venerdì 27 Dicembre 2024

Pandemia – La Cura

Dadi contagiosi
Pandemia (di Matt Leacock) è uno dei collaborativi più apprezzati nel mondo dei giocatori, sin dalla pubblicazione della sua prima edizione nel 2008, tanto che dal gioco originale sono stati pubblicati tre spin-off, due nel 2014 (Pandemic: The Cure, e Pandemic: Contagion) ed uno nel 2015 (il discusso quanto popolare Legacy Season 1), oltre che diverse espansioni e persino una seconda edizione del gioco originale.

In particolare, Pandemic: The Cure, localizzato in Italia con il titolo di Pandemia – La Cura (PlC), dalla Asterion Press nel 2015, si discosta dal gioco originale per l’uso dei dadi invece che delle carte. In effetti, PlC è un vero e proprio gioco di dadi che ricalca l’idea originale di Pandemia: i giocatori interpretano un team di specialisti del CDC (Centro per il controllo delle malattie) che tentano di trovare una cura a quattro terribili patogeni di diverse origini prima che le malattie possano espandersi, per l’appunto, in una pandemia. PlC è un gioco per 2-5 giocatori, ed una partita dura in media 20-30 minuti. 

  • Titolo: Pandemia – La Cura
  • Autori: Matt Leacock
  • Editore: Asterion Press / Z-Man Games
  • Genere: Gioco di dadi cooperativo
  • Numero Giocatori: 2 – 5
  • Durata: 20-30 minuti
  • Dipendenza dalla lingua: testo sulle carte, titolo localizzato in italiano
  • Illustratori: Chris Quilliams, Philippe Guérin

Non aprire quella capsula petri!
La scatola di PlC è di medie dimensioni, con dominanza dei toni di blu, ed un’illustrazione di copertina che rappresenta tre dei diversi membri del team del CDC.  L’interno della scatola contiene un vassoio in cartoncino che è più che sufficiente per contenere i componenti del gioco.

I dadi sono gli “ingredienti attivi” principali di PlC, dato che stiamo parlando di un gioco di dadi. PlC include ben 85 dadi speciali a sei facce, ripartiti in due grosse categorie. 48 sono i dadi Contaminazione, trasparenti ed in 4 colori diversi, con 5 facce numerate in maniera differente ed una che riporta il simbolo internazionale della croce sanitaria a quattro braccia. L’altro gruppo di dadi ne conta 37, suddivisi in 7 colori diversi, ciascun colore appartenente ad un diverso specialista. I dadi sono incisi, non stampati, e quindi piuttosto resistenti all’usura. Gli spigoli, tuttavia, sono vivi e non arrotondati, quindi i puristi del dado noteranno che questi dadi “rotolano male”. La scelta dei colori dei dadi Contaminazione è interessante e ricorda ovviamente il gioco “madre”, mentre i colori dei dadi degli specialisti sono particolari, decisamente smorti; tutti i dadi sono perfettamente leggibili.

Gli specialisti inclusi nel gioco sono 7, ciascuno identificato dalla propria carta ruolo, e dotato in genere di 5 dadi del proprio colore. La carta di uno specialista include il nome, le abilità speciali, ed un riepilogo delle facce dei propri dadi. Ogni specialista ha anche una sua pedina del colore appropriato.

Ci sono poi 10 carte Evento, 5 carte riepilogative, ed una carta “Malattie Curate”. Le carte evento riportano il nome dell’evento, il costo in croci (vedi sotto), e l’effetto della carta; le riepilogative riportano le fasi di un turno in maniera piuttosto stringata ed anche un riepilogo delle varie azioni standard dei dadi; infine la carta Malattie Curate ha lo spazio per i 4 dadi di diverso colore che rappresentano i quattro patogeni “nemici”. Le carte sono un po’ sottili, ma resistenti (e comunque non necessitano di essere mischiate se non ad inizio partita).

