Questo è decisamente l’anno di H.P. Lovecraft, dato che nel 2016 sono usciti tantissimi titoli dedicati ai miti inventati da uno dei più visionari e discussi autori del XX secolo; di essi, uno degli ultimi in ordine di tempo a essere evocati nel mercato italiano, è la seconda edizione de Le Case della Follia (CDF2), pubblicato dalla Fantasy Flight Games e localizzato nell’italico idioma da Asmodée Italia. CDF2 è un titolo già conosciuto dagli appassionati, che ha avuto i suoi ammiratori, ma anche i suoi detrattori, quando ne fu pubblicata la prima edizione (CDF1, nel 2011): i giocatori si calavano nei panni di improvvisati investigatori ed esploravano una serie di ville e di aree disabitate cercando di fermare gli orrori extradimensionali ed eserciti di cultisti a loro asserviti. Il gioco presentava già all’epoca diverse novità: infatti, pur essendo configurato in maniera simile ad un dungeon crawler (con mappa però già completamente visibile ai giocatori), inclusa la presenza di un giocatore che faceva da “master”, aveva qualche interessante innovazione – tra tutti la possibilità di costruire dei puzzle da far risolvere fisicamente ai partecipanti.
- Titolo: Le Case della Follia, 2a edizione
- Autore: Nikki Valens
- Editore: Asmodée Italia
- Genere: Avventura, investigazione, esplorazione
- Numero Giocatori: 1-5
- Durata: 1-3 ore
- Dipendenza dalla lingua: Elevata (gioco completamente in italiano)
- Illustratori: Cristi Balanescu, Yoann Boissonnet, Anders Finér, Tony Foti, Jacob Murray, Magali Villeneuve
Dopo aver avuto ben otto espansioni (di cui alcune esclusivamente in formato Print on Demand), il gioco sembrò essere stato accantonato, ma le recenti notizie pubblicate dalla FFG avevano rivitalizzato l’hype, come si dice, complici anche le novità annunciate nel sistema di gioco, che andremo a esplorare presto, e la non trascurabile presenza di un kit di conversione per tutto il materiale della prima edizione, già incluso nella scatola.
CDF2 è un gioco per 1-5 investigatori, completamente controllato da un’apposita applicazione disponibile su computer, tablet e smartphone, che si occupa di costruire le mappe e gestire le creature e gli eventi del gioco. Una sfida ha durata variabile, da 90 minuti fino a oltre tre ore nelle avventure più complesse e lunghe, ma l’app permette il salvataggio della partita in qualsiasi momento, per poi riprenderla un’altra volta. I giocatori dovranno affrontare una missione alla volta, entrare in antiche dimore e città maledette, e risolvere i misteri che vi albergano; i personaggi potrebbero impazzire o restare feriti durante l’investigazione, ma in caso di fallimento questi destini sono miti e pietosi rispetto a ciò che davvero attende l’umanità intera. Molto c’è da investigare, e le stelle sono decisamente allineate nel modo migliore, quindi andiamo ad esplorare queste nuove Case della Follia!
“… e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto” (Materiali e confezione)
CDF2 è contenuto in una massiccia scatola a forma quadrata, ormai tipica dei nuovi monster game della FFG (stesse dimensioni di Rebellion). All’interno i pezzi del gioco sono contenuti in un vassoio di cartone – come siamo abituati a vedere nei giochi della casa nordamericana – oggetto che diventa quasi subito del tutto inutile, soprattutto quando vorremo mettere nella scatola anche i pezzi della prima edizione che potremo usare sin da subito.
Aperto il coperchio e rimossi i cospicui fogli di materiale da defustellare, su cui torneremo tra poco, troviamo i due manuali, altra consuetudine FFG: il primo contiene le regole base e una spiegazione dettagliata per iniziare a giocare da subito, mentre il secondo è un compendio delle regole ordinate alfabeticamente. A questi due fascicoli si aggiunge un foglio che illustra il funzionamento dell’app.
