sabato 23 Novembre 2024

Istanbul

Spezie e gioielli, frutta esotica e tessuti preziosi: quante merci passano per il gran bazar di Istanbul! Ma le meraviglie del più famoso mercato, crocevia tra Oriente e Occidente, non sono solo le merci. Monete sonanti e gemme preziose passano di mano in mano: le ricchezze rappresentano il metro di giudizio per valutare il valore e la rispettabilità di ogni mercante. Solo chi avrà accumulato a sufficienza luccicanti rubini potrà essere additato, a buon diritto, come il commerciante più influente e potente di Istanbul. Per raggiungere lo scopo occorre preparare il vostro carretto, caricare le merci che intendete vendere al bazar, istruire i vostri giovani stagisti (ehm … aiutanti) e … non dimenticatevi di vostro cugino, un piccolo delinquente di strada che, all’occasione, saprà aiutarvi a concludere qualche affare interessante.

Istanbul, ultima fatica di Rüdiger Dorn, è stato presentato lo scorso aprile alla PLAY di Modena dai ragazzi della stella, che ne hanno curato la localizzazione in italiano. Al tempo ve ne abbiamo fornito una dettagliata anteprima, ma ora, a distanza di qualche mese e complice le festività natalizie abbiamo avuto il tempo e il modo di approfondirne molti aspetti per proporvi una vera e propria recensione.

Pronti? E allora via, per una giornata frenetica nel caotico bazar di Istanbul!

  • Titolo: Istanbul
  • Autori: Rüdiger Dorn
  • Editore: Asterion Press
  • Genere: Colleziona oggetti/ mercato
  • Numero Giocatori: 2-5
  • Durata: 40-60 minuti
  • Dipendenza dalla lingua: No
  • Illustratori: Andreas Resch

Dall’appuntamento di Modena, Istanbul ha centrato un obiettivo prestigioso con l’assegnazione del Kennerspiel des Jahres 2014, sbaragliando un’agguerrita concorrenza (l’opulento Rokoko e lo splendido Concordia di Mac Gerdts). E, bisogna dire che Istanbul è davvero un gran bel gioco: forse il più semplice dei tre in lizza per la categoria riservata ai giochi per esperti, ma senz’altro un titolo molto interessante.

Lo vendo e lo piango. Se mi resta, mi dispero!
Aprendo la scatola di Istanbul veniamo accolti da un profluvio di materiali, tutti di altissima qualità e che aiutano non poco a immergerci in un’ambientazione esotica e, forse, un po’ abusata: quella del mercato arabo/mediorientale, dove da 2 a 5 aspiranti imprenditori devono gestire un carretto carico di merci e la propria squadra di aiutanti per raccogliere prima degli avversari un certo numero di rubini, per essere decretati i vincitori del gioco.

Di particolare fattura è la plancia di gioco, che viene creata assemblando 16 robustissime tessere di cartoncino spesso in una griglia 4×4. Ogni tessera, rettangolare e ampia a sufficienza per lo scopo del gioco, rappresenta una tipica locazione del bazar di Istanbul: i magazzini dove fare scorta di merci da vendere, i mercati veri e propri, la fontana (luogo di appuntamenti per eccellenza), la casa del tè, il mercato nero, le botteghe degli artigiani, il palazzo del sultano e così via.  Bellissime le illustrazioni e chiare le azioni speciali che possono essere eseguite su ciascuna tessera, rappresentate da una serie di simboli spiegati nel regolamento e che permettono, già dopo la prima partita, di mettere da parte il libretto delle istruzioni per dedicarsi completamente al gioco senza interruzioni.

