Quando all’inferno non c’è più posto, i morti camminano su… Kickstarter!
Il 6 maggio 2012 terminava su Kickstarter , la piattaforma di crowdfunding online più nota della rete,la campagna per finanziare il primo gioco da tavolo della Guillotine Games, Zombicide, campagna coronata dal successo con 5258 sostenitori e un incasso pari a 781.597 dollari. La conclusione della campagna segnava però l’inizio di qualcos’altro, infatti da quel momento Kickstarter è stato invaso da giochi in scatola di tutte le forme, ambientazioni e dimensioni. Se non avesse altri meriti (e non è così) Zombicide avrebbe quantomeno il primato di essere stato un apripista per quella che, negli ultimi tempi, è stata una vera e propria corsa all’oro. Nel corso di questi due anni ci siamo trovati spesso a parlare di Zombicide, ad esempio nella nostra anteprima risalente ai primi annunci. Se siete nostri lettori abituali avrete inoltre letto sicuramente la nostra prima impressione in occasione della famosa kermesse ludica che è Lucca Comics & Games 2013, occasione in cui Asterion Press ha presentato ufficialmente la versione italiana. Se non lo aveste fatto vi invito a dargli un’occhiata, o almeno a guardare il nostro video tutorial dove la simpatica Katiuscia ci spiega i meccanismi del gioco!
E dopo tutta questa preparazione, giunge alfine anche per noi il momento di emettere il giudizio sulla versione italiana di Zombicide…
- Titolo: Zombicide
- Autori: Raphaël Guiton, Jean-Baptiste Lullien, Nicolas Raoult
- Editore: Asterion Press
- Genere: Cooperativo survival horror
- Numero Giocatori: 1 – 6
- Durata: 25-100 min
- Dipendenza dalla lingua: moderata
- Illustratori: Nicolas Fructus, Édouard Guiton, Mathieu Harlaut, Eric Nouhaut
Acqua, medicine, un’accetta… c’è tutto!
Aprire la scatola di Zombicide è come aprire il proverbiale uovo. Piena di cartone e di miniature!* Ma andiamo con ordine. La prima cosa che salta all’occhio è la plancia di gioco, divisa in tasselli che rappresentano le strade e gli edifici della città. Sono presenti nove tessere in cartoncino spesso, stampate su ambo le facce, che vengono disposte a seconda dello scenario. L’accuratezza grafica è decisamente adatta al gioco, ogni edificio viene rappresentato con gli interni devastati, come se ci fosse stata una lotta, le macchie di sangue sono ovunque, piazzate però con un certo criterio: sui bordi dei mobili, o sugli oggetti che potrebbero essere stati usati come armi… insomma gli illustratori non hanno sparso macchie rosse a caso. Tolte le tessere troviamo due scatole di cartoncino… le mettiamo da parte per ora, e continuiamo con la parte in carta e cartone, ovvero i segnalini e le schede dei personaggi. I primi sono di cartone spesso, di varie forme e dai colori accesi, abbastanza grandi da essere visti ma non tanto da ingombrare, di nuovo una scelta ragionata insomma. Le schede dei personaggi sono di cartoncino sottile, con l’immagine del sopravvissuto, una barra per segnare l’esperienza accumulata, un “albero delle abilità” in cui sono elencate, appunto, le capacità del personaggio e a quali migliorie ha diritto quando sale di livello e, infine, uno spazio per le carte equipaggiamento. Le carte dei personaggi sono stampate anche sul retro, dov’è riprodotta una carta vuota per permettere ai giocatori di ideare dei nuovi personaggi.
Chiuso in un sigillo di plastica troviamo un mazzetto composto da tre tipi di carte: le Carte Equipaggiamento rappresentano i vari oggetti (principalmente armi) che i sopravvissuti possono trovare. Ogni carta riporta il nome e un disegno dell’oggetto, le caratteristiche ed eventuali regole speciali. Di nuovo l‘impaginazione grafica fa centro, riportando tutte le informazioni necessarie in maniera chiara e ordinata. Secondo mazzetto in ordine di grandezza, le Carte Zombie. Queste servono a decidere quanti e quali tipi di Zombie appaiono ogni turno. Come già saprete se avete letto l’anteprima, ogni carta riporta quattro diverse situazioni, sempre peggiori, a seconda del livello dei personaggi. Più è alto il livello dei personaggi, più zombie arriveranno. Badate bene però, anche se tutti i personaggi sono al livello base non è che si possa stare tranquilli… vi lascio immaginare la nostra faccia quando durante una delle prime partite abbiamo girata la carta e, nonostante nessuno di noi fosse avanzato di livello, c’era già un Abominio! Ultime, e una volta tanto meno importanti, le carte ferita, che servono esclusivamente a indicare se un personaggio è ferito o meno.
