Mai le trasmissioni di cucina hanno conosciuto un’età dell’oro così luminosa come in questi ultimi anni. Oggi, praticamente, i palinsesti di tutti i canali offrono al pubblico almeno un prodotto televisivo a tema culinario: folle di cuochi e pasticceri famosi o alle prime armi invadono gli schermi, proponendo gare di tecnica, video ricette, approfondimenti e consigli su come organizzare un’attività di ristorazione. La trasmissione italiana alfiere di questa tendenza “moderna” di raccontare l’arte gastronomica è senza dubbio Masterchef Italia. Giunto alla sua sesta edizione (che prende il via questa sera sui canali SKY), lo show culinario ha reso delle star gli chef Carlo Cracco e Bruno Barbieri oltre all’impresario Joe Bastianich e la recente new entry Antonino Cannavacciuolo: tra i coloriti insulti (nonché sostenute pacche) che il quartetto elargisce con generosità agli sprovveduti concorrenti e azzeccate parodie, i conduttori hanno reso noto il format di Masterchef anche a chi non ha mai visto il programma.
Sull’onda di questo successo, nel 2014 la Clementoni ha pubblicato il gioco omonimo di Francesco Berardi per mettere alla prova da 3 a 6 aspiranti cuochi dai 10 ai 99 anni per partite che si attestano sui 30-40 minuti circa. Si tratterà di un gioiello ludo-culinario o di un "mappazzone" (cit.)? Continuate a leggere questa recensione per scoprirlo.
- Titolo: MasterChef Italia
- Autore: Francesco Berardi
- Editore: Clementoni
- Genere: Adattamente show Televisivo (Draft, Votazioni)
- Numero Giocatori: 3-6
- Durata: 30-40 minuti
- Dipendenza dalla lingua: Elevata (gioco completamente in italiano)
- Illustratori: n.d.
La Mistery Box(Materiali e Confezione)
La scatola oggetto della nostra recensione è quella della prima edizione del gioco, attualmente sugli scaffali dei negozi troverete la nuova scatola che vede in copertina anche il corpulento Cannavacciuolo.
La confezione quadrata di Masterchef Italia ha dimensioni importanti (circa 30 cm di lato e 8 di profondità): certamente spicca sugli scaffali del reparto giochi e giocattoli dei negozi e dei supermercati. Al suo interno, un vassoio di plastica pressofusa ospita, per la verità con qualche difficoltà, i materiali del gioco rappresentati da 3 mazzi di carte suddivise in 100 “Carte Ricetta” stampate su due lati (da una parte la fotografia del piatto e dall’altro la lista degli ingredienti), 88 “Carte Ingrediente” (sono assenti Acqua, Olio, Sale e Pepe che non si devono considerare) e “Carte Giudice”. Queste ultime, in numero di 12, sono suddivise in carte “Piatto Migliore” e “Piatto Peggiore”, ognuna di esse riporta un punteggio positivo o negativo da 0 a +2 le prime, da 0 a -2 le seconde. Piatti e ingredienti sono raffigurati con fotografie tratte dalla trasmissione televisiva. Due plance in cartone spesso, da porre al centro del tavolo, sono ugualmente contrassegnate dalla dicitura “Piatto Migliore e Peggiore” (con la foto dei giudici seriosi sulla plancia dei piatti fetenti e belli sorridenti su quella dei piatti da gourmet).
Sempre in cartoncino troviamo i token per identificare i giocatori che raffigurano comuni utensili da cucina (il coltello, il tagliere, la grattugia, ecc.), ognuno dotato anche di apposita basetta, un set di 6 gettoni voto per ciascuno e 40 tessere a forma di cappello da cuoco con sopra stampigliati i punti vittoria. Infine, il “pezzo forte”, è rappresentato da un vero e proprio cappello da chef, che deve indossare chi conduce il gioco durante il turno. Un sistema a velcro consente di adattare il copricapo alla testa del giocatore: peccato che dopo nemmeno una partita intera, una delle due fettucce si sia staccata per via di una cucitura scadente … fortunatamente l’intervento della nonna sarta ha ripristinato la funzionalità dell’oggetto.
Complessivamente i materiali sono di buona qualità, con l’eccezione delle finiture del cappello sopra menzionate. Lo stivaggio è invece poco pratico: per una ragione ignota i comparti del vassoio sono stati progettati in modo tale che quando si trasporta la scatola o si conserva in verticale, carte e token si sparpagliano per tutta la scatola, costringendo ogni volta a effettuare la separazione: l’uso di ziplock per i tasselli e di elastici o fascette per le carte è, quindi, altamente consigliato.
Mi raccomando: niente mappazzoni!(Descrizione del gioco)
Esistono due versioni del gioco: una base e l’altra completa, che integra la prima con le prove che caratterizzano la trasmissione di Masterchef, ossia la Mystery box, l’Invention test e il Pressure test.