Il gioco è completato da una plancia circolare in plastica che funziona da segnapunti, chiamata Centro Ricerche (CR), due siringhe in plastica verde per indicare l’Intensità di contaminazione ed i focolai; sei tessere Regione circolari numerate da 1 a 6, che rappresentano le zone del mondo in cui opereranno gli specialisti; una tessera CDC circolare; un sacchetto in stoffa azzurro per i dadi Contaminazione; e naturalmente le istruzioni a colori. La plancia in plastica è in due pezzi ad incastro, ma può essere conservata montata; il cerchio è diviso in due parti: Intensità e Focolai, ed ognuno di questi segnapunti è dotato di fori dove posizionare le appropriate siringhe durante il gioco. Tutti i componenti sono di buona qualità e decisamente in tema come colori e forme.

  

Spreading the disease (cit.)

Il setup di PlC è semplice: si piazza il CR al centro del tavolo, si posizionano le due siringhe nei fori di partenza del CR. Poi si piazzano le sei tessere Regione in ordine da quella col numero 1 a quella col numero 6 attorno al CR, ed a lato si posiziona la tessera CDC. Si mescolano le carte Eventi, se ne pescano tre scoperte che vanno piazzate vicino al CDC. Infine si pescano 12 dadi dal sacchetto Contaminazione, si tirano (ritirando i risultati croce) e si piazzano sulle tessere Regione in base al risultato (p.es., i dadi che ottengono un 5 vanno piazzati nella Regione con il 5).
Si mescolano le carte Ruolo, e ne viene data una a caso ad ogni giocatore; il giocatore raccoglie i dadi e la pedina del colore appropriato, e piazza la pedina sulla tessera Regione 1. Ora il gioco può cominciare a partire dal primo giocatore.

Il turno di un giocatore è diviso in 4 fasi:
1)      Tirare i propri dadi ed effettuare le azioni
2)      Fornire campioni
3)      Cercare una cura ad un patogeno
4)      Contaminare le regioni

Anche se ciascun turno viene giocato, per l’appunto, da ciascun giocatore, questo PlC è una sfida di tipo cooperativo (come tutti o quasi i giochi della linea Pandemia). Quindi è vero che le azioni che vado di seguito a descrivere verranno eseguite dal giocatore, ma le conseguenze di una scelta sbagliata (o di un tiro sfortunato) saranno pagate da tutti i partecipanti. Quindi sarà più che normale discutere con i compagni specialisti al tavolo delle opzioni migliori da seguire.

Durante il tiro dei propri dadi, ogni risultato Biohazard (simbolo del pericolo biologico) fa avanzare la siringa Intensità di uno spazio. Dato che il movimento di questo segnalino-siringa rappresenta il principale avanzamento della diffusione della malattia nel gioco (e potrebbe essere causa della fine della partita) parliamo prima di tutto di questo aspetto, cosi capiremo meglio le prossime facce dei dadi. Quando la siringa finisce in uno spazio contrassegnato da un’esplosione rossa, si attiva un’epidemia: si prendono tutti i dadi nel CR, si pescano dal sacchetto Contaminazione tanti dadi quanti sono indicati nella zona del CR dove si trova la siringa Intensità, e si tirano tutti insieme. I risultati “croce” vanno messi sul CDC, gli altri si piazzano sulle regioni come ad inizio gioco. Quando in una regione ci sono più di tre dadi dello stesso colore, si verifica un Focolaio: i dadi in eccesso (oltre i tre) vanno spostati nelle regioni adiacenti in senso orario, e possono dare luogo a nuovi focolai. Ogni volta che si verifica un focolaio, la siringa appropriata avanza di uno spazio. All’ottavo focolaio la partita termina con la sconfitta dei giocatori. La partita termina con la sconfitta dei giocatori anche quando la siringa Intensità finisce nell’ultima casella del proprio segnapunti.