Bene, finita la componentistica… ah no, dimenticavo i dadi! Ci sono sei dadoni rossi coi pallini bianchi.
Ok, passiamo oltre…
Oh aspetta, ci sono ancora le due scatole che abbiamo messo da parte all’inizio del paragrafo!
La più grande contiene la bellezza di 64 zombie in miniatura, divisi in deambulanti, corridori e grassoni. Le miniature appaiono decisamente “belle” da guardare, le virgolette sono d’obbligo visto il soggetto. Le miniature hanno diverse pose per tipo, cinque per i deambulanti (tre maschi e due femmine) e due per i corridori, entrambe maschili. I grassoni sono solo maschi. Le miniature sono di plastica grigia, ben dettagliate e impacchettate. Sembra banale, ma in questi casi anche l’imballo ha la sua importanza: le miniature hanno tutte la loro sede in un contenitore di plastica morbida, ideale specialmente per chi, come me, le miniature vorrà dipingerle. I dettagli sono chiari e le linee di fusione minime, decisamente un prodotto gradevole. Nella scatola più piccina troviamo i sei sopravvissuti e l’abominio. Capisco la crisi degli alloggi, ma non dormirei tranquillo con un simile compagno di scatola… L’abominio è fatto della stessa plastica grigia degli zombie, e ha la stessa qualità. I sopravvissuti si presentano con una varietà di colori da fare invidia ai teletubbies. Se da un lato la scelta è comprensibile e rende più facile individuare il proprio personaggio dall’altro viene da riflettere che sono miniature, non segnalini, era proprio necessario questo assaggio di arcobaleno? Le miniature dei sopravvissuti hanno lo stesso dettaglio degli zombie, quindi buono. E’ interessante come gli zombie abbiano con se molti accessori “normali”… ad esempio i grassoni hanno la tuta da lavoro con la borsa degli attrezzi, oppure l’Abominio che al collo porta una macchinetta fotografica. La cura di questi dettagli impreziosisce il prodotto, aggiungendo un livello di inquietudine… diventa più facile immaginarli come impegnati in attività normali al momento dell’apocalisse, quando un morso ha posto fine alle loro vite terrene. Le miniature sono in scala 32mm, leggermente più grande degli standard in commercio, che di solito vanno dai 25 ai 30mm, attenzione quindi se si desidera utilizzarle per altri giochi!
Ultimo, ma di certo non meno importante, troviamo il regolamento. In trenta pagine scritte larghe abbiamo le regole e non uno, non due, ma ben dieci scenari e una partita introduttiva. Bisogna dire che la maggior parte delle pagine, tra illustrazioni ed esempi, non arriva a una colonna di testo scritto, per cui la lettura del manuale è decisamente veloce, il che permette di aprire la scatola e iniziare a giocare subito. Sul retro del manuale troviamo un’utilissima tavola riassuntiva dove, in una sola paginetta, viene riepilogato in maniera esaustiva tutto il gioco, rendendo agevole fugare i dubbi in partita senza stare a sfogliare costantemente il manuale.
Quando i morti camminano bisogna mettersi a ri-ucciderli, se no si perde la guerra!
Come già detto, il regolamento è racchiuso in poche pagine ed è stato esaustivamente riepilogato nella nostra anteprima, ma se proprio non volete farci lo snobbo di un click ne riporto qui un sunto:
La partita inizia con i giocatori che decidono chi, fra loro, sarà il primo giocatore. Questi fa agire tutti i suoi sopravvissuti: ogni sopravvissuto ha diritto, inizialmente, a tre azioni. Queste possono essere:
Muovere: ci si sposta da una zona all’altra
Cercare: solo all’interno di un edificio, si pesca una carta equipaggiamento. Nota bene che tra queste c’è la possibilità di far apparire uno zombie!
Aprire una porta: se il sopravvissuto ha un oggetto in grado di sfondare una porta può farlo.
Riorganizzare l’inventario: i sopravvissuti sono in grado di portare fino a tre oggetti nello zaino e due in mano, con questa azione si può decidere quali oggetti usare, mettendoli in mano, o di passarne a un’altro sopravvissuto nella stessa zona.
