mercoledì 25 Dicembre 2024

Augustus

Presentato in occasione dell’ultima edizione di PLAY, il nuovo titolo “facile” di Paolo Mori ha già destato l’attenzione del mondo ludico europeo, tant'è vero che è stato inserito tra le nomination dello Spiel des Jahres 2013, come annunciato dalla nostra redazione.

Ad aprile, abbiamo avuto modo di provarlo in anteprima allo stand di Oliphante, il distributore ufficiale del gioco edito dalla Hurrican

Oggi, invece, dopo averlo giocato più volte, facciamo delle riflessioni più approfondite su un gioco che, detto in maniera molto sintetica, o si ama o si odia…

  • Augustus
  • Autori: Paolo Mori
  • Editore: Hurrican / Oliphante
  • Genere: Pesca e Gioca
  • Numero Giocatori: 2-6
  • Durata: 30 min
  • Dipendenza dalla lingua: no
  • Illustratori: Vincent Dutrait

Odi et amo, quare id faciam fortasse requiris
Il famoso carme 85 di Catullo ben si adatta a introdurre questa nostra recensione perché, come ho accennato, Augustus di Mori ha suscitato, durante le svariate partite svolte, sentimenti contrastanti e talvolta molto prossimi a essere descritti accostandoli a emozioni forti quali l’Amore e l’Odio.

L’ambientazione di Augustus è quella dell’alba dell’Impero romano, dopo la morte di Cesare nel 44 a.C. e l’ascesa del figlio adottivo Gaio Ottaviano Augusto, incoronato primo imperatore di Roma nel 27 a.C.
La cornice storica serve per introdurre il ruolo dei giocatori, che in Augustus rivestono la carica di legati Augusti, ossia rappresentanti dell’imperatore, incaricati di rafforzare il potere e l’autorità del loro signore ai quattro angoli dell’Impero, cercando, contemporaneamente, di diventare i più influenti tra la schiera di collaboratori e nobili patrizi fedeli a Ottaviano. L’obiettivo finale è quello di essere insigniti della prestigiosa carica di Consul, che oggi potrebbe, alla lontana, essere paragonato al nostro Capo del Governo.

Ecco, il primo sentimento di “odio e amore” si avverte già nella ambientazione, poiché questa è senza dubbio “posticcia” e non essenziale per il gioco. A chi attribuisce grande importanza all’aderenza e alla funzionalità dell’ambientazione sui meccanismi del gioco, Augustus non piace, essendo un titolo dalle meccaniche del Pesca e Gioca e del Piazzamento Lavoratori, che potrebbe girare altrettanto bene se, al posto degli antichi romani, ci fossero i pescatori del Baltico o gli Accalappiacani di Canicattì. Ma altri giocatori non avvertono questa necessità, o quantomeno non la considerano cosi fondamentale, e prendono Augustus per quello che è: un gioco dalle regole facili con l’aggiunta di alcuni meccanismi strategici di base, materiali pregevoli, gradevoli illustrazioni e durata contenuta … a ben vedere tutte caratteristiche che, a mio avviso, giustificano pienamente la partecipazione della creatura di Mori all’agone 2013 dello Spiel des Jahres (leggi anche Spiel des Jahres – Cosa la giuria valuta e cosa non valuta).

Una tombola con le combo
Se dovessi descrivere in maniera stringatissima Augustus, la definirei una “tombola raffinata”. Il meccanismo base del gioco, infatti, anche per stessa ammissione dell’autore sui forum specializzati, è quello di una tombola con le combo!

I materiali di Augustus sono di pregevole fattura: oltre 80 carte obiettivo illustrate, 50 segnalini di legno rappresentanti le legioni dell’imperatore, 23 gettoni di cartone con sopra sei simboli diversi più i jolly, un sacchetto di tela dove mettere i gettoni, 12 tessere ricompense e un blocchetto segnapunti.
Curiosità: se fotografate il tabellone di Augustus con l’applicazione per la realtà aumentata Layar, un simpatico filmato promozionale si paleserà davanti ai vostri occhi dove dei convincenti antichi romani (tra cui non mancano volti noti dell’universo boardgame) vi spiegheranno i dettagli del gioco!