L’applicazione è naturalmente da scaricare (via Steam per i PC, via app store per i supporti mobili) ed è già completamente in italiano per ciò che concerne il gioco base, includendo quattro avventure già pronte da giocare, più una quinta se si possiede la prima edizione; quest’ultima però al momento disponibile solo in inglese. Il funzionamento del software è decisamente semplice e intuitivo, ma c’è un’ampia panoramica del suo utilizzo nei manuali e nel foglio illustrativo inclusi nella scatola del gioco. Un plauso ad Asmodée per la scelta dei doppiatori, le cui voci aggiungono molto all’esperienza di gioco (oltre al fatto di aver realizzato la traduzione dell’espansione a tempo di record, per arrivare a Lucca Games con tutto già pronto).
Sotto i manuali troviamo ziplock che contengono tutte le carte, i dadi, e le miniature. I 5 dadi inclusi sono rossi, a otto facce, con due soli simboli sulle facce (il sigillo degli antichi e una lente d’ingrandimento). Le carte sono di due dimensioni: quelle più grandi sono relative agli 8 investigatori, ciascuno rappresentato anche da una miniatura, mentre quelle più piccole (del formato Avventure di Talisman, per intenderci) sono invece divise in diversi mazzi. Troviamo carte per i danni (fisici) e per gli orrori (danni mentali), ciascuna delle quali riporta un effetto particolare dell'offesa subita; carte Oggetti comuni, che descrivono gli effetti di gioco degli stessi – alcune di esse sono a doppia faccia per indicare che, dopo l’uso, l’oggetto in qualche modo cambia; carte Oggetto unico, che vengono in genere trovate durante le avventure; carte Incantesimi, a doppia faccia, che rappresentano gli incantamenti e le stregonerie che i personaggi potranno utilizzare; carte Condizione, che servono a tener conto dei problemi temporanei come stordimento, paralisi e così via; infine, carte Pazzia a doppia faccia (vedremo dopo come si usano).
Anche i segnalini sono davvero molti: oltre a quelli che vanno infilati nelle basi delle miniature e che indicano i nomi delle creature, ci sono token Indizio, Ricerca/Interazione, Pareti, Esplorazione/Vista, Barricata, Incendio, Oscurità, Persone, Porte ed Identità. Tutti sono di cartoncino pressato robusto, chiari e dettagliati, e di facile uso durante il gioco.
Le tessere della mappa, 24 in tutto, sono molto ben illustrate e con i giusti toni cupi e desolanti, persino in ambienti meno opprimenti come giardini o banchine del porto. Ogni tessera è a doppia faccia, divisa in due o più aree ed etichettata con uno specifico nome per poter essere identificata facilmente quando necessario.
Infine, le miniature: gli otto personaggi sono rappresentati da altrettante figure in plastica a base tonda, mentre i 24 mostri, che includono due esemplari di Prole Stellare piuttosto grandi, vanno montati su apposite basi quadrate che contengono anche i segnalini relativi. La qualità di queste miniature è altalenante: i personaggi sono realizzati discretamente, mentre i mostri sono decisamente brutti e poco dinamici, per via delle pose molto statiche e della scarsa cura nei dettagli. Alcune miniature richiederanno un passaggio di asciugacapelli per essere raddrizzate (soprattutto le ali della Prole Stellare).
Oltre a tutto questo, nella scatola troviamo una ziplock che contiene il kit di conversione della prima edizione, con 16 schede degli investigatori, 33 segnalini mostro e 4 segnalini Persona. Questi pezzi possono essere usati per giocare con mostri e personaggi della prima edizione mentre, naturalmente, le tessere della mappa di CDF1 si usano senza alcuna necessità di conversione. Come accennato, usare CDF1 nell’app significa sbloccare un’avventura in più, e le altre espansioni offrono altri scenari o eventi, ma al momento queste aggiunte sono ancora in inglese.