Combattere a distanza: alcune armi (come le pistole) vengono usate per tirare a distanza. Ogni arma riporta la gittata (in zone), il numero di dadi da lanciare, il valore da ottenere per colpire, e il danno che infligge ogni colpo a segno. Tente da conto che le ferite inflitte vengono assegnate secondo un preciso ordine, per cui quando si spara su una zona contenente più miniature i danni vanno sempre assegnati prima ai sopravvissuti (!), poi ai deambulanti, quindi ai ciccioni e infine ai corridoi. Nota bene che per eliminare un ciccione servono armi che infliggano almeno due danni, ergo finché non si elimina lui i corridori sono al sicuro…
Combattere in mischia: è quasi uguale al combattimento a distanza, la differenza fondamentale è che decide il giocatore a chi assegnare i danni.
Entrare e uscire da un auto: ok, serve spiegarlo?
Cambiare posto in un auto: come sopra.
Guidare un auto: un’auto muove più velocemente di un sopravvissuto, e attacca qualsiasi modello negli spazi che attraversa. Si, anche i sopravvissuti.
Prendere un segnalino obiettivo, o attivare un oggetto: ovviamente solo nella stessa zona del sopravvissuto.
Fare rumore: gli zombie sono attratti dal rumore. Tu fai rumore, e così facendo li attrai a te. Continua così, durerai a lungo…
Non fare niente: ebbene si, puoi anche non fare nulla. Sicuramente gli zombie aspetteranno educatamente che tu ti decida a fare qualcosa.
Dopo che il primo giocatore ha fatto agire tutti i suoi sopravvissuti si passa al giocatore successivo in senso orario, finché tutti hanno consumato le loro azioni. A quel punto si passa alla cena, ovvero alla fase degli zombie.
Gli zombie, notoriamente lenti e stupidi, hanno diritto, normalmente, a una sola azione. Se uno zombie si trova sulla stessa zona di un sopravvissuto lo attacca e gli infligge una ferita. Alla seconda ferita il sopravvissuto non è più tale. Semplice e letale, specie se si considera che i deambulanti girano spesso in gruppi di 4/8 modelli… Se lo zombie non è in compagnia di un sopravvissuto si muoverà di una zona verso il personaggio più vicino in vista oppure, in mancanza di questi, verso la fonte di rumore maggiore. Considerate che i sopravvissuti sono essi stessi delle fonti di rumore, a prescindere da cosa fanno. Cosa succede quando ci sono più percorsi validi? Il gioco risolve brillantemente e con rara crudeltà, infatti i gruppi di zombie si dividono in due metà identiche, una per ogni percorso. E se il gruppo era formato da un numero di modelli dispari? Si aggiungono modelli di zombie fino a pareggiare i conti, che diamine! Mica vorremo lesinare sui modelli? Dopo che ne hanno messi 65 di zombie nella scatola, vogliono che li usiate no? Casomai il gioco fosse troppo semplice, vi ricordiamo che i corridori hanno diritto a due azioni…
Terminata la cena, scopriamo se ci sono altri ospiti: per ogni punto di generazione zombie, presenti sulla mappa a seconda dello scenario, si gira una carta Zombie e si vede quanti altri commensali arrivano al banchetto.
Come accennato, più i personaggi diventano esperti, più la situazione peggiora, infatti la carta zombie viene letta sempre in base al personaggio di livello più alto nel gruppo. Ad esempio se c’è un personaggio di secondo livello allora tutte le carte zombie saranno lette nella seconda striscia. Tanto per darvi un’idea, la carta zombie più cattiva che abbiamo subito aggiunge ben quattro ciccioni e otto deambulanti, in una botta sola… Ovviamente esiste la possibilità che i modelli finiscano e non si possano aggiungere zombie. Certo se sono presenti già una quarantina di deambulanti sulla plancia la situazione è già abbastanza brutta… ma anche no! Se girando una carta zombie, non si hanno più modelli a disposizione, tutti gli zombie già sul tabellone del tipo indicato dalla carta guadagnano un’attivazione extra! Praticamente l’happy hour dei non morti!
Le partite sono sempre a scenario, per cui ogni volta c’è un setup e delle condizioni di vittoria predefinite, occasionalmente con regole speciali per aggiungere pepe al tutto.
