Fan delle avventure di Errol Flynn? Adoratori della bellezza conturbante di Lauren Bacall? Ammiratori dell’aura misteriosa di Humphrey Bogart? O magari semplicemente amanti del cinema della Golden Age di Hollywood? Se la risposta è “sì”, allora questo The Producer: 1940-1944 non potrà non solleticare la vostra curiosità, perché è proprio nella Los Angeles dei primi anni Quaranta che è ambientato questo impegnativo gestionale, nel quale da 2 a 4 giocatori saranno chiamati a vestire i panni di intraprendenti produttori cinematografici con il compito di creare una scuderia di attori di prim’ordine per girare i film che hanno fatto la storia di Hollywood e, ovviamente, incassare milioni di dollari al botteghino! Ma non è tutto qui, naturalmente. Ogni aspirante producer dovrà anche darsi da fare per pubblicizzare al meglio i propri lungometraggi, cercare di fare amicizia con sceneggiatori e attori dando magnifici party, attrezzare i propri studios con teatri di posa, sale montaggio, truccatori e … perché no? Inviare qualche paparazzo prezzolato a scattare foto compromettenti di attori di scuderie rivali per danneggiarli alla corsa all’Oscar.
The Producer: 1940-1944 è il “pezzo da novanta” della giovane ApokalypseInc games, casa editrice friulana, di cui abbiamo parlato a settembre su queste pagine. Un giocone dalle mille sfaccettature per i gamer più incalliti con un’ambientazione affascinante. Lo abbiamo provato per voi in questa recensione: che aspettiamo, dunque? CIAK: si gira!
- Titolo: The Producer: 1940-1944
- Autori: Manlio Zaninotti
- Editore: ApokalypseInc games
- Genere: Gestionale a tema cinema
- Numero Giocatori: 2-4
- Durata: 60-180 minuti
- Dipendenza dalla lingua: elevata (molto testo sulle carte)
- Illustratori: Maurizio Faleschini
Il Cinema: la fabbrica dei sogni
In The Producer: 1940-1944 ogni giocatore possiede un piccolo teatro di posa a Hollywood, lasciato in eredità dal solito beneamato “zio d’America”. Per ora il lussuoso ufficio è una roulotte posteggiata nel cortile dei neonati studios, ma con il passare degli anni, indovinando i gusti del pubblico e producendo film di successo, e magari un kolossal, si potrà gareggiare per gli ambiti Oscar del cinema… senza disdegnare, magari, qualche B-Movie per fare cassa con poca spesa.
Prima di iniziare, lasciatemi dire che sono un appassionato di cinema, e quindi avevo grandi speranze per questo titolo, fortunatamente confermate! Insieme a indubbi pregi, questo The Producer: 1940-1944 presenta anche qualche difetto. Ma, come sempre, andiamo con ordine e scopriamo insieme cosa contiene la confezione.
Quest’ultima si presenta solida e leggermente satinata al tatto. Eleganti toni del nero, del grigio e dell’oro sono i colori dominanti del frontespizio che, subito, chiarisce il tema del gioco: una macchina da presa, una statuetta dell’Oscar, celluloide e un flute di champagne incorniciano eleganti attori e produttori all’ombra delle palme di Hollywood. Ma è aprendo la scatola che si rimane colpiti dalla quantità e qualità dei materiali. Un tabellone comune splendidamente illustrato con tratti dal sapore “retrò” mostra diverse locazioni dove potremo inviare i nostri collaboratori nel corso della partita. Ogni giocatore, inoltre, possiede una propria plancia personale che rappresenta il teatro di posa che sarà chiamato a gestire e che mostra alcuni edifici già attivi e altri da costruire.
Tabellone e plance sono in cartoncino robusto di ottima qualità, così come lo sono le aree da costruire: sala trucco, montaggio, effetti speciali, orchestra, teatri tematici per i film particolari (western, cappa e spada, guerra, noir). Hollywood non sarebbe Hollywood senza i … soldi! Ben 200 banconote in diversi tagli rappresentano la “benzina” con cui mandare avanti la fabbrica dei sogni. Si tratta di biglietti di carta di prima qualità, ruvida e quasi filigranata: insomma, scordatevi i soldi del Monopoly, qui si tratta di fruscianti simil-dollari davvero fantastici. Sempre in cartoncino ci sono poi decine di token che identificano i diversi target di pubblico (uomini e donne adulti, bambini e anziani, ragazzi e ragazze, gli immancabili fan) e i voti dei membri dell’Academy da spendere durante le votazioni nella notte degli Oscar.