Tutti i componenti sono di qualità, dal punto di vista dei materiali e delle illustrazioni, con l’eccezione (gusti personali, ovviamente) delle miniature dei mostri – che certamente non brillavano in estetica nemmeno nella prima edizione.
Un’ultima cosa da menzionare è il fatto che, usando anche le mappe della prima edizione, l’app ha qualche piccolo bug (posiziona male gli oggetti, o li descrive male) e, in un caso, ha fatto addirittura sparire una botola che aveva indicato come presente; ma gli errori sono davvero 4 o 5 in tutto – decisamente pochi considerata la mole di lavoro – e non hanno praticamente effetto sul gioco (con l’eccezione della sparizione della botola, ma l’ambiente a cui portava si poteva raggiungere anche da altre scale).
“Io son colui che urla nella notte / io son colui che geme nella neve” (descrizione del gioco)
In CDF2 quasi tutte le procedure di gioco sono controllate dall’app, mentre ai giocatori è richiesto solo di… giocare. Nel dettaglio, l’app gestisce gli attacchi dei personaggi e dei mostri (ma i dadi dobbiamo tirarli noi), la ricerca negli ambienti e nei mobili, la mappa di gioco (quali tessere piazzare e come arredarle), i puzzle, e l’interazione con oggetti speciali. Non gestisce l’inventario, i danni e le condizioni dei personaggi, e la posizione delle miniature sulla mappa. Insomma, l’app fa da “master” per quasi tutto, ma a noi umani è delegato lo svolgimento del gioco.
La preparazione di CDF dura pochissimo ed è semplice, grazie proprio alla presenza di un supporto informatizzato. Innanzi tutto, si deve attivare il programma che, dopo averci salutato con due corvi appollaiati su un malridotto cancello, nonché con tuoni e pioggia di sottofondo, ci presenta un menu principale con quattro scelte: Nuova partita per iniziare a giocare; Continua per caricare una partita salvata (una sola, il programma non ne gestisce di più); Altro per accedere a un sottomenu con ulteriori voci che esamineremo tra poco; infine, Esci che termina il programma.
Il pulsante Altro, come dicevamo, ci porta a un’ulteriore schermata di menu dalla quale possiamo gestire la nostra Collezione (per inserire nel programma le eventuali espansioni del gioco in nostro possesso), le Opzioni (lingua e audio) e, naturalmente, di tornare al Menu Principale. Le ultime due voci (Altre App e Boardgame) ci portano a due diverse schermate nelle quali troveremo link ad altri boardgame a tema Cthulhu della FFG e alle altre due app sempre FFG (Battlelore ed Elder Sign).
La prima volta che apriamo il programma, le due voci che ci interessano sono ovviamente Nuova Partita o Altro; ove mai avessimo la prima edizione del gioco e altre espansioni ci conviene prima registrarle nell’app (con Altro) e poi iniziare una Nuova Partita, dato che con più espansioni il gioco ha anche più missioni e più varietà. Nella versione base, infatti, potremo scegliere tra 4 sole avventure, mentre aggiungendo “pezzi” alla nostra collezione, le missioni aumentano, così come i personaggi da poter scegliere, i mostri che incontreremo, e le tessere a disposizione del programma per creare le mappe delle nostre partite (ogni partita ha una mappa e mostri differenti, anche giocando la stessa avventura più volte).
Selezionando Nuova Partita, il programma ci porta alla schermata di Scelta dello Scenario. Qui potremo scegliere quale da giocare, con una descrizione dell’avventura e anche con la difficoltà (da 1 a 5) e la durata prevista, in minuti. Selezionato lo scenario, passiamo a indicare al programma quali investigatori utilizzeremo; fatto ciò, quest'ultimo ci rivela con quali oggetti iniziamo l’avventura (da dividere tra gli investigatori) e con quanti Indizi parte ciascun personaggio. E' da nNotare che anche gli oggetti iniziali sono scelti a caso dal programma, ma includeranno in genere sempre almeno un’arma, una fonte di luce e un incantesimo.