  

All’inizio del gioco, ogni partecipante riceve una mano di sei carte obiettivo, dalla quale ne sceglie tre che pone scoperte davanti a sé. La dotazione dei giocatori comprende anche sette legioni di legno. Le carte obiettivo sono di due tipi: province (da conquistare) e senatori (da portare dalla propria parte). Le modalità di conquista degli obiettivi sono le medesime, a prescindere dal tipo di carte (provincia o senatore). Ogni carta, infatti, possiede un certo numero di simboli da raggiungere per completare il corrispettivo obiettivi. I simboli, in ordine dal più comune al più raro, sono: gladio, scudo da legionario, biga, catapulta, vessillo SPQR, pugnale. Ci sono anche due jolly, che possono essere utilizzati al posto di qualsiasi simbolo.

Ma come si raggiungono gli obiettivi?
Un giocatore pesca dal sacchetto di tela, uno alla volta, i gettoni con i simboli, annunciandoli nella stessa maniera in cui il banditore della tombola pesca i numeri.
Quando si pesca dal sacchetto uno dei gettoni jolly, vengono rimessi nel sacchetto tutti i gettoni già pescati e l’araldo (il banditore) diventa il giocatore alla sinistra di quello precedente.

In base ai simboli pescati, ogni partecipante può coprire con una delle legioni di legno della sua dotazione uno dei simboli estratti presenti sulle proprie tessere, oppure spostare una delle sue legioni già posizionate sul simbolo appena estratto ancora non coperto. Una volta che una carta obiettivo è completata, cioè tutti i suoi simboli sono coperti da una legione di legno, il possessore lo annuncia ad alta voce dicendo “AVE, CESARE!”, mette da parte la carta e ne sceglie una nuova da una selezione di cinque carte obiettivo poste al centro del tavolo. Una volta effettuata la scelta della nuova carta obiettivo, ne viene pescata un’altra che la va a sostituire ripristinando il gruppo dei cinque obiettivi. In caso di completamento di carte obiettivo contemporaneo tra più giocatori, ha diritto a scegliere la nuova carta per primo quello che possiede la carta con il numero più basso: ogni obiettivo, infatti, presenta un valore usato proprio per determinare la priorità nella risoluzione della scelte successive, proprio come in Libertalia.

Le legioni presenti sulla carta completata tornano nella riserva del giocatore e si riprende a giocare. La partita termine quando uno dei giocatori ha portato a termine sette obiettivi: a questo punto ogni partecipante somma i punti vittoria indicati su ciascuna carta, verifica eventuali bonus derivanti dalle tessere ricompensa conquistate e chi possiede il valore più alto viene dichiarato Consul e vincitore di Augusuts.

Chiarite le meccaniche basilari che regolano lo svolgersi dei turni e determinano il vincitore, andiamo nel dettaglio del funzionamento delle carte obiettivo.

Quasi tutti gli obiettivi forniscono, oltre a un determinato valore di punti vittoria, anche un potere speciale che può essere reclamato dal giocatore possessore dell’obiettivo raggiunto. I poteri forniscono effetti di tre tipi: immediati, permanenti e finali.
Per esempio, un potere immediato legato alla realizzazione di un obiettivo può essere quello di scegliere due obiettivi ulteriori da raggiungere, o di realizzarne un altro automaticamente. Un potere con effetto permanente consente di aumentare la scelta di piazzamento delle proprie legioni sulle carte obiettivo. Infine, gli effetti finali dei poteri si palesano al termine della partita, facendo guadagnare al proprietario punti vittoria aggiuntivi in funzione del numero e del tipo di simboli presenti sulle carte obiettivo realizzate durante la partita.