Infine, il cuore del gioco: le carte e le schede copione. Le prime sono suddivise in due categorie, attori e attrici da un lato e registi dall’altro. Senza dimenticare personaggi del calibro di Orson Welles, Charlie Chaplin e Laurence Olivier: attori sopraffini ed eccezionali registi. Ogni personaggio è caratterizzato da valori di regia, abilità di recitazione drammatica, comica e da caratterista (a cui va aggiunto il valore di “notorietà”) indicati da un numero variabile di “stelle” di differente colore. Tutte le carte sono accompagnate da un testo che può essere funzionale al gioco o solo di ambientazione (testo dorato o nero per distinguere i due tipi a prima vista). Le altre carte sono quelle degli avvenimenti e delle azioni, che saranno giocate durante la partita.
Le schede dei copioni, invece, sono di grandi dimensioni e riportano la locandina e una breve sinossi dei vari film, accompagnati da due valori, sempre espressi in “stelle, che indicano il giudizio della critica del tempo e la tipologia di pubblico potenzialmente attratto. Solo per chiarire: ogni classe di token pubblico è caratterizzata da un colore (il rosso per le donne, il verde per i bambini, ecc.), corrispondente al colore delle stelle nei copioni. In questo modo, per esempio, se produciamo il film “Il Mistero del Falco” sapremo che il pubblico adatto sarà costituito da donne e uomini adulti. Infine, sempre sulla scheda, sono riportati i cast originali: attori e registi il cui nome appare colorato d’oro indica che essi sono presenti nel mazzo degli attori.
Completano la ricchissima dotazione (siamo o non siamo a Hollywood, dopotutto?) i tasselli “produttore” da consegnare a ciascun giocatore e che rappresentano gli aiutanti da inviare per Los Angeles a fare il “lavoro sporco” per noi.
In definitiva, una dotazione di prim’ordine purtroppo “sporcata” da parecchi errori di stampa sulle carte e refusi che, pur non pregiudicando l’esperienza di gioco, potrebbero fare storcere il naso a qualcuno. Si tratta di errori di editing: qualche vocale saltata o qualche nome storpiato (su tutti: Hittler e Peerl Harboor, tra l’altro sulla stessa carta, che non si possono proprio vedere).
That's hollywood, baby, and there's nothing you can do about it (cit. Humphrey Bogart)
Una partita a The Producer: 1940-1944 inizia con la distribuzione a ogni giocatore di un patrimonio di 2 milioni di dollari, una mano di cinque carte attori e una di altrettante schede copione. Queste ultime saranno selezionate tramite un meccanismo di draft: in base alla squadra di stelle del cinema e registi in proprio possesso, ogni produttore in erba sceglierà una delle schede e passerà il resto della mano al giocatore alla sua sinistra, ricevendo a sua volta la mano dal giocatore alla sua destra. Tale routine si ripeterà fino a che ognuno avrà messo da parte i suoi cinque copioni con l’obiettivo di coniugare per quanto possibile il maggior numero di abbinamenti esatti tra cast storici e attori in proprio possesso. Al termine del draft, ogni giocatore potrà selezionare quali attori e registi confermare nella propria scuderia di partenza, che dovrà pagare con la dotazione di denaro in proprio possesso. Le eventuali stelle scartate, finiranno in un’apposita area del tabellone, l’Hollywood Boulevard, dal quale potranno essere scelte da altri produttori nel corso della partita. Terminato questa fase, inizia il gioco vero e proprio che consta di tre fasi: Mantenimento, Operativa e Notte degli Oscar. Senza entrare troppo nel dettaglio di ciascuna di tali fasi, diamo un’idea di cosa avviene in ciascuna di esse, premettendo che ognuna è comunque strettamente legata all’ambientazione, il che rende questo The Producer: 1940-1944 un gioco fortemente ambientato.