La modalità base prevede che ogni giocatore riceva tanti gettoni voto quanti sono gli avversari. Si mescolano le carte Ingrediente e quelle Giudice, suddividendo queste ultime tra quelle “Piatto Peggiore” e “Piatto Migliore”, facendo complessivamente tre pile coperte. Le ricette, in questa versione, non vengono utilizzate. Il giocatore più anziano indossa il cappello da chef e inizia a condurre il gioco. Una partita si sviluppa su tre manche, ognuna delle quali si divide in “Preparazione dei piatti”, “Votazione” e “Assegnazione dei punti”: vediamole brevemente.
Durante la preparazione dei piatti, a ciascuno sono distribuite 6 Carte Ingrediente; ognuno ne sceglie 4 e scarta le altre. Poi, a partire dal giocatore con il cappello, si rivelano gli ingredienti scelti con la possibilità di dare un nome al piatto e descriverne brevemente la ricetta: il tutto per convincere gli altri giocatori che si tratta di una preparazione gustosa e ottenerne il voto positivo.
Al termine dell’illustrazione di tutte le ricette basate sui quattro ingredienti (anche se nel regolamento non viene espressamente indicato che si è obbligati a usare tutti i componenti scelti), ha inizio la fase della votazione, in cui ogni giocatore pone un gettone votazione sulla plancia “Piatto Peggiore” e uno su quella “Piatto Migliore” per indicare chi, secondo ciascuno, ha realizzato i piatti più scadenti e più convincenti. Su un lato di ogni gettone voto, infatti, è riportata l’icona degli altri giocatori, per cui se desidero dare la mia approvazione alla ricetta del giocatore che possiede il segnalino Coltello da cucina, posizionerò il mio gettone voto con tale icona sulla plancia del “Piatto Migliore”.
Conclusa la disposizione dei token, si procede con l'assegnazione dei punti: il giocatore con il cappello scopre dunque tutti i gettoni sulle due plance. Sempre lui assegna le carte giudice “Piatto Migliore” e “Piatto Peggiore” in base ai voti che ha dato. Le carte riportano dei punteggi da -2 a +2: chi riceve la carta la può guardare, ma la deve tenere nascosta agli altri fino al conteggio finale al termine della partita. Successivamente, chi ha ricevuto 1 voto “Piatto Migliore” guadagna un punto e riceve una apposita tessera cappello. Chi ha ricevuto almeno 2 voti positivi riceve 2 punti. Infine, chi ha votato il “Piatto Peggiore”con il proprio token, riceve un altro punto. In caso di parità, non si assegnano punti.
Al termine di questa fase, la manche si conclude. Ognuno riprende i propri gettoni voto; chi ha ricevuto la carta “Piatto Migliore” conquista il cappello da chef e si dà il via a una nuova manche. Al termine delle tre manche si contano i tasselli cappello con i punti e si scoprono le carte giudice possedute, aggiungendo o sottraendo i valori ivi rappresentati: chi ottiene il totale più alto è dichiarato il Masterchef della serata.
La versione completa, come accennato, permette di simulare le prove classiche della trasmissione televisiva. In questo caso la partita si compone delle tre prove (Mystery box, Invention test e Pressure test), al termine delle quali si conteggia il punteggio come nella versione base per verificare chi sarà il vincitore. Vediamo però le caratteristiche delle tre sfide.
Mystery box: in questa manche ogni giocatore riceve, come nella versione base, 6 carte ingrediente, ne sceglie quattro e ne distribuisce una al giocatore alla propria destra e alla propriasinistra. Dopo questo draft, ciascuno torna a possedere 6 carte ingrediente e si procede come nella versione base.
Invention test: questa manche prevede di realizzare un piatto con una serie di ingredienti scelti dal tavolo e uno obbligatorio pescato dal giocatore con il cappello. Per ciascuno si mettono quindi scoperte sul tavolo 5 carte ingrediente, poi il giocatore che guida il gioco estrae una nuova carta ingrediente: il prodotto indicato dovrà essere obbligatoriamente utilizzato nella ricetta. A questo punto tutti i partecipanti scelgono contemporaneamente gli ingredienti visibili sul tavolo: quando si prende una carta ingrediente la si pone accanto a sé e nessun altro la potrà prendere. Una volta effettuata la scelta, non è più possibile rimettere l’ingrediente in mezzo al tavolo. Quando si è formata una “dispensa” di 5 carte, non si possono più scegliere ulteriori ingredienti. Ognuno deve realizzare dunque la sua ricetta utilizzando l’ingrediente obbligatorio e tre tra quelli nella propria dispensa, per il resto si procede analogamente alla versione base. Personalmente penso che questa manche sia quella più divertente, poiché si devono velocemente scegliere gli ingredienti, prima che qualche avversario ce li soffi da sotto il naso, avendo presente che il prodotto obbligatorio ci può costringere a scelte particolari nella selezione della propria spesa.