Ogni giocatore possiede una dotazione di partenza composta da un gettone di legno mercante e da alcuni dischi, sempre di legno, più sottili (gli aiutanti, vero e proprio motore del gioco). Sempre di legno c’è anche un cilindretto “famiglio” (il cugino delinquente). Completa l’equipaggiamento iniziale una plancia “carretto” dove, per mezzo di appositi cubetti segnaposto, si tiene traccia delle mercanzie possedute e dove si pongono anche i rubini che si raccoglieranno via via nel corso della partita. Interessante la possibilità di ingrandire i carretti; infatti, sono a disposizione dei tasselli aggiuntivi per consentire di accumulare un numero maggiore di mercanzie e, quindi, di avere una maggiore autonomia nel proprio turno prima di doversi recare ai magazzini per rifornirsi (gli anglofili direbbero che il nostro carretto si può upgradare,).

Predisposte nel caravanserraglio il mazzo di Carte Bonus, posizionate le tessere Moschea e Richiesta nelle locazioni dedicate e prelevate dalla riserva del denaro le lire turche con cui partire, si può iniziare la partita a Istanbul. I rubini (in plastica rossa trasparente), obiettivo della partita, vengono collocati sulla tessera del Palazzo del Sultano e sulla Bottega dell’Orafo, oltre che su alcune locazioni specifiche, da dove potranno essere presi realizzando obiettivi particolari (per esempio, terminare tutti i miglioramenti del proprio carretto o collezionare tutte le tessere Moschea di un certo tipo).

  

Avendo fornito una descrizione discretamente completa del regolamento nella nostra precedente anteprima , in questa recensione mi concentrerò sull’esperienza di gioco.

Il turno di gioco è estremamente semplice. Ogni giocatore parte dalla fontana con il proprio gettone mercante posto sopra la pila di dischetti aiutante e può muoversi in verticale o orizzontale fino a due tessere di distanza. Quando termina il proprio movimento deve lasciare un proprio aiutante sulla tessera di destinazione oppure riprendere nella pila un dischetto del proprio colore precedentemente lasciato. In entrambi i casi, questo consente di eseguire l’azione specifica della tessera luogo. Nel malaugurato caso che sulla stessa locazione ci sia un altro mercante (non un semplice aiutante, ma proprio il boss controllato da un altro giocatore), il nuovo venuto deve pagargli il pizzo in lire turche per poter eseguire l’azione, altrimenti il turno termina immediatamente.

Chiaramente è questo l’aspetto peculiare della partita, poiché l’accurata scelta del movimento della propria pila di aiutanti consente di ottimizzare le azioni, senza sprecare tempo prezioso. Infatti, chi rimane solo con il proprio mercante si trova nella necessità di riprendere i propri aiutanti, senza i quali non è possibile eseguire alcuna azione. Ma niente paura! In caso di crisi è sempre possibile tornare alla tessera fontana dove è consentito richiamare i propri dischetti da ogni parte della plancia e ricostituire la propria pila.

A rendere il tutto più imprevedibile ci pensano due elementi che ancora non abbiamo presentato: il Governatore (cilindretto di legno viola) e il Contrabbandiere (cilindretto di legno nero). Questi due individui interagiscono con il mercante arrivato sulla tessera al termine della fase del turno di gioco e offrono, dietro il pagamento di un corrispettivo in lire turche, la possibilità di pescare una carta bonus (il Governatore) o di ottenere una merce a propria scelta (il Contrabbandiere). Che il giocatore scelga o meno di interagire con i due elementi, questi si spostano sul tabellone, mediante il tiro dei dadi che determina la nuova locazione dove dovranno essere posizionati.

Un terzo tipo di incontro lo si può fare con il “cugino” di cui abbiamo già parlato. I famigli, uno per ciascun giocatore, partono dalla Stazione di Polizia (l’avevamo detto che erano dei malfattori?). Quando un mercante termina il proprio movimento in questa locazione e lascia un proprio aiutante, può liberare il proprio famiglio, piazzandolo immediatamente in una tessera qualsiasi del mercato per eseguire subito l’azione. Si tratta di un’opzione estremamente importante nella gestione della partita, poiché consente di eseguire azioni altrimenti irraggiungibili con il proprio mercante e relativo codazzo di aiutanti. L’impiego accorto del famiglio rappresenta uno degli elementi chiave per la vittoria a Istanbul e non va affatto trascurato.

