Dalla sua nascita, il premio Gioco di Ruolo dell’Anno ha visto crescere il suo impatto sul settore almeno quanto è cresciuto il numero di iscritti a questa competizione che, attraverso l’impegno di una giuria formata da esperti, premia il gioco di ruolo più significativo dell’anno editoriale appena trascorso. Seguendo una tendenza ormai consolidata, che vede un’impennata della qualità media dei titoli proposti sul mercato, anche quest’anno il roster ai nastri di partenza è stato particolarmente ricco: 17 titoli di estrazione e design molto diverso che si sono contesi il podio e hanno obbligato la giuria all’ennesimo (ma immaginiamo divertente) tour de force ludico per la scelta dei finalisti. Come da programmazione, oggi sono stati resi noti i nomi dei giochi di ruolo che hanno superato la fase eliminatoria iniziale, una fase che già da sola, rappresenta un traguardo invidiabile. Seguendo quanto accaduto per il Gioco dell’Anno, quest’anno avremo un podio allargato, in grado di ospitare cinque finalisti: 7th Sea (Need Games), L’Ultima Torcia (Serpentarium), Omen (Dreamlord Press), Symbaroum (GG Studio), Undying (Narrattiva)
La novità del passaggio da tre a cinque finalisti, in lizza per il titolo di “Gioco di Ruolo dell’Anno”, è chiara dimostrazione di come il settore abbia alzato l’asticella della qualità editoriale e della varietà stilistica, tenendo il gioco di ruolo al passo di quanto sta accadendo in generale nel settore tabletop. Tra gli esclusi spiccano titoli che offrono elevata cura editoriale, notorietà e meccaniche innovative perciò immaginiamo che la sfida sia rimasta serrata fino all’ultimo secondo, con singoli elementi, magari dettagli, che hanno fatto pendere l’ago della bilancia da un lato piuttosto che da un altro.
La cinquina che accede alla fase finale non potrebbe essere più variegata, per estrazione, presentazione, target e approccio, con titoli in formato boxed, hardcover e softcover, con un’origine geografica che vede messa in discussione l’abituale preponderanza statunitense da due titoli italiani e uno svedese. Un mix culturale variegato e interessante, anche perché rappresentativo della scena globale che ha visto, ad esempio negli ultimi ENnies, imporsi la “scuola svedese” (ma tutta la scena europea sembra in ascesa) accanto alla produzione nazionale, giochi classici alternarsi con sistemi di gioco più alternativi e brand storici condividere il palco con aziende emergenti. Vediamo dunque cosa hanno da offrire questi tioli così tanto curati ma diversi, da rappresentare, insieme, il meglio che la produzione ruolistica italiana può offrire al momento.
7th Sea (Autore: John Wick; Editore: Need Games) è il gioco di ruolo di John Wick Presents che ha fatto molto parlare di se oltreoceano, prima per aver sfondato largamente il muro del milione di dollari su Kickstarter, poi per aver fatto incetta di premi in occasione degli ENnies alla Gen Con di Indiapolis. Presentato quest’anno al PLAY di Modena, il gioco di ruolo di Need Games è ambientato in un mondo che ricorda l’Europa rinascimentale e ci permette di vestire i panni di eroi rocamboleschi alla presa con imprese piratesche, complotti geopolitici e conflitti sociali, attraverso un motore tutt’altro che classico che spinge forte l’acceleratore sull’azione sopra le righe, sulla collaborazione creativa e sulla costruzione di archi narrativi ben strutturati. Sicuramente un titolo che darà filo da torcere alla concorrenza per la sua identità ben definita, le dinamiche immediate e la qualità produttiva.