Durante la fase di mantenimento, che si salta solo durante il primo turno di gioco, ogni partecipante deve pagare il cachet degli attori in proprio possesso e che desidera mantenere nella propria scuderia. Il prezzo da pagare è la metà di quello pagato per ingaggiare la prima volta la star (entrambi i valori si trovano stampati sul fondo di ciascuna carta attore). Le spese però non sono finite. Mantenere gli studios è attività onerosa e, quindi, ogni nuovo teatro di posa, villaggio tematico o altra struttura costruita dovrà essere tenuta in buone condizioni, pagando anche in questo caso una certa cifra. Nel caso in cui un produttore si trovi nella situazione di non poter pagare interamente con i propri liquidi tutta la struttura messa su fino a quel punto, l’unica soluzione è affidarsi alle banche (e di questi tempi non è una bella prospettiva). In pratica, ipotecando le proprietà, si ottengono denari che saranno necessari a coprire le spese. A ogni successiva fase di mantenimento occorrerà pagare alla banca gli interessi, almeno fintantoché non si deciderà di estinguere l’ipoteca nella successiva fase Operativa. Quest’ultima è il vero e proprio “cuore” del gioco.
A turno, ogni giocatore deve giocare una carta dalla propria mano e, se questa glielo consente, piazzare un proprio produttore su una locazione del tabellone centrale o della plancia personale per eseguire una azione specifica. Le carte azione e avvenimento, di cui abbiamo accennato sopra, offrono opzioni che possono essere positive o negative: alcune di esse possono essere scartate senza applicarne gli effetti (se negative), ma si perde così la possibilità di giocare il proprio produttore. In altri casi, invece, indipendentemente dalla volontà del giocatore, la carta deve essere giocata. Un sistema di colori e sottolineature sul titolo della carta fornisce le indicazioni su cosa si può o non si può ignorare e se queste azioni danno o meno diritto a giocare successivamente il produttore. Il meccanismo non è complesso in sé, sebbene un errore di stampa sul regolamento (corretto dalle FAQ disponibili in un libretto a parte dentro la confezione) e l’assenza di un foglio di aiuto riassuntivo rendano all’inizio un po’ macchinoso comprendere il funzionamento della faccenda.
I tasselli produttore vengono poi giocati nelle diverse locazioni. E sono davvero tante! Collocando uno dei nostri aiutanti nelle diverse aree andremo a realizzare le azioni disponibili sulla plancia centrale:
– il casting consente di pescare una combinazione di 5 carte attore e carte copione (almeno una per tipo) e, pagandone il costo intero, acquistarne fino a un massimo di 3. Le rimanenti, andranno posizionate in un’area apposita del tabellone di cui abbiamo accennato prima; l’Hollywood Boulevard;
– ponendo un nostro produttore nell’area Hollywood party ci assicureremo i servizi di un attore, di un regista o di uno sceneggiatore (carta copione) tra quelli disponibili nell’Hollywood Boulevard a metà prezzo (le feste e lo sfarzo aiutano a rendere malleabili anche quelle viziate stelle del cinema). Ma non solo! Questa locazione consente di annullare gli effetti di una campagna stampa aggressiva contro i nostri attori, derivante dagli effetti negativi delMotel (vedi oltre) o da una carta evento giocata da un avversario ai nostri danni;
– la First National Bank consente di chiedere denaro tramite l’ipoteca dei nostri beni immobili e di estinguerla in una fase successiva;
– la pubblicità è l’anima del commercio: ecco quindi che un produttore inviato alla CBS Radio consentirà di controllare a nostro vantaggio la composizione dei token pubblico e di ottenere dei tasselli votazione utili per la serata degli Oscar;
– Attori, attrici e registi possono essere tentati di fare i farfalloni e di questo i nostri avversari potrebbero approfittarne. Un produttore sullo Starlight Motel invia un paparazzo a scattare foto compromettenti. Lo scandalo di tali campagne stampa aggressive screditano agli occhi della pubblica opinione una delle star della scuderia di un avversario che per un intero turno (o fino a quando non verrà organizzato un Hollywood party con i controfiocchi) perderà una “stella” da ognuna delle sue caratteristiche con le prevedibili negative ricadute su incassi dei film prodotti e sulle votazioni per gli Oscar;
– infine, quando si è alle strette, si può sempre andare dagli “amici” del Caffè Colosimo, affiliandosi a Cosa Nostra. Il bonus è un bel milione di dollari subito scucito sull’unghia dai boss; il malus è che dovremo in alcuni casi trovare delle parti nei nostri film alla pupa del boss (bella e con ambizioni da attrici, ma con la bravura di una Alessia Merz nel dimenticabile Jolly Blu), oppure subire effetti negativi dalle carte specifiche giocate contro di noi dagli avversari (l’FBI, dopotutto, non vede di buon occhio i produttori che hanno rapporti troppo stretti con i mammasantissima della Mafia).