Le azioni possibili coi dadi sono di due tipi: quelle base permettono di spostarsi (aereo o nave) tra le varie regioni; di arginare (siringa), cioè spostare un dado dalla regione in cui ci si trova al CR, o dal CR al sacchetto, o di prelevare campioni (contenitore per campioni), prendendo un dado dal CR e piazzandolo sotto il proprio dado usato per campionare. Ogni specialista ha accesso ad azioni speciali che cambiano da ruolo a ruolo e che sono riportate solo su alcune facce dei propri dadi, come spostare altri giocatori, spostare dadi dal CR al sacchetto, o arginare più dadi usando una singola azione. Va rimarcato che i giocatori non sono obbligati ad usare tutte le loro azioni: l’unica azione da eseguire sempre è quella col simbolo Biohazard. Allo stesso modo, un giocatore può non usare un’azione ed invece ritirare quel dado, quante volte vuole, finché non esce un Biohazard o l’azione che gli interessa. I dadi Biohazard non possono mai essere ritirati.

Quando un giocatore è nella stessa regione di un altro, può decidere di dare i suoi campioni all’altro giocatore, dopo aver compiuto tutte le azioni del suo turno. Infine, un giocatore che abbia campioni può tentare di cercare una cura: tira tutti i dadi Contaminazione in suo possesso e ne somma i valori: se il risultato è 13 o più, è stata trovata la cura per quel patogeno, e da ora in poi sarà più semplice arginarne il suo diffondersi nel gioco. Quando viene trovata la cura per il quarto patogeno, la partita finisce con la vittoria dei giocatori.

Dopo queste tre azioni, il giocatore verifica la Contaminazione: pesca dal sacchetto tanti dadi quanti sono indicati nel settore attuale del CR, e li tira. I risultati “croce” vanno al CDC, gli altri si piazzano come sopra. Anche in questa fase si può verificare un Focolaio, naturalmente. Qualora nel sacchetto non ci fossero abbastanza dadi da pescare, la partita termina con la sconfitta dei giocatori.

Durante il proprio turno, un giocatore può spendere eventuali dadi “croce” dal CDC per pagare il costo delle carte Evento scoperte, che vanno usate appena “acquistate”. Ogni volta che si acquista una carta evento, se ne pesca un’altra dal mazzo e la si piazza scoperta vicino al CDC. Le carte usate vanno messe in fondo al mazzo.

Finito il turno di un giocatore, il successivo esegue le stesse azioni, e così via fino alla conclusione del gioco. La partita si chiude, come abbiamo visto, in tre modi diversi: quando vengono trovate le cure per tutti e quattro i patogeni (vittoria per i giocatori); quando non ci sono abbastanza dadi da pescare nel sacchetto (sconfitta dei giocatori), o quando la siringa delle contaminazioni o quella dei focolai arriva alla fine del proprio segnapunti (sconfitta dei giocatori).

Come regola opzionale si può partire con la siringa Intensità più avanti o più dietro per rendere il gioco più difficile o più facile.

  

There’s no cure for this disease spreading by the water! (cit.)
PlC è un gioco di dadi che può essere apprezzato sia avendo giocato Pandemia, sia non avendolo mai visto. Voglio precisare subito che il fattore aleatorio esiste, ma è decisamente controllabile, anche se il gioco è parecchio difficile (per darvi un’idea: le prime 11 partite che abbiamo giocato sono state altrettante sconfitte).

La bellezza di questo titolo sta proprio nella gestione dei dadi: PlC appare come un misto di gestione risorse e “push your luck”. L’effetto di un tiro negativo sul gioco non è da poco, ma può essere mitigato con la possibilità di ritirare i dadi azione, mentre per la contaminazione la faccenda è diversa: il controllo di questo fattore sta nel capire quali dadi spostare dalle regioni al CR, e quali dal CR al sacchetto. Avere troppi dadi nel CR può favorire il campionamento, certo – ma basta una serie sfortunata di Biohazard, e tutti quei campioni si trasformano in altrettanti incidenti di laboratorio che andranno ad aumentare le possibilità di espansione delle malattie. Anche se a prima vista può non sembrare così, PlC è molto ben ambientato nella sua semplicità di regole: con pochi meccanismi, Leacock è riuscito a simulare gli aspetti principali della gestione di un’epidemia anche in questo gioco di dadi.

