Europa medievale. L’abate del monastero è soddisfatto: ha convinto un paio di confratelli, veri e propri artisti nell’arte della miniatura del codici, a rimanere ospiti del convento per insegnare agli altri frati l’arte di miniare i volumi della biblioteca, e ha stipulato con un mercante italiano un ottimo contratto per avere pigmenti di buona qualità e un baule di preziosi manoscritti di riveriti sant’uomini dell’oriente. Ma basterà tutto questo per rendere il monastero dell’abate abbastanza rinomato da attirare pellegrini e studiosi tra le sue mura, affascinati dalla ricchezza e dalla bellezza della biblioteca sacra?
Un’ombra di preoccupazione passa sul volto del religioso. Le casse del monastero sono allo stremo e, più a sud, si vocifera che un altro convento abbia accumulato una ricca collezione di libri di scienza e astronomia particolarmente preziosa … Libri pericolosi, che mettono in dubbio la fede del popolo.
Forse l’abate potrebbe convincere alcuni preti che conosce della pericolosità di quei tomi e, se la voce arrivasse al vescovo, lo scandalo potrebbe costare molto caro al convento rivale.
- Titolo: Biblios
- Autori: Steve Finn
- Editore: Asterion Press/Iello
- Genere: Gioco di carte non collezionabile
- Numero Giocatori: 2-4
- Durata: 30 minuti
- Dipendenza dalla lingua: Nulla (solo regolamento)
- Illustratore: David Palumbo
Ecco, in Biblios, gioco di carte non collezionabili di Steve Finn del 2007 e pubblicato quest’anno in italiano da Asterion Press (con formato e grafica della recente edizione francese della Iello), ogni giocatore riveste il ruolo di un abate a capo di un monastero, il cui obiettivo è quello di fare della propria biblioteca la migliore d’Europa: per riuscirci, sono ammessi colpi bassi e ogni sorta di stratagemma!
Che c’è nel monastero?
Biblios è un gioco di carte per 2-4 giocatori dal regolamento piuttosto facile, che proietta i giocatori nel medioevo alle prese con una biblioteca che deve essere arricchita di manoscritti, testi sacri (ma anche proibiti) monaci amanuensi e materiale per miniare i codici. Tutto questo richiede molto denaro e l’appoggio della Chiesa. Il gioco è totalmente indipendente dalla lingua e, in effetti, è il solo regolamento ad avere del testo scritto. Sulle carte sono presenti solo numeri e lettere oltre a illustrazioni pregevoli.
Ma andiamo con ordine.
Aprendo la piccola scatola ad astuccio troviamo all’interno una plancia denominata “Scrittoio” con cinque sezioni colorate rappresentanti le categorie nelle quali gli abati (i giocatori) devono eccellere per vincere la partita. In ordine di importanza: monaci, pigmenti, libri sacri, manoscritti e tomi proibiti. Ognuna delle cinque categorie è caratterizzata da un colore che corrisponde ai cinque dadi di plastica presenti nella confezione e che non saranno mai lanciati durante la partita … Infatti servono solo come indicatori del valore di ciascuna categoria. Completa la dotazione della scatola un mazzo di 87 carte suddivise in tre tipologie principali: le carte appartenenti alle cinque categorie sopra ricordate, le carte denaro (di valore compreso tra 1 e 3) e le carte Chiesa che consentono di cambiare il valore di ciascuna categoria in positivo e/o in negativo. Tutto il materiale è riposto in un vassoio di plastica nero, per tenere tutto quanto a posto durante il trasporto. Un pochino di spazio in più per l’alloggiamento della carte avrebbe fatto comodo per imbustare le carte e poterle tenere all’interno della scatola. Come vedremo, infatti, la prima cosa da fare dopo l’acquisto è di spendere qualche euro in più per dotare ogni carta di una bustina protettiva ed evitare loro un indesiderato precoce invecchiamento che può influenzare anche la partita stessa.
Anatomia di una carta
Sono tre le tipologie di carte di Biblios.
La prima tipologia è rappresentata dalle carte che rappresentano i libri sacri, i manoscritti, i tomi proibiti, i monaci e i pigmenti. Ognuna è caratterizzata da un valore numerico, da una lettera dell’alfabeto e da un’icona colorata, che trova corrispondenza con un’area dello scrittoio e con il relativo dado,. La lettera dell’alfabeto ha lo scopo di spezzare eventuali situazioni di parità: in caso di pari valore collezionato da due giocatori per una data categoria, prevale quello che possiede la carta con la lettera più alta (ossia la più vicina alla “A”).
