie di segnalini e chiaramente una miniatura che lo rappresenta.
Ogni partita consiste nell’affrontare uno scenario, e ogni scenario riproduce una particolare situazione già vista nella famosa serie tv (il comparto visivo del gioco riprende le immagini e i fotogrammi della serie).

Il sistema di gioco pone parecchio l’attenzione sulla capacità dei personaggi di reagire agli eventi e sul rapporto con le decisioni del leader. Ogni turno è caratterizzato da un evento: una carta di un particolare colore selezionata dal leader fra due pescate dal mazzo. Ogni giocatore sarà costretto a giocare una carta dalla propria mano, il colore definirà se la scelta del giocatore per quel turno sarà allineata con la decisione del leader oppure no. Una mancata coesione tra il leader e i giocatori accrescerà il livello di stress nel leader, inoltre se il leader stesso dimostrerà di non credere nelle sue scelte (ovvero se giocherà una carta di colore differente da quella che ha scelto a inizio turno), vedrà ridursi il proprio livello di fiducia.

Questi valori avranno effetto nelle fasi successive del turno, ovvero quando i giocatori eseguono le azioni e, in linea generale, tirano dei dadi con simboli speciali. Dissapori tra i membri del gruppo, stress accumulato, e l’inevitabile fattore paura che aumenterà con il crescere della minaccia non morta, potrebbero rivelarsi tutti fattori disastrosi nel tentativo di raggiungere le condizioni per risolvere lo scenario.
Come in quasi tutti i giochi di questo genere, gli Zombie si muovono in maniera autonoma nella propria fase: i corpi si rianimano, se sono nella stessa area di un sopravvissuto lo attaccano facendogli scartare carte e, infine, se non hanno cibo fresco a portata di mano si spostano per raggiungere i succolenti sopravvissuti. A seconda del livello di minaccia raggiunto, nuovi non morti potrebbero giungere a ingrossare le fila di quelli già in campo.

Anche se il regolamento pubblicato non è definitivo, è evidente che il gioco sembra ricalcare parecchio i temi della serie tv. Gli zombie sono chiaramente la minaccia principale, ma per sopravvivere i personaggi dovranno fare i conti anche con le proprie paure e con la capacità di convivere con gli altri membri del gruppo. Il meccanismo che “costringe” a scegliere le carte sembra funzionale in tal senso, ma per misurarne l’efficacia una prova su strada è più che necessaria.
Il paragone con l’altro gioco di miniature felicemente finanziato su Kickstarter da Mantic è d’obbligo. In The Walking Dead : All Out War la sfida è sicuramente più tattica, i team sono già consolidati, si può fare affidamento sui punti di forza di ogni membro della squadra e si può addirittura ragionare sullo sfruttamento degli zombie come armi offensive o come diversivi. Invece in questo The Walking Dead: No sanctuary, ci si potrà considerare fortunati già solo se sarà garantita la tenuta della squadra, per poi provare tutti assieme a sopravvivere ai famelici non morti. La parte di combattimento con gli zombie dovrebbe comunque godere anch’essa di un sistema funzionale, a garantirlo c’è la firma dei designer, Adam e Bradly Sadler, già noti per diversi titoli di Fantasy Flight come X-Wing.

A meno di un giorno dalla sua partenza il finanziamento di The Walking Dead: No sanctuary procede spedito verso il suo main goal di 250.000 dollari. L’esperienza di gioco sembra voler attrarre anche i fan della serie in questo progetto, ma il regolamento proposto non è sicuramente banale. Ma se altri kickstarter dello stesso genere ci hanno insegnato qualcosa, è che sicuramente gli zombie sono un ottimo modo per portare i neofiti a interessarsi dell’intrattenimento tabletop. Quindi assistiamo con curiosità al proseguimento di questa campagna e confidiamo in un prossimo annuncio per una localizzazione italiana anche per questo titolo.

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