Trovare dei difetti a questo titolo, nel suo ambito, non è semplice. L’alto livello di difficoltà può essere facilmente regolato gestendo la partenza dell’Intensità, ed il gioco scala bene con qualsiasi numero di giocatori: in nessun caso i ruoli vengono usati tutti (i ruoli sono 7, i giocatori da 2 a 5), e quindi ogni ruolo è stato bilanciato in modo che nessuno di essi sia particolarmente forte o meno utile degli altri. Le azioni necessarie al gioco sono quelle generali, e le abilità speciali di ogni ruolo permettono si di avere delle “scorciatoie” durante il gioco, ma nessuna abilità riesce a sbilanciare un ruolo e renderlo meglio o peggio degli altri. Pertanto, quando si gioca una partita la presenza o assenza dello scienziato invece che dello specialista in contenimento non si noterà più di tanto. Un vantaggio di questo sistema è senza dubbio quello di evitare la formazione di un “team super-vincente” o di un “team senza speranza”, il che rende il gioco più longevo. Un’altra cosa da rimarcare è il fatto che la quantità fisica di specialisti sul tavolo non rende la partita più o meno difficile. Per fare una battuta potrei dire che si perde quasi sempre indipendentemente dal numero dei giocatori, ma la realtà è che il gioco resta bilanciatissimo indipendentemente da quanti ruoli scendono in campo nel team.  Quello che rende il gioco davvero interessante, tuttavia, è l’interazione tra i ruoli. Per quanto, come in quasi ogni collaborativo, sarà possibile trovare qualcuno con la sindrome del leader, in generale le discussioni su come gestire le risorse sia del CR che dei singoli ruoli portano ad un’elaborazione di differenti strategie, nessuna delle quali risulta assolutamente vincente o assolutamente perdente, almeno nella mia esperienza. Non c’è un modo sicuro per vincere, ma perdere è piuttosto semplice: basta distrarsi un attimo, lasciare troppi dadi in gioco, e la sconfitta è sicura; d’altro canto, con pochi dadi nel CR la ricerca di una cura diventa un affare complicato, e quindi la gestione dell’intero processo richiede attenta pianificazione. Devo anche dire che nelle nostre partite non c’è mai stato alcun fenomeno di “analisi-paralisi”, anche perché tutti i giocatori partecipano attivamente al gioco indipendentemente da chi è di turno. Per finire, ci tengo a ripetere che la difficoltà del gioco è relativamente alta, ed anche questo può essere considerato un valido fattore di rigiocabilità.

Forse una scelta migliore dei colori dei ruoli avrebbe incontrato ancora di più il nostro favore (per quanto devo dire che un paio di essi sono davvero belli), ma per il resto PlC è stato apprezzato parecchio sul nostro tavolo di gioco, anche perché una partita si può risolvere in 20-30 minuti. Un “filler” (anche se alcuni odiano questo termine) che però tiene l’attenzione viva in ogni istante.

Una piccola nota a margine: naturalmente, come molti collaborativi, anche PlC può essere giocato in solitario, e funziona pure piuttosto bene, senza modificare alcuna regola.

Per concludere, a mio parere PlC è il migliore dei giochi della serie Pandemia. Forse Contagion è un po’ più originale, ma al contempo è più “freddo” (dopotutto, interpretare il ruolo del virus o del batterio non è necessariamente entusiasmante), ma PlC è più rapido e più intenso di Pandemia. Non ho ancora provato Legacy, e quindi non posso usarlo come elemento di confronto, ma tra gli altri mi sento di affermare che se mai doveste scegliere un solo gioco della serie Pandemia, andate su PlC. Rapido, divertente, difficile ed intenso.

  

PRO
Regole semplici
Ottimi componenti
Sfida difficile ed intensa

CONTRO
Il colore di alcuni ruoli tende a confondersi con gli altri

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