sabato 23 Novembre 2024

Rhein: River Trade

Per gli autori dei giochi da tavolo è un po’ come per i registi, o gli scrittori: quando hanno la “penna” o la “mano” calda, raggiungono momenti di prolificità davvero impressionanti. Ma se a mettere a segno le doppiette sono i portabandiera italiani, allora sale un moto d’orgoglio e, insieme, una curiosità certamente più viva di scoprire le nuove invenzioni degli autori nostrani. Era capitato ad esempio, nel 2014, con Andrea Chiarvesio, che diede alle stampe, nell’arco di pochi mesi, prima “Hyperborea” e poi “Richard I”, “Kingsport Festival” e “Drizzit”. Ora, a chiudere il 2016 con ben due titoli sono stai Marco Canetta e Stefania Niccolini, già acclamati per titoli come “Zhanguo” e freschi genitori di “Railroad revolution” e “Rhein: River trade”. Oggi, ci occuperemo proprio di quest’ultimo, in uscita sul mercato italiano per Giochi Uniti sotto l’insegna di Stratelibri, che ne ha portato alcune copie di prova prima a Essen e poi a Lucca.

  • Titolo: Rhein: River Trade
  • Autore: Stefania Niccolini e Marco Canetta
  • Editore: Giochi Uniti
  • Genere: Pick up & Delivery
  • Numero Giocatori: 2-5
  • Durata: 90 minuti
  • Dipendenza dalla lingua: nulla
  • Illustratori: Mirco Paganessi

“Quanti siete? Cosa portate? Un fiorino!” (Materiali e confezione)

Rhein River Trade è un titolo di commercio e pianificazione per 2-5 giocatori, in cui ciascun partecipante impersona un’azienda di trasporti operativa lungo il corso del fiume Reno, da Basilea salendo verso nord fino a Londra. I componenti sono di discreta qualità, specie le pedine di aerei, treni e navi (presenti ciascuno in tre unità di colore bianco, rosso e nero), in legno come i quindici cubetti colorati di ciascun giocatore, a rappresentare i container da portare a destinazione. Completano i materiali 50 gettoni tempo, 50 carte ordine, 30 contrassegni colorati di prenotazione, 14 schede dei mezzi di trasporto, 10 tessere furgone e alcuni segnalini “tecnici” come gettoni tempo, conta-fasi e conta-turni. Insomma, il numero degli elementi che vanno a comporre la dotazione di Rhein River Trade non è certo eccessivo e risulta di immediata identificazione anche al primo unboxing. La grafica sui componenti cartacei non è eccelsa, ma le varie caratteristiche dei mezzi sono descritte in maniera semplice e chiara, anch’essi da risultare fin da subito di istantanea comprensione. Ciascun mezzo di trasporto presenta una scheda in cui si trovano, da un lato, caselle numerate in quantità variabile – su cui andranno piazzati i container – e dall’altro le varie implicazioni dell’utilizzo di quel particolare vettore. Dall’alto in basso, troveremo infatti una stellina rossa con un valore numerico a indicare il grado di iniziativa, che sancisce l’ordine (crescente) di movimento, più il simbolo stilizzato del mezzo stesso, a suggerire il costo di prenotazione fermata, l’indicatore di velocità e il numero massimo di scali operabili in un singolo turno. Fa eccezione il furgone, che non necessita di stop riservati, ma pagherà un prezzo in benzina, essendo di proprietà privata del giocatore, a differenza degli altri mezzi – aerei, navi e treni – che saranno a disposizione di tutti. Proseguendo con la descrizione dei materiali, colpisce sicuramente la dimensione del tabellone, incorniciato dal classico tracciato segnapunti, al cui interno si trovano le tredici città – numerate da 0, Basilea, a 14 Londra, con assenza dei numeri 12 e 13 – collegate dalle varie arterie. Al centro della plancia, infatti, si presenta nella sua maestosità il fiume Reno, filo conduttore del gioco, su cui scorreranno le navi di volta in volta impiegate. Di contro, le ferrovie, le strade e anche il percorso aereo, che seguono lo stesso tragitto con diverse traiettorie, paiono un po’ troppo sacrificate e di non facilissima distinzione, specie alle prime partite. Non si tratta, naturalmente, di una lacuna particolarmente grave, ma data l’ampiezza del tabellone, vie di comunicazione più chiare avrebbero aiutato a discernere soprattutto rotaie e autostrade, spesso oggetto di confusione alle prime occhiate. Ciascuna città mostra il disegno rifinito del monumento simbolo – a Londra, per fare un esempio House of Parliament e Big Ben, particolare del tutto ininfluente per lo svolgimento della partita, ma che sicuramente restituisce qualcosa all’impatto visivo e assolve una funzione se non culturale, potremmo quasi dire “turistica” per i centri meno noti, invitando a cercare su Wikipedia nome e storia dello spot raffigurato. Ogni città presenta, come detto, un numero inserito all’interno di un rombo giallo – che indica lo scalo, come nelle schede dei mezzi – e, a fianco, le circolari silhouette dei veicoli ammessi a scaricare, in luogo di porti, aeroporti o stazioni ferroviarie. Non tutti i mezzi, infatti, potranno fare sosta in ogni città. Dove si trovano le consegne? Semplice, nelle apposite carte obiettivo, in cui, oltre al numero della città da raggiungere, si trovano tre soluzioni di vendita alternative, in base ai cubetti che vorremo scaricare, più le unità temporali – ossia i turni – in cui dovremo esaudire il compito. Qualora non riuscissimo a soddisfare la richiesta, incorreremo in una penalizzazione, indicata sul rigo conclusivo: ciascun bonus o malus conseguito si tradurrà in un avanzamento o arretramento del nostro segnalino lungo il conteggio dei punti, unico e vero indicatore ai fini del gioco, contrassegnato nel regolamento da un simbolo assai somigliante alla moneta da un Euro.