Pressure test: la terza e ultima manche della versione completa di Masterchef prevede l’utilizzo delle “Carte Ricette”, finora mai menzionate. Ognuna di esse riporta su un lato la fotografia della ricetta (tratta da una realmente creata dai concorrenti della trasmissione) e dall’altro la lista degli ingredienti. Come accennato, non si considerano mai acqua, sale, pepe e olio.
Il giocatore con il cappello pesca due “Carte Ricetta” e le passa al giocatore alla sua sinistra, che ne sceglie una e rimette in fondo al mazzo l’altra. Poi può cercare di indovinare un ingrediente usato nella ricetta raffigurata (chi indossa il cappello verifica sul retro se è presente o meno). Nel caso in cui il giocatore abbia indovinato l’ingrediente, prende una tessera cappello, altrimenti abbassa la sua pedina a indicare che per il momento è eliminato. La chance di indovinare passa quindi al giocatore successivo. Quando rimane in gioco un solo aspirante chef, questo continua a indovinare (e a prendere tessere cappello) finché non sbaglia. Quando tutti i giocatori sono stati eliminati, il cappello da chef passa di mano e si ripete il giro. La prova termina quando tutti hanno indossato il cappello.
A questi punto ognuno conta i punti cappello ottenuti e quelli presenti nelle carte giudice e chi ne possiede di più vince.
Avete 45 minuti di tempo per preparare un piatto degno di Masterchef (Esperienza di gioco)
Premetto che non sono un grande fan dei giochi da tavolo ispirati ai format televisivi, ma seguo volentieri la trasmissione in TV e in genere mi piacciono i giochi a tema “culinario”, per cui ho provato questo titolo animato da una sincera curiosità, per capire come l’autore avesse trasmesso l’atmosfera della cucina di Masterchef in un boardgame.
Anzitutto, il livello di sfida è decisamente basilare, reputo che lo si possa proporre – senza rischiare la pelle – soltanto a un gruppo famigliare di mamme, papà, zii e nonni con rispettivi nipotini.
È ovviamente improbabile che possa piacere a dei gamer, ma anche a dei giocatori alle prime armi che abbiano una minima infarinatura nei giochi da tavolo moderni, fuori cioè dai canoni dei classici da mass market. La versione base è piuttosto piatta e, nonostante il regolamento suggerisca di provare qualche partita in questa modalità prima di passare alla versione completa, mi sento di dire che si può benissimo iniziare subito con quest’ultima per avere un’esperienza di gioco un po’ più varia.
L’elemento che mi ha reso maggiormente perplesso nel giocare a Masterchef è la completa soggettività nel giudicare i vari piatti. Non esiste infatti nessun meccanismo, neppure abbozzato, che consenta di attribuire i punti al di là del proprio (in)sindacabile giudizio. Risultato: quando si gioca con i bambini si assegna preferibilmente un buon punteggio ai loro piatti, anche quando sono zoppicanti, poiché i piccoli giocatori non hanno le basi di cucina per poter gareggiare alla pari con i grandi. Quando si gioca tra adulti, la totale soggettività del giudizio, può dare origine a delle fastidiose discussioni, soprattutto in presenza di persone animate da un certo spirito competitivo. Nel gioco avanzato, non a caso, il Pressure test è la prova che risulta più divertente, grazie al fatto di avere dei parametri oggettivi di valutazione delle prestazioni, insieme con l'aspetto "caciarone" che si rivela durante l’Invention test con la scelta degli ingredienti.
Si potrà dire che la cucina, come l’arte, non può essere giudicata con parametri oggettivi: se questa affermazione è in parte vera, in un gioco in scatola non ci si può però esimere dal fornire dei principi condivisi ed equi per l’attribuzione dei punti, cosa che per esempio, avviene in maniera egregia con un gioco di “narrazione” soggettivo come Co-Mix, già recensito qualche tempo fa.
Mi stai diludendo, vuoi che muoro?(Considerazioni finali)
Insomma, per concludere, Masterchef Italia sfrutta un “marchio” notissimo e di gran moda, in grado di catturare l’attenzione di grandi e piccini, offrendo però un’esperienza di gioco sostanzialmente poco entusiasmante, a causa soprattutto della "piattezza" della versione base del regolamento e della mancanza di un sistema di punteggio equo e oggettivo.
Se proposto per saltuarie giocate in famiglia può anche regalare attimi di ilarità (purché si usi il regolamento avanzato), ma proposto a qualcuno che abbia già "assaggiato" qualsiasi altro boardgame, rivela facilmente tutti i suoi difetti.
PRO
– Un format notissimo che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, ben rappresentato dal sistema di gioco
CONTRO
– Eccessiva soggettività nell’attribuzione dei punti per le varie prove
– Versione base fondamentalmente inutile
– Stivaggio dei materiali confusionario, nonostante il vassoio di plastica pressofuso