Infine, l’app ci porterà all’inizio dell’avventura, preceduto da una sezione introduttiva che ci viene letta dalla voce narrante. Da qui, i giocatori intraprendono la loro parte.
Ci troveremo sempre ad allestire una stanza iniziale secondo le indicazioni dell’app; queste potranno contenere segnalini Ricerca (quando ci sono cose da esaminare) o Interazione (quando troviamo oggetti con cui interagire, come leve o obiettivi dell’avventura), Esplorazione o Vista (i primi indicano porte verso altre stanze, i secondi passaggi aperti verso altre sezioni di mappa) e, talvolta, anche Persone o Mostri. Una volta allestito il nuovo ambiente, i giocatori cominciano la Fase degli Investigatori, in cui decideranno l’ordine di azione (ogni investigatore avrà a disposizione due azioni). Un’azione consiste in un movimento (fino a due aree), o in un’interazione con un segnalino o con un mostro.
Interagire con qualsiasi cosa significa fare click sull’oggetto (o persona, o mostro), e da qui l’app ci dirà cosa accade. Molte interazioni costano un’azione, come parlare con le persone, aprire cassetti, o anche accedere ad alcuni oggetti speciali tramite un sottomenu sullo schermo (per esempio quando vogliamo leggere un diario ritrovato, o esaminare le prove in nostro possesso). Alcune altre portano a dover risolvere un puzzle: si aprirà quindi una schermata di un sotto-gioco con un numero di mosse possibili pari all’attributo da utilizzare; il programma però non terrà conto del nostro valore, ma ci indicherà solo le mosse effettuate finora (quindi starà a noi non imbrogliare…). Interagire con i mostri, invece, significa attaccarli: si fa click sull’apposito simbolo, si sceglie poi il mostro bersaglio e si seleziona il tipo di attacco (mani nude, armi da taglio, armi pesanti, armi da fuoco, incantesimi). L’app quindi sceglie casualmente l’azione e la prova necessaria per portarla a termine: per esempio, selezionando “armi da fuoco”, l’app potrà descrivere il nostro attacco come una ricerca del punto migliore da colpire e quindi ci farà tirare su Percezione; oppure deciderà di farci tirare su Agilità se sarà capitato di saturare l’area coi proiettili. Anche qui siamo noi a dover indicare onestamente quanti danni abbiamo fatto alla creatura bersaglio e registrarli sull'app.
Ogni prova in CDF2 si svolge tirando un numero di dadi a otto facce pari al valore dell’attributo richiesto. Per esempio, una prova di Agilità per un personaggio con il valore relativo pari a 4, significherà tirare 4 dadi. La prova è corredata da un valore bersaglio (per esempio: Agilità 2 significa che devo ottenere 2 successi tirando su Agilità). Alcune prove hanno risultati diversi a seconda del numero di successi ottenuti, mentre altre sono di tipo “tutto o niente” (cioè o riesce o fallisce). Anche gli attacchi verranno effettuati su abilità diverse – ma in genere pertinenti all’arma scelta, anche se ci si potrà ritrovare a tirare su Percezione per scovare il punto debole del mostro pur usando un’arma poco elegante. Quando abbiamo preso i dadi necessari per la prova, li tiriamo e possiamo ottenere tre tipi di risultato: un successo, un indizio (che possiamo tramutare in un successo scartando un segnalino Indizio) o una faccia vuota (un fallimento). Poi contiamo il totale di successi ottenuti, e lo confrontiamo col valore bersaglio. Semplice.