Il primo assaggio è gratis…
Per prendere confidenza con il gioco c’è uno scenario introduttivo. Dura 20 minuti, ed è classificato come “facile”. Ma se avete mai ascoltato i consigli dei vostri genitori sapete bene che dovete diffidare da chi vi propone assaggi scontati, infatti dopo aver giocato lo scenario introduttivo, ed essersela cavata facilmente, si affronta baldanzosamente la prima missione… ‘na spremuta de sangue!! Dopo essersi ripresi dalla botta si realizza che la prima missione è classificata come “difficile”, e a ragione! Il gioco non vuole essere gentile con i giocatori, li mette in una situazione disperata che diventerà sempre più brutta! Vita dura per i campeggiatori, infatti tra zombie che arrivano costantemente, carte che li fanno agire di più e la possibilità di trovare una bocca affamata in qualsiasi cumulo di immondizzia… bisogna spingere subito sull’acceleratore e non levare mai il piede, altrimenti si finisce sicuramente preda delle orde non morte!
Oltre ai dieci scenari, che già bastano per molte ore di gioco, la varietà di personaggi fa si che il gioco sia decisamente longevo, visto che viene voglia di provarli tutti.
Non dimentichiamo poi che ci sono già ben due espansioni (Toxic City Mall e Prison Outbreak) in arrivo presto anche in Italiano e che sulla pagina di Asterion Press è possibile trovare scenari aggiuntivi e nuovi personaggi!
L’Alba dei morti di plastica!
Le nostre partite a Zombicide sono state, di norma, molto divertenti. A volte pietosamente brevi, e non è mancata l’occasionale malasorte che ha rovinato i piani di un giocatore, ma per gli altri è stato sicuramente spassoso!
Come tutti i giochi di questo tipo, è fondamentale però il gruppo di gioco. Zombicide è, prima di ogni cosa, un gioco con una forte componente sociale. Convincere un giocatore a fare da esca e allontanare gli zombie dal gruppo, coordinarsi per passare le armi in scene degne dei migliori film di John Woo, e a volte abbandonare qualcuno al suo destino per salvarsi la pelle, sono tutte situazioni di gioco normali. Il meccanismo per cui un personaggio di alto livello rende più difficile il gioco fa si che non ci siano problemi di bilanciamento tra i diversi personaggi. Sei una macchina ammazza zombie? Ottimo, prendi quelli più difficili!
Nelle partite più tese poi è facile immedesimarsi negli eroi, anche grazie all’ottima qualità delle miniature.
Messi da parte il forte coinvolgimento per la missione di sopravvivenza e l’esaltazione per la qualità dei componenti,dopo le prime partite appare chiaro che il gioco non è certamente esente da difetti., uno su tutti il fatto che quando un giocatore vede il proprio personaggio divorato dagli zombie è fuori dal gioco senza possibilità di rientrare… la cosa può essere fastidiosa visto che alcune missioni sono lunghe, quindi esiste il pericolo di rimanere un’oretta o più senza far nulla. Questo problema si riscontra specialmente se si gioca in tanti, infatti il gioco non ha un meccanismo per scalare la difficoltà in base al numero di giocatori, per cui se si gioca in sei si usano sei sopravvissuti, se si gioca in quattro se ne usano solo quattro… Bisogna ammettere che se il gruppo è composto da meno di quattro giocatori allora ognuno guida più sopravvissuti, e che nelle espansioni è prevista la possibilità di continuare a giocare come “Zombivor”, aspetti che, pur non risolvendo il problema, lo rendono meno pesante. Altro difetto, ma qui andiamo sui gusti personali, può essere l’aleatorità presentata dalle carte. La generazione di zombie scatena una varietà eccessiva di risultati, da un singolo deambulante a un abominio, fino ad azioni extra per gli zombie (questa è terribile!). Si può cercare un solo oggetto per turno per sopravvissuto, quindi è possibile trovare subito quelli giusti, o stare a ravanare nel mazzo (magari facendo uscire Zombie) mentre fuori la minaccia si accumula fino ad andare fuori controllo. Le gittate sono limitate, quindi basta un tiro di dadi sfortunato per rimanere troppo vicino alle fredde mani dei morti… insomma, è possibile che anche una strategia ben congeniata vada a rotoli se il fato si dimostra avverso.
Dietro un grande gioco c’è una squadra fortissimi!
Zombicide rispetta quindi le aspettative, un prodotto forte da qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare. Prima ancora di arrivare in Italia, Zombicide aveva già conquistato decine di migliaia di persone in tutto il mondo (tra finanziatori di Kickstarter e acquirenti tradizionali). A fronte delle partite giocate, provo a capire i motivi di un tale successo.
