giovedì 26 Dicembre 2024

Sukkube

Abbiamo già avuto modo di conoscere la Apokalypseinc, realtà ludica friulana nata da poco con l’obiettivo di portare sul mercato prodotti originali e caratterizzati da alti standard qualitativi.
Presenti sin da subito tra i protagonisti che hanno popolato le ultime edizioni di Essen Spiel e Lucca Games, avevano già al loro arco diverse frecce che potenzialmente avrebbero potuto incuriosire buona parte del panorama di appassionati del nostro mondo. Di The Producer, abbiamo già avuto modo di parlarvi.
Un’altra era senz’altro Sukkube, opera di René Capuzzo che – va ammesso – aveva decisamente acceso la nostra curiosità, vuoi per il formato insolito, vuoi per il tema originale. Siamo quindi riusciti a metterlo alla prova del gioco e dunque ora ve ne parliamo in questa recensione.

  • Titolo: Sukkube
  • Autori: René Capuzzo
  • Editore: Apokalypse Inc.
  • Genere: Gestione carte, Combinazione effetti
  • Numero Giocatori: 1 – 6
  • Durata: 20 – 40 minuti
  • Dipendenza dalla lingua: nulla
  • Illustratori: Francesca Pacitto

Ero un bambino ansioso e circospetto. Sapeste con che ansia attendevo l'arrivo del circo! (Bilbo Baggins)
La confezione di Sukkube si presenta come un cubo di cartone di lato pari a circa 10 cm. Su ognuna delle sue facce è raffigurato un tipico archetipo circense, dal sollevatore di pesi all’equilibrista; dal clown al domatore. Una delle facciate ha un piccolo inserto in tessuto rosso che ne permette l’apertura e che consente di poter accedere al resto dei materiali conservati all’interno della curiosa scatola.
Dentro quest’involucro totalmente rosso all’interno, troviamo quindi il piccolo regolamento (sostanzialmente un foglio ripiegato varie volte), 6 segnapunti di cartone rigido, 6 talloncini personaggio da ripiegare affinché l’immagine resti verticale e visibile a tutti sul tavolo e 30 carte suddivise in 3 gruppi da 10, differenziate dal colore del dorso.
A dispetto della scatola, resistente e ben fatta, il resto dei materiali non mi fa gridare al miracolo. Interessante l’uso della scatola come oggetto di gioco e carina l’idea dei talloncini ripiegabili, ma sia questi che le carte sono veramente troppo sottili, soprattutto considerato quanto queste ultime vengono maneggiate in partita. Inoltre, l’idea di segnare il punteggio direttamente su un angolo del foglio del manuale, sarebbe di base ottima (mancando di fatto un tabellone), purtroppo però quest’ultimo rimane difficilmente appianato al tavolino (date le pieghe), con conseguente difficoltà nel mantenere fermi i token al loro posto.
La grafica, curata da Francesca Pacitto, è orientata a uno stile a cavallo tra il “pop” e il “minimal” che, tutto sommato non mi dispiace, soprattutto per il carattere “leggero” del gioco che non aveva quindi bisogno di grande immedesimazione e realismo. Sulle carte però avrei preferito una migliore visibilità delle azioni, rispetto all’oggettistica da circo (sostanzialmente questa grafica di contorno).

  

I mangiatori di spade usano un trucco per non ferirsi quando inghiottono la spada: prima inghiottono il fodero. (Groucho)
Sukkube è un gioco sostanzialmente astratto in cui da 2 a 6 giocatori dovranno giocare abilmente le proprie carte in modo da ruotare il Kube (ovvero la scatola che in questo caso diventa l’oggetto principale del gioco) al fine di risultare il dominatore di fine manche.
All’inizio della partita, vengono distribuite casualmente 5 carte scoperte a ogni giocatore. Si gioca sempre con 6 personaggi partecipanti perché, se si è in meno di 6 giocatori, vengono introdotti dei bot a riempire la tavolata. Ognuno ovviamente sarà un personaggio del circo, con relativo talloncino di fronte a se e token sul tracciato del punteggio.
Sorteggiato il primo giocatore, questi posizione il Kube davanti a se, in modo che la faccia con il suo personaggio sia quella superiore. E’ tutto pronto per iniziare.