  

We'd ride out of this valley down to where the fields were green – The river, Bruce Springsteen (Descrizione del gioco)

A dispetto dello chassis non propriamente comodo – unico vano centrale, in cui carte e pedine finiscono per mescolarsi facilmente – il numero ristretto dei materiali presenti, e la loro intuitività rende il setup davvero rapido.  Sarà necessario trovare un’area di gioco abbastanza estesa, dal momento che, oltre al tabellone, andranno distribuite sul tavolo le schede dei mezzi di trasporto pubblici, con i relativi segnalini di prenotazione, mentre a ciascun giocatore saranno assegnati cubetti più schede e tessere furgone. Ogni partita a Rhein River Trade si svolge in un numero programmato di turni, che dipende dalla quantità di giocatori coinvolti: se i partecipanti saranno 2 o 3, i turni di gioco dovranno essere 10, mentre scenderanno a 8 per 4 giocatori e 7 con 5 partecipanti. Indipendentemente dagli avversari, ciascun turno sarà composto di sei fasi standard, che andranno completate da ciascun giocatore prima di passare alla successiva. Ogni volta che una di queste sarà conclusa, si dovrà spostare l’apposito indicatore sul tabellone per tenere conto dei vari passaggi e delle azioni disponibili. Si parte dalla prima fase, quella di acquisizione degli ordini, in cui sugli spazi a margine del tabellone vengono rivelate tante carte quanti sono i giocatori più 2 (come indicato molto chiaramente sulla plancia). In ordine inverso rispetto alla propria posizione sul tracciato del capitale – o punteggio – ogni giocatore potrà prelevare una carta ordine, piazzandovi sopra il numero di segnalini tempo indicati. Si procede così, in crescendo sempre in base al proprio valore “economico”. Farà eccezione il primo round, quando tutti i giocatori partiranno dalla casella numero 20 e, dunque, saranno chiamati a una vera e propria asta sulle carte ordine, al fine di stabilire la successione di gioco per le fasi seguenti.. Una volta che tutti i giocatori avranno piazzato davanti a sé il proprio ordine, si passerà alla seconda fase: caricare merci. Si tratta del momento chiave del gioco: quando, cioè disporremo i cubetti a nostra disposizione sulle caselle libere dei vari mezzi di trasporto, al costo di un punto per container. È importante notare come alcune caselle sulle schede contengano anzitutto numeri neri e, poi, bianchi: si tratta, rispettivamente, del carico minimo al di sotto di cui il vettore resterà fermo, e il massimo di merci caricabili per un viaggio. Regola fondamentale per il caricamento dei container è che il veicolo prescelto si trovi nella stessa città in cui si trovano i container. Ecco perché, quando disponiamo cubetti dalla nostra riserva direttamente su un mezzo non ancora partito, la cui pedina si trovi ancora sopra la scheda che stiamo caricando, dobbiamo ritenere che lo stesso si trovi alla città numero 0 del corso del Reno, cioè a Basilea. Fondamentale, dunque, pianificare accuratamente lo spostamento dei mezzi attraverso la successiva fase di gioco, ossia quella della prenotazione degli scali.

  