Durante i miei test è stato chiaro che il coinvolgimento mio e dei miei compagni di gioco non era determinato solo dalle meccaniche e dai componenti, ma anche dalla perfetta sinergia di questi elementi. E’ risultato chiaro che autori e illustratori hanno lavorato a stretto contatto, condividendo il mood che volevano infondere nell’esperienza di gioco, non per nulla, come potete leggere sull’apposita scheda informativa, questa volta non si sta parlando di un autore e un illustratore, ma di due squadre di creativi, reclutate per raggiungere un obiettivo ben preciso: creare un ottimo survival horror da tavolo.
Bisogna anche fare un plauso alle scelte di marketing adottate. Prima di tutto il soggetto: alla Guillotine Games hanno cavalcato ottimamente l’onda di interesse che c’è verso gli zombie da qualche anno a questa parte. Non contenti di ciò hanno saputo gestire le mode e sfruttare i soggetti più famosi della cultura pop per aumentare l’interesse… basta dare un’occhiata ai vari sopravvissuti promo, se scorrete la lista e non ne riconoscete almeno quattro/cinque allora probabilmente avete vissuto sotto un sasso negli ultimi anni… il che, ammettiamolo, rende improbabile che stiate leggendo questa recensione!
Presumendo siate nel numero di quelli che hanno riconosciuto i vari Machete, Sheldon Cooper, Chuck Norris e compagnia ammazzante, ammetterete che la voglia di partecipare ai kickstarter o agli eventi esclusivi in cui questi sopravvissuti sono disponibili è tanta!
Non è nemmeno da sottovalutare il supporto degli utenti! Dal sito della Guillottine è possibile infatti scaricare una serie di utility per personallizare il gioco, come l’editor di mappe o le schede bianche dei personaggi… o l’app per cellulare e tablet per gestire le schede del personaggio! Come se tutto questo non bastasse, per incentivare gli utenti a creare scenari e a proporli c’è un sopravvissuto speciale come premio per quanti propongono gli scenari più brillanti, che poi saranno messi a disposizione della comunità!
Mettete quindi assieme tutto questo:
1) Un regolamento semplice ma non banale,
2) Un soggetto di moda, utilizzato dai media e di ampia diffusione,
3) Grafica accattivante, funzionale e chiara,
4) Supporto continuo con espansioni, nuove missioni e personaggi,
5) Grande attenzione ai personaggi trend, cult, cool insomma iconici e popolari
6) Incentivi agli utenti per espandere il prodotto.
Mischiatelo sapientemente e otterrete Zombicide, un prodotto studiato per il successo, capace di venire a patti con le necessità di ottimizzare le vendite e di offrire un prodotto stimolante, fruibile dal casual gamer (che magari si diverte ma dura poco) ma godibile anche da parte del giocatore che cerca nella sfida la sua soddisfazione ludica.
Ammazza ammazza, è tutta una razza
Personalmente ho trovato molto interessante l’esperienza di gioco di Zombicide. Dalla qualità dei materiali, alle scelte di design, passando per la grafica efficiente e i personaggi famosi è un insieme di citazioni e idee che mi hanno decisamente soddisfatto. Volendo fare un paragone, mi ha ricordato molto Space Hulk, un gioco difficile in cui è necessario pianificare in anticipo le proprie mosse, ma con un’impronta più leggera e scanzonata.
Un piccolo aneddoto di gioco, che può rendere l'idea dell'effetto che può avere Zombicide. Giochiamo la prima missione e, nonostante un inizio favorevole, le cose cominciano ad andare male nel peggiore dei modi possibili. Un ciccione impervio alla morte ride della nostra incapacità di ottenere un risultato di 4+ con tipo sedici dadi, dai tombini escono corridori a coppie e, summa della sfortuna, la carta successiva è un'attivazione gratuita degli stessi che fanno a brandelli i nostri eroi. Durante tutto il tragitto per tornare a casa, e nei giorni successivi, abbiamo parlato di come avremmo potuto fare per vincere lo scenario, elaborato un piano d'azione e stabilito i ruoli, ansiosi di riprovarci e far vedere a quelle teste di Z chi sono quelli che ancora respirano!
Questo è Zombicide!
Pro:
– componentistica ad alti livelli
– grafica ottima
– regole semplici ma non banali
– enorme supporto online.
Contro:
– una botta di sfortuna eccessiva può terminare male la partita
– se si viene eliminati a inizio partita non si ha nulla da fare fino alla fine
* Se avete continuato a leggere senza battere ciglio devo proprio chiedervelo… ma che uova mangiate voi?