Quando tutti gli investigatori hanno terminato le loro azioni, lo notifichiamo al programma, che passa alla Fase dei Miti, in cui in genere avverrà almeno un evento, e poi i mostri dovranno agire in base alla loro posizione; in genere, se un mostro è a portata di uno o più investigatori, attacca, altrimenti si sposta. Dopo gli attacchi dei mostri, gli investigatori in linea di vista con una di queste orribili creature, devono effettuare una prova di Orrore, che in genere consiste in un tiro su Volontà per evitare di subire danni Orrore (cioè Danni mentali). A questo punto la fase dei Miti termina e inizia una nuova Fase degli Investigatori.
Come accennato, i danni che possiamo subire sono di due tipi: fisici e orrori. Entrambi le tipologie sono rappresentate da carte e, quando li subiamo, in genere peschiamo un numero di carte appropriate pari a quanti ce ne sono stati inflitti (per esempio: 2 Orrori significa pescare due carte Orrori) e ne leggiamo le conseguenze. Talvolta i danni verranno subiti “a faccia in giù”, quindi contano solo ai fini del totale, senza subirne le conseguenze. Quando i danni fisici superano la nostra resistenza, diventiamo Feriti (ovvero non potremo usare l’azione Movimento più di una volta per turno), mentre se gli orrori superano il nostro valore massimo, impazziamo e saremo costretti a pescare una carta Pazzia.
Le carte Pazzia sono un’interessante novità di CDF2: infatti, un giocatore che impazzisce pesca una di queste carte, e ne legge le istruzioni, tenendole segrete agli altri. Queste carte essenzialmente cambiano le condizioni di vittoria per il giocatore che le possiede, che potrà quindi vincere o perdere anche da solo; molte carte Pazzia potranno far finire la partita prematuramente quando si verifica la condizione in esse descritta, facendo appunto vincere (o perdere) il giocatore pazzo.
Se un giocatore Ferito o Pazzo subisce di nuovo rispettivamente danni fisici o orrori uguali o superiori ai suoi valori base, viene eliminato dal gioco. Quando ciò accade, gli altri giocatori hanno un ultimo turno e poi la partita finisce.
Ogni avventura ha dei “contatori” interni, ignoti ai giocatori, che faranno attivare particolari eventi, compresa naturalmente anche la conclusione della stessa, anche se nel secondo caso avremo degli “avvertimenti” che il tempo a nostra disposizione sta per scadere.
Il gioco continua con l’alternarsi delle due fasi Investigatori e Miti, finché l’avventura non finisce per esaurimento del tempo, o perché viene risolta, o per qualsiasi altra causa: in quest’ultimo caso l’app ci richiede di comunicare che l’avventura è finita tramite un comando apposito. Questa opzione si usa per esempio quando un personaggio viene eliminato dal gioco, o quando qualche carta Pazzia indica che l’avventura è giunta alla fine.
In CDF2 è possibile vincere come gruppo solo risolvendo l’intera investigazione; è possibile anche vincere da singoli, come abbiamo visto, tramite le carte Pazzia. Si perderà invece quando tutti gli eroi sono impazziti, o quando un personaggio viene eliminato dal gioco, o quando l’avventura arriva alla fine e non è stata risolta; è infine possibile perdere da singoli sempre a causa delle carte Pazzia.
“La fine è vicina. Sento un rumore alla porta…” (Esperienza di gioco)
Grazie all’app, CDF2 ci immerge da subito nell’atmosfera e libera i giocatori da una serie di tediose incombenze, rendendo il gioco molto più facile e scorrevole dal punto di vista dei meccanismi. Questo però non vuol dire che CDF2 sia un gioco semplice da battere. Abbiamo a che fare con un collaborativo davvero ben strutturato e ogni scenario è ben costruito per rendere la vita molto difficile agli investigatori.
Giocare insieme all’app rende sicuramente i turni più rapidi, non c’è downtime, e nemmeno la necessità di imparare tutte le regole, dato che in generale il programma gestisce quasi tutti gli aspetti regolistici e i giocatori devono per lo più “limitarsi” a prendere decisioni e implementarle interagendo con il tocco dello schermo (o col mouse). Infatti, una critica mossa al gioco da diversi utenti al momento della sua uscita è che i giocatori appaiono solo “spettatori” di un film interattivo. In realtà non è così, almeno non nella nostra esperienza: le decisioni e le azioni sono nostre e soltanto nostre e in quasi tutti gli scenari è possibile vincere solo se si gioca bene, mentre una serie di errori o le perdite di tempo porteranno ad un’inevitabile sconfitta.