Partendo sempre dal giocatore più “povero”, si dovranno prelevare gli appositi segnalini dalle schede dei mezzi caricati di container, per piazzarli sulle città di destinazione in cui intendiamo consegnare la merce. Ogni prenotazione, a seconda del mezzo, avrà un costo diverso e sarà possibile acquistare più fermate nello stesso turno, sempre avendo il capitale necessario. Gli unici divieti in questo senso riguardano la città in cui il mezzo si venga a trovare dal turno precedente – cioè non è ammesso prenotare il punto di partenza – e i mezzi in cui il giocatore non abbia caricato cubetti. Il sistema delle prenotazioni vale per tutti i mezzi, eccetto i furgoni, che essendo di proprietà dell’azienda – ossia del giocatore – non chiedono di riservare le fermate. Veniamo, così, alla quarta fase, quella di movimento dei mezzi sulla mappa. Tutti i mezzi a Basilea, carichi oltre il numero minimo e prenotati per almeno una fermata dovranno spostarsi lungo il tabellone, partendo da quello con iniziativa inferiore. Dunque, si alzeranno prima gli aerei, poi toccherà ai treni, alle navi e, infine, ai furgoni. Ciascuno si sposterà di tante caselle – ossia, città – come indicato dal suo valore di velocità, ma non potrà comunque andare al di là del numero massimo di scali consentiti. Per esempio, se l’aereo bianco partendo da Basilea avrà una prenotazione a Francoforte, numero 5, terminerà lì il suo movimento, pur avendo 9 come velocità. Quando un mezzo giungerà a destinazione, il giocatore o i giocatori che hanno caricato i cubetti potranno scaricarli sulla città di sosta. Lo spostamento finale dei furgoni è utile a questo proposito: i camion, infatti, non necessitano di una stazione di partenza, ma possono apparire in qualsiasi punto sulla mappa e, in questo modo, “trasbordare” i container da una città a un’altra entro il proprio raggio di spostamento. Una volta che tutti i mezzi prenotati avranno terminato di avanzare, si aprirà la quinta fase del turno, quella di evasione degli ordini: tutti coloro che avranno scaricato i cubetti del proprio colore su una delle città, potranno incassare il bonus indicato sulla relativa carta ordine, trasformandolo in punti. Arriviamo così alla sesta e ultima fase, in cui verrà rimosso un gettone tempo da tutti gli ordini non evasi, mentre i mezzi sul tabellone scarichi e privi di prenotazione faranno rientro a Basilea, cioè sulla rispettiva scheda; ogni container invenduto rimasto sulla plancia costerà un punto al proprietario come stoccaggio. In ogni caso, sarà vietato andare al di sotto dello 0 nell’indicatore di capitale: ragion per cui, gli autori hanno previsto la possibilità di ipotecare i furgoni per ottenere in cambio denaro. I turni si susseguono così fino al conteggio finale, in cui verrà decretato il vincitore in base al punteggio raggiunto. Il numero di obiettivi soddisfatti verrà considerato solo in caso di pareggio.

  

Le difficoltà del mercato unico (Esperienza di gioco)

Rhein River Trade è la più tipica rappresentazione del pick up & delivery, meccanica di certo non originale, ma che si sposa alla perfezione con il background del titolo, in cui i giocatori rappresentano corrieri intenti a distribuire risorse lungo il tabellone. La fase di pianificazione è presente fin dalla scelta delle carte ordine, la cui comparsa, però, avviene in maniera totalmente casuale e dunque rende impossibile progettare strategie durevoli nell’arco di più turni. Inoltre, va notato che, nel caso un giocatore abbia esaurito le proprie finanze e si trovi a dover sostenere costi di cui non può sobbarcarsi, sarà costretto a dichiarare bancarotta, non potendo più investire per caricare container su nessun mezzo di trasporto e venendo, di fatto, eliminato dunque dal gioco. Aspetto che potrebbe risultare indigesto a qualche gamer, specie considerando  la durata non trascurabile della partita. L’interazione non è esagerata, come nella tradizione del duo di designer nostrani, ma consente qualche sgambetto in fase di anticipazione delle mosse, così come la possibilità di approfittare delle prenotazioni altrui per risparmiare sui costi. Se la gestione delle varie fasi è di una semplicità quasi sorprendente, nel complesso la partita di ogni giocatore ruota attorno al solo sistema costi-benefici rappresentato dall’indicatore di capitale, troppo pesante nell’economia (è proprio il caso di dirlo) del gioco. In generale, Rhein River Trade si posiziona come titolo introduttivo per esperienze “prendi e consegna” più complesse, ma anche dopo diverse partite mi è sembrato pervaso da un generale senso di incompiutezza e non presenta la profondità delle opere più riuscite della coppia Canetta-Niccolini, da cui è lecito aspettarsi di più, visti i passati – e presenti – successi.

  

Occorrerà un giorno smettere di confondere ciò che si vende e ciò che è bene [Bob Dylan] (Considerazioni finali)

In definitiva Rhein River Trade si propone come un perfetto titolo di introduzione ai sistemi di pick up and delivery. L'intuitività delle meccaniche, così come la coerenza con il tema proposto, lo rendono un ottimo battesimo per chi cerca un'iniziazione al genere. Per contro, l'estremo tatticismo misto a una certa ripetitività delle azioni in partita, rischiano di non farlo ritornare a lungo sul vostro tavolo da gioco.

Pro
– Setup rapidissimo
– Sistema di gioco intuitivo
– Ambientazione ben ricreata

Contro
– Bassa profondità strategica
– Regolamento non chiarissimo in alcuni passaggi
– Azioni ripetitive
– L'eliminazione de facto dalla partita, in un gioco di questa durata, è un problema

Related Articles

I NOSTRI SOCIAL

9,269FansMi piace
2,075FollowerSegui
315FollowerSegui
947IscrittiIscriviti

Ultimi articoli