Il principio di gioco è molto semplice: chi sarà di turno dovrà giocare una delle sue carte di modo da ruotare il Kube secondo le modalità indicate da queste e cedendo quindi il turno al giocatore che possiede il personaggio ora raffigurato sulla nuova facciata in vista. In più però va ricordato che non si potrà giocare una carta per generare un movimento dal verso opposto a quello appena giocato (ad esempio spostare a destra il cubo subito dopo che lo si è spostato a sinistra) e, se possibile, andranno sempre preferite carte che assicurano spostamenti in direzioni diverse da quelle immediatamente precedenti (ad esempio spostare in alto dopo che si è ruotato il cubo a destra). E’ importante inoltre notare che la prima volta che si gioca una carta dello stesso colore di quella appena giocata, allora se ne raddoppieranno gli effetti (ad esempio, la carta del velocipede permette di ruotare il kube verso destra di una faccia, ma se quella bordata di azzurro viene giocata dopo una qualsiasi altra avente lo stesso colore sulla cornice, la rotazione dovrà essere effettuata due volte). I bot, se presenti, giocheranno le carte strettamente nell’ordine con cui gli sono state inizialmente distribuite e, quindi, non saranno obbligati a rispettare le limitazioni appena descritte (raddoppieranno però gli effetti come gli altri in caso di doppio colore).
Quando il giocatore che sarebbe stato di turno (e che ha quindi il proprio personaggio sulla facciata in vista) non potrà più giocare carte (perché le ha terminate o quelle che ha non sono giocabili), la manche ha termine e lui guadagnerà un punto. Colui il quale ha il personaggio raffigurato sulla faccia del cubo a contatto col tavolo sarà invece il primo giocatore per la nuova manche.
Il primo che guadagnerà 5 punti, verrà dichiarato vincitore.

  

Qual è il colmo per un equilibrista? Essere giu' di corda
Quando ho sentito per la prima volta parlare di Sukkube, onestamente sono rimasto molto incuriosito da quello che sembrava un approccio decisamente originale nel panorama. Via il tabellone e si inizia a sperimentare esperienze ludiche sfruttando materiali che non sono tanto originali di per se, quanto soprattutto per l’utilizzo che ne viene proposto. Messo alla prova, tuttavia, devo dire che l’esperienza provata non è stata pienamente conforme alle aspettative che mi ero fatto.
Il titolo, come avrete sicuramente potuto capire, è dotato di meccaniche molto semplici da padroneggiare ma, per vari motivi non riesce, almeno a mio avviso, a essere sempre coinvolgente.
Il principio di base, infatti, sarebbe anche molto interessante, ovvero quello di saper sfruttare le proprie capacità di pianificazione di lungo termine, tuttavia le limitazioni all’utilizzo delle carte, se da un lato possono semplificare ad alcuni la vita, dall’altro possono dare la sensazione di essere obbligati a scegliere una determinata carta. Nonostante però si possa provare a girare anche a proprio favore queste eventualità, ho trovato veramente complicato cercare di fare previsioni che vadano oltre le due o tre mosse, dato che in aggiunta ai parametri di cui tener conto, compare anche il continuo saltare del turno di giocatore  in giocatore. Inoltre la grafica scelta per le carte, certamente non aiuta. I simboli che descrivono le mosse sulle carte sono piccolissimi e poco distinguibili e questo, in un titolo che punta a dover tenere sempre sott’occhio la situazione di tutti, non è un fattore trascurabile. Per quanto concerne il Kube, nonostante sia l’elemento che più mi piaccia di questo prodotto, devo ammettere che non rende facile il colpo d’occhio sulla situazione attuale, obbligando quasi sempre a doverne visionare tutte le facce prima di effettuare una scelta. L’aggiunta dei bot, poi, a comportamento diverso dai giocatori normali, non può che complicare ulteriormente la faccenda. Forse sarebbe stato opportuno prendere in considerazione un modo per rendere il gioco scalabile e quindi, almeno in 2 o 3 giocatori, semplificabile.

Se però amate le sfide decisamente articolate, potete dare a Sukkube una chance, ma occhio che potrete ritrovarvi per svariati minuti a riflettere su una singola mossa. Personalmente però consiglio, se si è in 3 o 4 giocatori, di provare le varianti proposte dallo stesso manuale, visto che permettono il gioco a squadre e generalmente rendono la vita un po’ più facile.
In definitiva ho trovato Sukkube un titolo molto più articolato di quanto mi aspettassi, che mi ha lasciato un retrogusto piuttosto amaro. A dispetto della sua apparenza “easy”, si rivela in realtà di difficile controllo. Se lo gioco senza pretese mi restituisce l’impressione di un effetto domino scarsamente influenzabile e quindi poco coinvolgente, preso invece sul serio è decisamente prono a effetti di paralisi d’analisi anche importanti, vuoi per la poca ergonomicità dei materiali, vuoi per l’oggettivo numero elevato di parametri da dover tener presente. Ho sentito la mancanza di una qualche modalità introduttiva, non fosse altro che un modo per giocare in meno giocatori senza bot. Pertanto, tutte le varianti in grado di diminuirne la variabilità non possono che essere ben accette.

  

Pro
Concetto di gioco per certi versi originale
Meccaniche semplicissime e rapidissime da apprendere

Contro
Materiali non granché
Arduo da controllare
Mancanza di modalità semplificate o introduttive

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