Le meccaniche che spettano ai giocatori sono molto più semplici rispetto a CDF1: le prove di abilità sono state riviste e snellite e ora i risultati sono chiari sin dall’inizio, perché usando i dadi speciali vediamo subito quanti successi abbiamo ottenuto. Ogni volta che l’app ci comunica su cosa tirare e quanto ottenere, non dobbiamo far altro che raccogliere il numero di dadi necessario, contare i successi e comunicare all’app il risultato. Anche le prove dei puzzle, che erano lunghe da preparare in CDF1 qui sono ovviamente molto più rapide da allestire: il puzzle compare su schermo e si interagisce direttamente.
La gestione dei mostri è altrettanto veloce e le decisioni prese da ciascuna creatura vengono elencate su schermo, in modo che – in base alla posizione del mostro sulla mappa – sapremo già cosa farà. Tipicamente però le scelte sono sempre due: 1) si muove se non ha bersagli, o 2) attacca se ha bersagli. Gli attacchi dei personaggi e dei mostri non sono sempre gli stessi, ma vengono descritti di volta in volta dall’app, che richiederà quindi prove sulle relative abilità, cosa che rende più semplice immedesimarsi persino nel combattimento; lo stesso vale per le prove di Orrore, descritte con cruda dovizia di particolari, in maniera decisamente “lovecraftiana”. Anche gli scenari rispecchiano abbastanza lo stile dello scrittore americano, con due eccezioni di cui parleremo più avanti.
Il vantaggio ulteriore dell’app è che gli scenari, al netto degli eventi principali, non saranno mai gli stessi anche se giocati più volte. Rigiocare uno scenario non sarà quindi sempre la solita esperienza e verrà anche voglia di provare diverse soluzioni con personaggi differenti, sfruttando al meglio le abilità di ognuno e il teamwork: alcuni personaggi creano discrete combo con gli altri (non aspettatevi però sistemi di combinazione a livello di titoli come Myth o Sword & Sorcery in cui la sinergia tra eroi costituisce una meccanica basilare del gioco).
Dal punto di vista dell’atmosfera, tuttavia, le descrizioni aggiunte ai suoni, agli effetti sonori e alla colonna sonora mai opprimente ma capace di suscitare ansia e tensione, rendono questo CDF2 a mio giudizio di gran lunga superiore alla prima edizione. Insomma, il gioco è immediato, semplice da gestire, adatto a chiunque sia un minimo appassionato al tema, ma assolutamente difficile.
Non per questo, però, CDF2 è esente da difetti. In primo luogo, la rigiocabilità: gli scenari variano negli eventi secondari, nella mappa e nei mostri, ma essendo questo un gioco story driven, gli accadimenti principali e la trama non possono variare e dunque questo può portare ripetitività, cosa da sottolineare soprattutto a causa dell’esiguo numero di scenari (4 sono veramente troppo pochi) compresi nella scatola base (non tutti tra l'altro ugualmente divertenti da rigiocare). In parte il problema viene alleviato aggiungendo espansioni (già l’avere la scatola base della prima edizione raddoppia i contenuti ed aggiunge uno scenario nuovo), ma l’esiguo numero di scenari è reputato comunque un difetto del titolo base, per quanto comprensibile data la quantità di informazioni necessarie per ogni scenario ai fini dell’app.