I produttori, però, possono essere giocati anche sulla nostra plancia personale:
– uno dei nostri produttori potrà essere assegnato al Cantiere in modo da consentire la costruzione di nuovi teatri di posa, della sala trucco (necessaria, per esempio, per produrre film Horror), o, ancora per edificare un villaggio tematico da usare come set per un film di cappa e spada o di guerra o ancora per affittare una sala in cui fare suonare l’orchestra delle colonne sonore e un laboratorio per gli effetti speciali. Ognuna di queste locazioni, una volta costruite, ci permetteranno di produrre un numero maggiore di film e una varietà di generi più ampia, incrementando le nostre chance di vincere un Oscar e di incassare più soldi al botteghino. La costruzione di tali strutture ci darà modo di guadagnare subito dei punti vittoria;
– per produrre un film sarà necessario collocare uno dei nostri tasselli in un teatro di posa o in tre per realizzare un kolossal.
La produzione del film avviene immediatamente dopo e richiede la disponibilità di un cast con regista, attore e attrice protagonista e un cartello di 1-3 ulteriori commedianti da destinare al ruolo da caratteristi. Ovviamente occorrerà un teatro di posa nel quale girare il film e un copione! Varie altre strutture saranno necessarie a seconda del tipo di film che si intende girare: tecnici degli effetti speciali, per esempio, saranno necessari se si vuole realizzare un film di fantascienza; mentre un villaggio tematico che riproduce un villaggio della frontiera americana sarà essenziale per un bel Western.
La produzione di un kolossal o di un B-Movie differiscono solo perché nel primo caso avremo bisogno di tre teatri contemporaneamente, mentre nel secondo caso potremo fare a meno di una struttura accessoria. Ma successivamente, il primo darà lustro e punti vittoria, il secondo, invece, non potrà essere candidato agli Oscar.
E dopo la produzione c’è la distribuzione, dove si conteggia il pubblico che andrà a vedere il film al cinema e, di conseguenza, il denaro che sarà incassato. Tramite un meccanismo di pesca dei token pubblico basato sul livello di notorietà di ciascun attore utilizzato e dalle indicazioni della scheda copione, seguito da varie ottimizzazioni legate alle carte eventualmente giocate durante il proprio turno, ogni produttore incasserà un discreto gruzzolo per ogni token pubblico attirato. Da notare che, di tali tasselli, alcuni rimarranno fuori dal gioco per la durata del turno in corso, mentre altri saranno messi da parte fino a quando il contenitore di pesca non sarà svuotato. In entrambi i casi, quindi, la composizione del pubblico disponibile ad andare a vedere i film sarà continuamente variabile, fattore di cui tenere conto nella produzione dei film successivi!
La fase finale del turno di gioco è quella della Notte degli Oscar durante la quale, ogni giocatore dovrà candidare i propri beniamini alla corsa per l’ambita statuetta. Si svolgono quattro votazioni per altrettanti premi: miglior film, miglior regia, miglior attore/attrice protagonista e miglior attore/attrice non protagonista.
Le modalità di votazione differiscono per il miglior film, che viene votato in base alla miglior corrispondenza tra attori e registi impiegati per un determinato film rispetto a quanto avvenne realmente. In altre parole: se per girare Casablanca ho usato come protagonista Errol Flynn e un’altra serie di attori e attrici diversi dal cast originale, non vincerò l’Oscar contro Quarto Potere prodotto dal mio avversario che ha sì utilizzato Basil Rathbone invece di Joseph Cotten come attore non protagonista, ma ha fatto girare il film e recitare Orson Wells come nel lungometraggio originale!
Per le altre tre votazioni (miglior attore/attrice protagonista e non protagonista, miglior regia), si utilizza un sistema di votazione collegato al numero di stelle stampato sulle carte dei personaggi in gara, sui token votazione ottenuti con l’azione CBS Radio, con i produttori che eventualmente non siamo riusciti a giocare durante la fase Operativa e da un fattore aleatorio (sempre però legato alla bravura dei singoli artisti) basato sulla pesca delle carte azione/avvenimento che riportano un numero variabile da 0 a 3 voti.
