Più forte del CoViD, più forte del lockdown. Questo potrebbe essere un ottimo motto per sintetizzare l’atteggiamento che quest’anno ha tenuto l’organizzazione del Gioco dell’Anno, ma soprattutto quello della giuria che, nonostante l’annata a dir poco disgraziata, è riuscita a centrare il primo importante obiettivo del principale premio ludico italiano. Ebbene sì, perché si dà il caso che, proprio poco fa, siano stati ufficializzati i finalisti che si andranno a contendere l’ambito riconoscimento.
Senza troppi indugi, andiamoli quindi a elencare in ordine alfabetico.
Disney Villainous (Autori: Prospero Hall; Editore: Ravensburger)Il carisma dei personaggi Disney, si sa, è ineguagliabile; se poi ci mettiamo l’inversione di paradigma di poter impersonare alcuni dei più famosi cattivi dei loro cartoni, ecco che il prodotto è già fatto. Ovviamente però – non ne staremmo parlando qui altrimenti – anche le meccaniche implementate in questo card game sono molto efficaci nel dare vita a un titolo così spiccatamente asimmetrico che, forse, è un pizzico più complesso degli standard abituali del premio, ma ha dalla sua l’immensa potenzialità verso gli amanti del “mito” dell’intrattenimento.
Draftosaurus (Autori: Antoine Bauza, Corentin Lebrat, Ludovic Maublanc, Théo Rivière; Editore: Ghenos Games)
Piccolo, ma estremamente interessante, questo gioco combina un’ambientazione super accattivante (chi mai può resistere ai dinosauri!) con semplici meccaniche di draft, in cui i protagonisti sono piccoli “dino-meeple” che devono essere sistemati nei recinti della propria plancia. Le scelte che ne derivano sono estremamente interessanti, tanto che il titolo si è meritato molte menzioni d’onore, tra cui la raccomandazione da parte della giuria dello Spiel des Jahres.
Insalata di Punti (Autori: Molly Johnson, Robert Melvin, Shawn Stankewich; Editore: Devir Italia)
Questa originale scatolina di latta contiene un interessante gioco di carte, perfetto per introdurre i neofiti alla meccanica della “collezione set”. La grafica molto vivace, seppur semplice, non manca di attrarre l’occhio, mentre la rapidità di gioco e il furbo doppio uso delle carte (come verdura da collezionare oppure come punteggio di fine partita), rendono il titolo estremamente vario ed enormemente rigiocabile.
Kill the Unicorns (Autori: Cyril Besnard, Loïc Chorvot, Alain Fondrille; Editore: Primus Games)
Dissacrante, ben congegnato e divertente, questo titolo rovescia le solite consuetudini sui “dolcissimi” unicorni, rivelando a tutti i veri problemi che portano queste bestie leggendarie. Basato su meccaniche di bluff, asta al buio e collezione il gioco si rivela decisamente spassoso e, grazie alle illustrazioni di Levi Prewitt, anche molto attrattivo verso un ampio ventaglio di pubblico.
Roam (Autore: Ryan Laukat; Editore: DV Giochi)
Questo nuovo tassello aggiunto all’ispirato mondo scaturito dalla mente e dalla penna di Ryan Laukat, pone i giocatori alla ricerca di creature disperse, nel tentativo di risvegliarli dal loro misterioso torpore. Il titolo si presenta più semplice dei precedenti lavori ambientati nello stesso mondo, e offre meccaniche di posizionamento su griglia e maggioranze, semplici da apprendere, ma molto varie e in grado di generare partite sempre diverse; il tutto con una grafica (come al solito quando si parla di Laukat) gradevolissima e ispirata.
Nonostante quindi le molte difficoltà derivate dal periodo della pandemia, i giurati sono riusciti a giocare e a confrontarsi con la ragguardevole cifra di 40 titoli presentati da 21 case editrici (dati in lieve ma giustificabilissima flessione rispetto allo scorso anno), e a emettere la shortlist di quelli che arriveranno al rush finale. Lista che, guardandola complessivamente, appare molto varia, composta com’è di opere basate su parametri ed estetiche profondamente diversi tra loro, segno questo molto evidente di una tangibile evoluzione del modo in cui non solo si sviluppa un prodotto ludico, ma anche del come viene concepito e di quali leve si possano scegliere per allargare la platea degli appassionati del nostro hobby.
Dal punto di vista strettamente statistico, osserviamo che la finale partirà completamente a pari merito, visto che ogni editore è arrivato con un solo titolo all’ultimo miglio, ma è necessario congratularsi in special modo con Primus Games che vi giunge addirittura con il titolo che li ha visti esordire nel mercato italiano. Dal punto di vista autoriale, infine, la finale sarà invece uno “scontro” a due, tra Francia e Stati Uniti.
Dunque, sia che ad avere la meglio sarà una firma transalpina oppure d’oltreoceano, non resta che darci appuntamento durante le giornate di Lucca Changes, momento in cui sarà rivelato il vincitore del Gioco dell’Anno 2020.