Un altro problema, a mio giudizio, è l’equipaggiamento casuale. Se da una parte può arginare personaggi “tank” come il tanto amato gangster di CDF1 con il suo Thompson .45 ACP, dall’altra snatura un po’ l’immersione in ruolo; così l’investigatore privato si troverà magari armato di una trave da falegnameria, mentre il milionario avventuriero (fa molto Tony Stark), con tutti i fondi a disposizione, si accontenta di un umile, ma utilissimo, estintore. Il tutto in termini di meccaniche ludiche funziona benissimo, ma si verifica un leggero crollo di pathos quando il mio personaggio colpisce “con una serie di fendenti” il malcapitato mostro usando un estintore. Per quanto dal punto di vista delle meccaniche questo non sia affatto un difetto, lo è per l’ambientazione.
Infine, ci sono alcuni dettagli “tecnici” che riguardano l’app. Se da una parte non posso che rinnovare i complimenti al team Asmodée Italia per averla resa disponibile in italiano a tempo di record, ci sono dei piccoli bug a cui abbiamo già fatto cenno, come anche alcuni minimi errori di traduzione (per esempio, il Thompson non è una mitragliatrice, ma un mitra e almeno per la lingua italiana c’è una bella differenza). Ribadisco che il gioco non ne risente affatto – non smetterò mai di sottolinearlo – ma è come sentire il secondo violino che stecca qualche nota durante una sinfonia di un paio d’ore: non cambia l’eccellente esecuzione, ma si sente.
Qualche rimostranza in più la ho invece per quanto riguarda lo script di due dei cinque scenari (quattro base più quello bonus che viene dall’uso dei componenti della prima edizione), ma questa è una “responsabilità” della FFG e non certo della Asmodée Italia. Il secondo scenario, in particolare, sembra scritto male, perché non fornisce ai giocatori una notizia fondamentale per finirlo – e l’abbiamo giocato diverse volte per esserne sicuri. Il quinto, invece, è poco alla Lovecraft, e ricorda più un film di Romero – però, ragazzi, se volete uno scenario in cui si massacrano mostri a suon di shotgun e asce, è assolutamente perfetto! In effetti, l’ho voluto vedere come un bel cambio di passo nello stile di gioco.
Due parole, infine, sulla questione app. Si, il gioco ne ha guadagnato alla grande, ma i miei dubbi (e non solo miei) sono riassumibili in questo interrogativo: quanto durerà? Un gioco così legato a un software e dalle così marcate aspirazioni innovative, per rimanere a lungo sulla breccia, richiede continua assistenza da parte dell’editore e una elevata rapidità di risposta in grado di tenere un ritmo pari a quello attuale – vertiginoso – dell'evoluzione delle piattaforme informatiche. Pertanto, o l'editore sarà in grado di strutturarsi in maniera adeguata per mantenere una consona velocità di rilasci, oppure – parimenti a quanto accade a titoli di stampo "classico" – anche per questo gioco saremo costretti a dover assistere continuamente a riedizioni oppure addirittura alla sua uscita di produzione con una contestuale, graduale impossibilità di rigiocarlo.
Tuttavia, il discorso “app si/no” è lungo e non è questo il luogo dove affrontarlo a pieno, ma volevo comunque menzionarlo per completezza. Per quanto riguarda il titolo in questione, comunque, a mio avviso l’uso di un software che gestisce il ruolo di “master” è stato il più grande e significativo miglioramento a CDF, e l’ha reso innovativo, oltre che molto più giocabile della precedente edizione.
“I am Providence” (Considerazioni finali)
I pregi di questo CDF2 sono molti e tutti di grande livello e i difetti menzionati non possono intaccare il fatto che siamo davanti ad un gran bel gioco, per il quale, però, si poteva forse fare di più. Se la FFG fosse stata più attenta ai dettagli, questo gioco sarebbe entrato di diritto tra i migliori sequel della storia ludica, piazzandosi senza sforzo tra le prime posizioni.