La seconda tipologia di carte è rappresentata dalle carte Oro, lo strumento principale per ottenere carte aggiuntive durante la Fase Asta del gioco e, come accennato, hanno valori che vanno da 1 a 3. Infine, le carte Chiesa consentono di cambiare il valore in Punti Vittoria di una o più categorie in senso positivo o in senso negativo. A differenza di tutti gli altri tipi di carte, quelle Chiesa vanno giocate immediatamente.
La dura vita di un abate libraio
Il gioco in sé, come ho avuto modo di scrivere, è piuttosto semplice così come lo è il set up iniziale. Piazzato lo scrittoio al centro del tavolo, si posizionano i cinque dadi su ogni categoria con la faccia superiore sul 3, che rappresenta il valore di punti vittoria di partenza. In base al numero di giocatori vengono scartate a caso e senza vederle, un certo numero di carte. Per esempio, in una partita a due sono messe da parte 6 carte Oro e 21 carte addizionali pescate a caso; se si gioca in quattro, saranno tolte a caso sette carte.
Una volta costituito il mazzo di partenza, si parte con il gioco vero e proprio, costituito da due fasi: la Fase Obolo e la Fase Asta.
Durante la Fase Obolo, ogni giocatore a turno assume il ruolo di “giocatore attivo” e pesca un numero di carte pari al quello dei giocatori, più uno. La carte vanno pescate una alla volta e vanno assegnate. “Assegnare” una carta significa semplicemente pescare la carta, guardarla senza rivelarla agli altri giocatori, e piazzarla:
a) nella propria mano
b) in uno spazio comune accanto allo scrittoio a faccia in su
c) nella pila dell’Asta a faccia in giù (che sarà protagonista della seconda fase del gioco).
Anche se lo fa nell’ordine che ritiene essere il migliore, il giocatore attivo dovrà terminare il suo turno avendo piazzato una carta nella propria mano, una nella pila dell’asta e il resto nello spazio comune.
Terminata questa operazione,a partire dalla sinistra del giocatore attivo gli avversari sceglieranno una delle carte poste a faccia in su accanto allo scrittoio, andando in questo modo a costituire la propria mano. In una partita a due giocatori, per esempio, nello spazio comune ci sarà solo una carta, in una partita a quattro, invece, il giocatore di turno dovrà assegnare in tale spazio tre carte, in modo che ognuno degli avversari possa scegliere una carta per la sua mano.
È importante sottolineare che ogni carta viene assegnata una alla volta. Questo significa che il giocatore di turno deve decidere la destinazione di ogni carta pescata prima di pescare dal mazzo una seconda carta. Spesso e volentieri, soprattutto nelle prime fasi del gioco, questo comporta scelte difficili poiché non si è mai sicuri che la carta che si è scelto di tenere nella propria mano sia poi quella migliore del lotto di carte da assegnare nel turno!
La routine prosegue in questo modo finché il mazzo delle carte non si è esaurito. A questo punto termina la Fase Obolo, nella quale i giocatori hanno ottenuto un certo numero di carte gratuitamente e costituito una pila dell’Asta. In questa fase, come in quella successiva dell’Asta, le carte Chiesa vengono giocate immediatamente. Tali carte consentono al possessore di modificare il valore in punti vittoria, aggiustando il valore di uno o due dadi sullo Scrittoio (che, lo ricordiamo, servono solo a indicare un livello,non ad essere lanciati). Sarà possibile, per esempio, alzare di +1 una o due categorie, oppure abbassare di -1. La scelta va fatta tenendo conto della propria mano e di quella che, verosimilmente, si pensa sia quella dei propri avversari.
La Fase Asta si basa sul mazzetto di carte che si è costituito durante la fase precedente. Il mazzetto viene mescolato e posto al centro del tavolo. Sempre seguendo il turno, ogni giocatore attivo pesca la prima carta dalla cima del mazzetto, la rivela a tutti e la mette all’asta. Le carte diverse da quelle Oro si ottengono offrendo carte Oro dalla propria mano, rilanciando eventuali offerte degli avversari, finché tutti hanno passato tranne uno. Chi si aggiudica la carta, scarta il controvalore di carte Oro offerte e aggiunge la carta vinta all’asta alla propria mano. Non sono ammessi “resti”; in altre parole, un giocatore potrebbe essere obbligato a pagare più Oro di quanto offerto (se, per esempio, ha vinto l’asta offrendo 2 Ori ma ha solo carte da 3 Ori).
Quando viene rivelata dal mazzetto una carta Oro, il meccanismo dell’asta rimane identico con la differenza che non vengono effettuate offerte in Oro ma in quantità di Carte.