Ogni premio porta al giocatore un determinato valore in punti vittoria che andrà registrato sulla cornice segnapunti che circonda il tabellone centrale. La partita prosegue così per 3 turni (dal 1940 al 1942) nella versione breve o per 5 turni (fino al 1944) per quella lunga. Al termine si aggiungeranno ai punti vittoria ottenuti con la costruzione dei propri studios e con le vittoria agli Oscar ulteriori punti:
– 5 punti extra per chi ha completato l’edificazione d ogni struttura della propria plancia personale;
– un numero di punti vittoria variabile in base al numero di generi diversi di film prodotti nel corso della partita;
– un numero di punti vittoria variabile in base alla versatilità della propria scuderia di attori e attrici, ossia alla loro capacità di essere impiegati altrettanto efficacemente in film drammatici, commedie e film di genere (opzionale);
– 3 punti vittoria per chi possiede il conto in banca più cospicuo (opzionale).
Ti amo Hollywood!
Se dovessimo definire in qualche modo questo gioco, diremmo che The Producer: 1940-1944 è davvero “tanta roba”. Tanti materiali, tante opzioni tra cui scegliere, tanta ambientazione e tanto tempo per giocarci!
Andiamo con ordine, allora. Sulla qualità dei materiali, a partire dalla scatola, il giudizio è davvero positivo con una nota di merito per l’eccezionale resa delle banconote e una nota di demerito per gli errori di “stompa” che infastidiscono un po’, ma che non impediscono in alcun modo di godere appieno del prodotto. Le opzioni su cui impostare la propria strategia sono tante, forse quasi troppe. Non aspettatevi di padroneggiare The Producer: 1940-1944 se non dopo parecchie partite; per i patiti del controllo a tutti i costi, la pesca casuale delle carte attore, dei copioni e delle carte azione e avvenimento potrà non piacere, ma riuscire a amalgamare il tutto nel modo più efficiente possibile rappresenta una indubbia sfida per qualsiasi hard core gamer … e quindi viene naturale considerare questo titolo molto impegnativo e non adatto né all’ambiente family né come ponte per introdurre dei neofiti a qualcosa di più complesso e strutturato: rischiereste di perderli definitivamente!
Sulla ambientazione niente da dire: giù il cappello! Giocare a The Producer: 1940-1944 simula in maniera perfetta, quasi maniacale, ogni aspetto della carriera di un produttore cinematografico, rendendo una partita una vera e propria esperienza immersiva come ne ho riscontrate poche durante la mia carriera di giocatore. Se poi al tavolo siedono degli appassionati di cinema, non potranno non apprezzare la cura con cui si è tramutato in meccaniche coerenti ogni aspetto del dorato mondo hollywoodiano. E, quindi, tale sforzo si tramuta in tanto tempo per finire una partita. L’indicazione sulla scatola riporta un tempo stimato per concludere la partita variabile tra i 60 e i 180 minuti! Diciamo che per giocare in un’ora occorre essere solo in due, entrambi esperti del regolamento e fare la versione “breve” di tre turni; in caso contrario mettete in preventivo tranquillamente le tre ore di gioco e anche qualcosa in più! In questo senso, un lavoro sullo snellimento di qualche meccanica, soprattutto nelle fasi di produzione del film e di votazione agli Oscar avrebbe permesso di tagliare un po’ il tempo di gioco. Insomma, un titolo per stomaci abituati a digerire cinghiali crudi senza neanche l’aiuto di un Brioschi.
Per tirare le somme, dunque, ci sentiamo caldamente di consigliare questo The Producer: 1940-1944 a chiunque non sia spaventato da giochi complessi da gestire e da padroneggiare, e comunque, a tutti gli altri, di provarlo con l’aiuto di un esperto delle regole prima di dire che è un titolo che “non fa per me”.
PRO
Ambientato con un perfetto equilibrio tra meccaniche e azioni
Profondo, dalle molteplici strategie tutte potenzialmente vincenti
Materiali di prim’ordine
CONTRO
Mancanza di supporti di aiuto e sintesi per i giocatori
Errori di stampa sulle carte che infastidiscono
Alcune meccaniche sarebbe stato meglio snellirle per non allungare i tempi di gioco davvero elevati