Ma la cosa che mi ha convinto della bontà del gioco praticamente subito dopo averlo provato, è l’immediatezza. Loporti a casa, scarichi l’app, lo apri e in 5 minuti stai già giocando. Puoi farlo da solo o con gli amici ed è sempre lo stesso: setup ridottissimo (che si può ulteriormente ridurre mettendo segnalini e carte in bustine separate – ma tra noi geek è una raccomandazione superflua), pochissime regole da spiegare e si inizia subito a giocare una partita coinvolgente, piena di pathos, di emozioni, e di colpi di scena, con una costruzione della tensione che funziona davvero molto bene. Già mi basta questo per promuovere a pieni voti CDF2.
Certo, come detto il gioco ha i suoi difetti (ma non credo che esista un prodotto ludico che ne sia esente), ma sono quasi tutti secondari (con l’eccezione dello script del secondo scenario), che però nulla toglie all’esperienza stessa di gioco. Un discorso a parte, invece, va fatto per le miniature: la FFG avrebbe potuto fare qualcosa in più, dati i suoi standard, mentre invece è rimasta a livello della prima edizione: sculpt che sono tra i più statici e meno elaborati che abbia mai visto; basi enormi e poco funzionali (provate a far stare quattro mostri e due investigatori in una sola area, poi ne parliamo, e miniature che non restano a posto sulle basi (ed ho anche provato ad incollarle con colla da modellismo per la plastica, senza ottenere successo dato che si scollano subito). Ripeto, questi sono tutti difetti presenti anche nella prima edizione. Forse la FFG non ha fatto lo sforzo di migliorarli per restare “100% compatibile” tra le due edizioni, ma penso che nessuno si sarebbe offeso se avesse trovato nella scatola una Progenie Stellare fatta con tutti i crismi. Forse, l’unico reale difetto del gioco è che quattro scenari sono troppo pochi per soddisfare la voglia di avventura dei fanatici di Lovecraft, laddove la vecchia edizione ne aveva una decina.
Però nelle considerazioni finali, tutti i piccoli problemi riscontrati, come dicevo, sono difetti molto secondari, e resta il fatto che abbiamo un gioco solido, ben strutturato, semplice da spiegare e da giocare, ma difficile da battere – un gran bel cooperativo insomma. Tutte le lungaggini e le meccaniche farraginose che rendevano la prima edizione un tantino ostica, qui non ci sono più e il gioco scorre rapido e divertente, ma senza perdere un grammo di atmosfera e di giocabilità – anzi, a mio avviso ci guadagna tantissimo.
In più, la localizzazione è fatta davvero bene, e le voci narranti nell’app sono ottime e scelte alla grande.
In breve: se siete fan del gioco, se avete la prima edizione, o se volete un titolo sui miti di Cthulhu che vi dia i brividi dell’esplorazione in prima persona, dei misteri e dell’orrore lovecraftiano, non avete bisogno di cercare oltre, perché questo è davvero il gioco per voi. Però lo posso consigliare caldamente anche a chi non conosce l’autore americano, perché è comunque un titolo assai d’atmosfera e giocabile praticamente con chiunque, da “dilettanti” alle prime armi fino a giocatori da tavolo navigati. Ci sono i dadi, OK, quindi chi non apprezza l’influenza del caso nei “tiri della vita” potrebbe non apprezzare il gioco, ma immagino che stiamo parlando di gamer che comunque difficilmente potrebbero mettere nel mirino questa tipologia di titoli. Insomma: Le Case della Follia seconda edizione è davvero un ottimo titolo, che non sfigurerà nelle vostre collezioni ludiche, e tornerà spesso sul vostro tavolo.
PRO
– Regole immediate e semplici
– Setup rapidissimo: si gioca davvero dopo 5 minuti dall’apertura della scatola
– Gioco approcciabile da chiunque
– Tantissima atmosfera
– Ottima gestione delle regole da parte di un software
CONTRO
– Eccessivo consumo di batteria nei dispositivi mobili
– Molte delle miniature sono bruttine
– Il gioco include solo 4 scenari
– Alcuni errori di realizzazione