L’Ultima Torcia (Autori: Matteo Cortini, Leonardo Moretti; Editore: Serpentarium Press) fresco di vittoria nell’edizione del 2016 con Alba di Cthulhu, Serpentarium pubblica un nuovo gioco, questa volta abbandonando le tinte fosche delle precedenti produzioni votate all’insegna della “cieca ferocia” per tornare alle origini del gioco di ruolo fantasy, migliorandone e attualizzandone l’approccio. L’Ultima Torcia, che abbiamo avuto modo di recensire in dettaglio, è classificabile come il perfetto gioco di ruolo gateway: l’introduttivo ideale per la sua immediatezza e la bassa curva di apprendimento, nonché per le sue meccaniche rouguelike a forte componente aleatoria, in grado di deresponsabilizzare master e giocatori. Un gioco boxed che strizza l’occhio tanto alle origini dell’hobby quanto all’attuale emorragia di tempo libero di cui sono vittime molti giocatori. Un plug&play potremmo dire, che può sorprendere per il suo modo di scherzare con la morte (del PG) e dove la battuta, incredibilmente, non interrompe la sospensione d’incredulità.
Omen (Autori: Daniel Comerci, Alberto Tronchi; Editore: Dreamlord Press) è un titolo che abbiamo provato in anteprima a Play 2016 e ci ha sorpreso per la sua carica innovativa, che va aldilà della semplice scelta di utilizzare un sistema doppio, con master o senza, e senza dadi (ma con un sistema di token), dalla forte componente narrativa. Attraverso un crescendo di suggestioni costruito grazie al contributo collettivo, questo gioco dal DNA italiano, porta i giocatori a creare l’atmosfera precaria e carica di aspettative, tipica delle produzioni horror, senza vincolarla a una precisa ambientazione ma lasciando che i giocatori scelgano quella che preferiscono. Un gioco semplice nelle meccaniche ma con un’agenda precisa che estende i confini del gioco di ruolo classico.
Symbaroum (Autori: Mattias Johnsson, Mattias Lilja; Editore: GG Studio) è un gioco di ruolo di scuola svedese che passando per la pubblicazione in inglese ad opera di Modiphius, è salito all’attenzione internazionale fino a giungere nel nostro paese. Descritto spesso come una fusione tra Il Trono di Spade e La Principessa Mononoke, questo gioco dark fantasy dai toni maturi mette in scena il conflitto tra civiltà e natura e tra corruzione e potere. Le meccaniche semplici ma in grado di offrire un ampio ventaglio di alternative, sono orientate essenzialmente al combattimento e al superamento degli ostacoli ma lo rendono funzionale alla scoperta dell’ambientazione, uscendo, seppure di poco, dal solco classico a cui questo gioco appartiene. L’ambientazione e la direzione artistica sicuramente spiccano sul resto. La prima perché espressamente pensata per incentivare il gioco al tavolo, la seconda perché in grado di creare un immaginario comune vivido ed evocativo.
Undying (Autore: Paul Riddle; Editore: Narrattiva) come molti giochi di ruolo innovativi o generalmente fuori dal coro, nasce da un fortunato kickstarter ed è un gioco di ruolo diceless che prende le potenzialità inespresse del celebre setting Word of Darkness e le declina in una struttura attentamente focalizzata sulle relazioni tra gli oscuri predatori (vampiri certo, ma non necessariamente) che vivono la notte. Le meccaniche ispirate al celebre sistema Powered by the Apocalypse, asciugate e declinate per la gestione dei rapporti di debito e attrito, tra fazioni e protagonisti della narrazione, impegnati in un conflitto tanto esteriore quanto interiore. Un gioco dall’approccio non classico dove il nesso di causa ed effetto è ben disciplinato e teso alla creazione di una cronaca che ripercorre lo stilema tipico dei più noti non-morti.
Come abbiamo visto, i titoli mostrano caratteristiche peculiari e sono molto diversi tra loro, ognuno in grado di produrre un’esperienza di gioco ben riconoscibile che merita quantomeno una prova. La sfida che dovranno affrontare i giudici sarà dunque ardua e per questo motivo, sarà molto interessante scoprire quale saranno gli elementi che avranno fatto battere la concorrenza al gioco che si potrà fregiare del titolo di “Gioco di Ruolo dell’Anno”. L’appuntamento è per mercoledì 4 ottobre, save the date!