Nondimeno, il famiglio è davvero un teppista e quando un mercante incontra il cugino di un avversario lo deve rispedire in prigione. I poliziotti, grati, ricompensano l’onesto mercante, che ha assicurato alla giustizia un pericoloso cilindretto criminale, con una taglia di 3 lire turche oppure con la pesca di una carta bonus.

Istanbul termina nel momento in cui il primo giocatore ha collezionato 5 rubini (o 6 nel caso di una partita in due). Come anticipato poco sopra, la raccolta delle gemme avviene realizzando obiettivi specifici, come il completamento del proprio carretto o l’ottenimento di set specifici di tessere bonus nelle moschee. Al Palazzo del Sultano e alla Bottega dell’Orafo, invece, si possono acquistare rubini restituendo alla banca una certa combinazione di merci e denaro. Ad ogni gemma così raccolta, le condizioni per ottenere il successivo rubino cambiano, diventando più impegnative, rendendo così la partita sempre più “tirata”.

  

Perfezione e confusione al mercato
Per quanto i giochi che hanno reso famoso Rüdiger Dorn (come Goa o Traders of Genoa) non vantino chissà quale aderenza all’ambientazione, nel corso degli ultimi anni i suoi titoli si sono fatti sempre meno “freddi”. È il caso anche di questo Istanbul, che si conferma assolutamente un “german game”, ma che rende bene la frenesia del mercato turco grazie a diversi ingredienti aleatori: la collocazione casuale dei cilindretti del Governatore e del Contrabbandiere, per esempio, o il tiro di dado da effettuare alla Casa del Tè, dove si può scommettere per guadagnare lire turche, forniscono elementi imponderabili che possono far pendere le sorti di una partita a proprio favore in maniera inaspettata.

Il turno è essenziale e la partita fila via che è una bellezza. La “paralisi da analisi” è un rischio in moltissimi giochi german, ma ad Istanbul anche i giocatori più riflessivi concludono il loro turno in tempi contenuti, complice anche la relativa facilità di programmare le proprie mosse durante le azioni degli avversari con l’unica incognita di dover pagare per eseguire l’azione scelta, se la tessera prescelta viene occupata da un mercante prima della propria mossa.

La plancia assemblabile in quattro modi diversi garantisce longevità e la possibilità di utilizzare disposizioni più o meno “facili” in base all’esperienza dei giocatori al tavolo è una chicca. Ogni tessera, infatti, presenta una serie di numeri colorati per aiutare la disposizione della griglia di partenza. In base al colore prescelto, i percorsi saranno più facili o più complessi, richiedendo così una “spesa” di neuroni variabile in base all’occasione a e al pubblico al quale viene proposto Istanbul.

Scalabilità ottima. In due giocatori, infatti, si posizionano due mercanti “neutri” che occupano tessere casuali e che richiedono il pagamento alla banca delle lire turche per poter eseguire l’azioni, dopodiché vengono riposizionati casualmente nel bazar esattamente come accade per il Governatore e per il Contrabbandiere.

Bella, infine, la variante per 2-4 giocatori con gli assistenti neutri che si comportano esattamente come un proprio aiutante finché sono nella pila, ma non vengono richiamati alla fontana quando si utilizza l’azione specifica di quella locazione, rimanendo, invece, sulla tessera dove erano stati abbandonati l’ultima volta. Ogni mercante, inoltre, non può avere nella propria pila più di un aiutante neutro per volta.

Che altro dire allora di Istanbul? A mio avviso il kennerspiel lo ha ampiamente meritato (senza nulla togliere agli altri due magnifici giochi in corsa per la stessa categoria). Che volete di più?

Pro
– Immediato e adatto a un vasto pubblico di giocatori: soddisfa il neofita come l’esperto
– Giusto equilibrio tra programmazione delle azioni ed elementi aleatori
– Longevità garantita dalle diverse possibilità di piazzamento delle tessere
– Ottima scalabilità con qualsiasi numero di giocatori

Contro
– Nessuno in particolare rilevato

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