Una parola sulle tessere ricompensa, rappresentate da tessere speciali, collezionate dai giocatori mano a mano che si raccolgono carte obiettivo di determinati colori o tipologie. Per esempio, c’è la ricompensa in punti vittoria per il primo giocatore che raccoglie tre carte obiettivo senatore oppure quella che fornisce punti al primo che colleziona tre province dello stesso colore (in Augustus le province sono suddivise in verdi, viola e arancioni).
Altri tipi di ricompense in Augustus sono legate al totale degli obiettivi conquistati, ottenuti nel momento in cui raggiunge un certo numero di obiettivi (da due a sei), ma solo se la tessera corrispondente è ancora disponibile al centro del tavolo. Di questo tipo di ricompense se ne può reclamare solo una e solo quando ci sono le condizioni per prenderla, questa scelta rappresenta il fattore “azzardo” del gioco: puntare sulla ricompensa ancora disponibile sul tavolo o lasciarla alla mercé degli avversari puntando a conquistarne una superiore prima che lo facciano gli altri.
Altre ricompense, invece, sono legate al possesso di determinate risorse presenti sulle carte obiettivo e, nello specifico, l’oro e il grano. Queste ultime si differenziano delle altre ricompense che una volta ottenute non possono più essere perdute; hanno infatti la peculiarità di poter passare di mano durante la partita, in base a chi possiede, tra gli obiettivi realizzati, il maggior numero di province che producono quella specifica risorsa.

Lo scopo del gioco, come detto, è ottenere il maggior numero di punti vittoria tramite il completamento degli obiettivi indicati dalle tessere possedute il più in fretta possibile, perché Augustus finisce quando uno dei giocatori ha portato a termine sette obiettivi.

Conclusioni
La somiglianza di Augustus con la tombola è palese. Le carte obiettivo rappresentano le cartelle, le legioni di legno sono i “fagioli” e i simboli estratti dal sacchetto sono i numeri. Ecco il secondo momento in cui si sviluppa nei giocatori l’istinto di amare od odiare il gioco! Gli hard gamers a cui ho proposto il titolo si sono quasi risentiti: “ma come! Giochiamo a tombola?”. Gli altri, invece, hanno apprezzato la semplicità e la velocità con cui si svolge una partita, spesso chiedendo di farne subito un’altra … Odi et amo.

Augustus è un titolo easy, le partite si svolgono rapidamente a prescindere dal numero di partecipanti, anche se ovviamente la lotta per accaparrarsi le tessere ricompensa si fa più serrata quando attorno al tavolo abbiamo 5 o 6 giocatori. Anche in due Augustus è un gioco piacevole, sebbene perda un poco di appeal. È ideale come introduzione a persone che non conoscono il fantastico universo dei giochi da tavolo, perché, essendo legato a meccanismi rodati e ben conosciuti da chiunque abbia almeno una volta nella vita giocato a tombola, non spaventa e viene rapidamente assimilato.
Il rovescio della medaglia è che non viene apprezzato dagli hard gamers che lo sopportano solo come filler prima di una partita a Bora Bora, Ventura, The Doge Ship et similia.
Forse in questo senso entra in gioco anche una banale componente di pregiudizi: la Tombola nella cultura italiana non è solo un gioco, porta con se un carico di rituali non per tutti piacevoli, come le lunghe sessioni parentali aspettando la mezzanotte di natale e ripetendo per ore i numeri alla zia più anziana. Augustus invece è un ottimo light game, che della Tombola prende solo il meglio!
La validità di questo titolo è comunque indubbia, se si ha la consapevolezza del target che vuole raggiungere: quello delle famiglie, dei giocatori occasionali e di quelli più “scafati” che hanno necessità di possedere nella propria ludoteca un gioco adatto a tutte le occasioni. Ora scusate, ma vado a fare una partita ad Augustus!

PRO
– Ottimi materiali e illustrazioni gradevoli
– Durata contenuta e rapidità di spiegazione
– Adatto come gioco entry level
– Gradevoli possibilità di semplici strategie

CONTRO
– In definitiva è una tombola, con le combo, ma sempre una tombola
– Ambientazione posticcia

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