La Fase dell’Asta consente di giocare dei bluff (cioè fare puntate più alte di quanto ci si possa realmente permettere) per spingere gli avversari a spendere molto denaro per determinate carte. Attenzione però! Un bluff scoperto costringe il giocatore a farsi prendere dai propri avversari una carta dalla propria mano scelta a caso, inoltre la carta viene rimessa all’asta e chi ha bluffato non può parteciparvi!
Quando il mazzetto si è esaurito, la partita termina con la verifica dei punteggi. Ogni giocatore riunisce in gruppi le proprie carte, dividendole nelle cinque categorie e somma i valori di ciascun gruppo. Per ogni categoria, il giocatore che ha totalizzato il valore maggiore si aggiudica i punti vittoria indicati sulla faccia del dado visibile dello scrittoio. Se si verifica una situazione di parità per una categoria, il giocatore con la carta più alta (cioè più vicina alla lettera “A”) si aggiudica la vittoria in quella categoria e i relativi punti vittoria.
Al termine della conta per ognuna delle cinque categorie, vince chi ha collezionato più punti vittoria. In caso di pareggio i criteri per spezzare l’equilibrio sono il denaro eventualmente rimasto in mano e, in caso di permanenza di una situazione di stallo, le categorie: i monaci vincono su tutti, i pigmenti su libri sacri, manoscritti e tomi proibiti e così via.
La migliore biblioteca
Biblios è un gioco apprezzabile per l’immediatezza delle regole e per le strategie che si possono mettere in campo per vincere la partita. Sono ugualmente valide, infatti, scelte che prediligono di concentrarsi su un paio di categorie con molti Punti Vittoria o più categorie meno appetibili dagli altri giocatori perché, prese singolarmente, caratterizzate da valori in punti modestiLa gestione del denaro è un fattore critico per il successo e, spesso, è durante la fase dell’Asta che si ottengono i punti fondamentali per la vittoria grazie a una accorta gestione delle carte Oro che hanno il “vizio” di terminare fin troppo presto!
La durata dichiarata di una partita sui 30 minuti è veritiera, anzi, spesso dura qualcosa in meno ed è possibile, ad esempio, in un tempo contenuto, giocare “al meglio delle tre”, come nel più classico gioco della briscola!
Biblios inoltre scala piuttosto bene da 2 fino a 4 giocatori e in tutti i casi è divertente da giocare. Cambiano in maniera evidente gli approcci. In 2, per esempio, l’Oro è un fattore meno importante, mentre in 3 o 4 ogni giocatore si trova a fare i conti con una penuria di risorse molto maggiore. Analogamente, quando attorno al tavolo si trovano quattro giocatori, può capitare di aggiudicarsi una categoria anche avendo in mano due o tre carte solamente per tale categoria.
Due sono invece gli aspetti che non mi hanno pienamente convinto: uno di carattere per così dire “tecnico” e l’altro più legato al tema proposto nell’ambientazione. Non si tratta di veri e propri difetti, ma ritengo opportuno segnalarli per completezza di informazione.
Il difetto tecnico, per così dire, è legato alla frequenza con la quale si mescolano le carte che porta immancabilmente a un rapido deterioramento delle stesse. Considerando che il dorso delle carte ha i bordi neri, questi tendono a sfaldarsi dopo meno di una decina di partite. Non si tratta di un difetto “nuovo” ai giochi di carte, ma essendo Biblios anche un gioco dove è vitale non conoscere le carte coperte, alcuni segni di usura diventano presto rivelatori della natura delle carte. Insomma: le bustine protettive sono necessarie già alla prima partita!
Biblios è un gioco di carte in cui l’ambientazione è solo di facciata. Durante la partita, nonostante l’introduzione a questa recensione, raramente ci si sente come un abate alla ricerca dei tomi più preziosi per la propria biblioteca, ma si ragiona in termini di set di carte di un certo colore e di carte Oro per fare fronte alla successiva Fase del’Asta. Non un male in sé, intendiamoci, ma chi cerca un forte legame tra meccaniche e ambientazione non troverà in Biblios il titolo che fa per lui.
In definitiva, però, il gioco è bello, avvincente in qualsiasi numero di giocatori, ricco di spunti strategici e piuttosto vario. Dopo oltre una trentina di partite non mi sono ancora stancato di proporlo sia ad esperti che a neofiti e il riscontro da parte dei giocatori è sempre stato positivo.
Pro
– Regolamento chiaro e set up rapidissimo.
– Scala bene in qualsiasi numero di giocatori.
– Buona varietà di strategie per la vittoria.
Contro
– Rapido deterioramento delle carte, necessario l’imbustamento per evitare segni rivelatori sul dorso.
– Ambientazione debole.