martedì 5 Novembre 2024

InterNosCon 2011 – Giocare con le emozioni… le nostre!

Questo è un resoconto a più mani di come la nostra redazione ha vissuto questa tre giorni di Bertinoro (di cui abbiamo già parlato qui). La nostra rappresentanza era composta da tre gioconomici di cui troverete più avanti indicate le relative esperienze. Oltre a noi, in questo reportage sono presenti le impressioni dell’amico Lorenzo Trenti, che ringrazio per il contributo.

Ma iniziamo dalla partenza… dalla mia partenza.
Bacchanalia mi suona all’inizio come un titolo un po’ pretenzioso… se c’è una cosa che non funziona nel gioco di ruolo è il sesso, penso. Comunque, leggo il programma piuttosto nutrito (e che ha continuato a crescere nel tempo)… 48 eventi più 4 conferenze e uno spettacolo teatrale, e trovo elencate cose piuttosto inquietanti (zombie porn? La mia vita col padrone? Trollbabe?).

Ma siamo proprio sicuri di volerci andare? Si?

L’amico Humano insiste: “ci sarà Arumas-o-thos, andiamo anche noi”.

Grazie quindi a Humano per aver insistito e per questa esperienza intensa, formativa, emozionante.
Quante discussioni sono sorte dalle partite e dagli incontri. E la chiave, ho scoperto, è stata proprio nel sottotitolo dell’evento: giocare con le emozioni. Messaggio la cui portata mi è stata chiara anche grazie all’incontro con Ron Edward (per il quale vi rimando ai nostri futuri articoli relativi alla sua conferenza e alla nostra intervista). 

Humano: "L’ospitalità non è mai mancata dalle parti di Bertinoro! Al meraviglioso panorama visibile dalla cittadella e alla qualità del cibo si è aggiunta l’ottima tradizione di vini e birre locali. Davvero piacevole l’esperienza di avere, durante tutte le sessioni di gioco, il tavolo sempre arricchito di stuzzichini, piadine salate o dolci, squaquerone e bevande (alcoliche e non)!

Non si può certo dire che gli organizzatori di INC2011 non ci tengano a coccolare i loro giocatori”.

Al cibo per il corpo si è unito quello per la mente! L’esperienza con gli ospiti internazionali ha formalizzato in maniera chiara una serie di concetti che erano in noi latenti, ma su cui non ci eravamo mai focalizzati… come dire “un bel racconto è quello che ti fa capire le cose che già sai”. Una su tutte l’“have fun” ma anche il concetto di “contratto sociale”.

La scena dei giocatori che si trova a INC sembra essere principalmente composta da una nicchia di amici che condivide alcuni concetti base su come debbano essere vissuti i giochi narrativi. Una comunità che, uscita dalla rete, si è spostata dal virtuale al reale. Ma anche con l’apertura (anzi, la predisposizione) verso nuovi ingressi: al tavolo potrebbe capitare che qualcuno ti dica “ho sempre giocato a casa con il mio gruppo, ma leggendo l’introduzione di una delle sessioni di Polaris ho deciso di venire a Bertinoro a  provarlo.

Ma una cosa ci è chiara da subito: in confronto ad altri eventi, INC va seguita con i tempi e i modi previsti dagli organizzatori; è come se ci fosse un flusso prestabilito che scandisce i tempi. Senza opporre resistenza, lasciatevi trasportare da questa corrente e di sicuro godrete dell’evento…."

Ma oltre all’ospitalità, INC è soprattutto esperienza ludica. Ecco quindi le nostre impressioni, raccolte ai vari tavoli di gioco. Dopo ogni titolo vedrete il nome del facilitatore: colui (o colei) che ha introdotto, seguito e (quando necessario) masterizzato il gioco. 

Un Penny per i miei pensieri (fuori programma) – (Vigiak)

Iniziamo subito con un’eccezione. Non è un evento in programma, ma l’occasione per giocare di nuovo un titolo appena provato a Play. È anche l’occasione per salutarci di persona e farci una sessione veramente internoscon! Infatti siamo noi tre di Gioconomicon, che venerdì sera (veramente sul tardi!) impostiamo rapidamente la partita e pur senza i materiali previsti, che sicuramente facilitano, entriamo in tema convention suscitando tra noi giocatori emozioni a partire da semplici messaggi. I ricordi si costruiscono e creano il flusso del passato, vuoi inserendo esperienze vicine alle personali (una famiglia a Parigi), vuoi per contrasto estremizzando le situazioni (scoprirsi razzista e pentirsi dei propri abusi). Scaldiamo l’ambiente e ne nasce una interessante discussione introduttiva tra tecniche ed esperienze. Emozioni suscitate, tante! Dipende dal fatto di ritrovarsi tra amici e quindi il tema del ricordo è facilitato?

Polaris (con Manuela Soriani) – (Vigiak)

Il mio approccio è stato condizionato dall’averlo già giocato, questo titolo, e di averlo proposto a mia volta. Volevo verificare delle meccaniche e mi sono confrontato con gli organizzatori sulle difficoltà di comunicare un sistema non immediato e poco adatto a una sessione di demo. Tuttavia, sui cinque presenti, due avevano già esperienza del gioco, uno ne aveva provato una demo e due erano completamente neofiti. Siamo riusciti a far ingranare il sistema, che comunque si sviluppa meglio su un ciclo di 4 o 5 sessioni. Ma quando girà è davvero stimolante. Il contrasto tra il personaggio e i propri nemici, l’intervento dei compagni di gioco per dettagliare le situazioni (manipolabili in senso positivo o negativo), l’avanzamento verso il male e la perdita di purezza, la sensazione di quanto tutto sia inevitabile. Emozioni e contrasti forti, giocate a Polaris!

 La mia vita con Angelica (con Mattia Bulgarelli) – (Vigiak)

Adattamento italiano a La mia vita con il Padrone. Il tema del gioco originale speso a seviziare servitori mi ispira davvero poco, meglio pensare ad una situazione di spasimanti verso una splendida ragazza. Siamo in baccanalia e non possiamo mancarlo! Tante premesse: vedrete che arriverete a odiare Angelica, vedrete che vi farà cose terribili, vedrete… Ma come può toccarmi nel vivo? Come può chi non mi conosce colpirmi? E piano piano intuisco che in realtà si interviene sui legami, su quanto ho definito come il mio mondo, sui miei amici che sono lì che giocano con me e che ne soffrono. Sarà anche per la magistrale interpretazione dei PNG (secondo me andrebbe fatta ruotare tra gli altri giocatori, che spesso vivono momenti di pausa), ma alla fine arrivo a trovarla insopportabile, ‘sta Angelica, ma soprattutto mi stupisco del clima finale e della percezione delle reazioni intense. Credo che in 3 o 4 sessioni questo gioco sia ampiamente in grado di creare l’atmosfera giusta. In ogni caso mi ha permesso di comprendere i meccanismi insiti nel gioco originale.

Emozioni garantite: una ragazza non stava giocando con noi, era seduta in attesa di una conferenza a leggere. Dopo le prime scaramucce verbali ci guarda, posa il libro e dice: “Metto giù Schultz e vi ascolto”.

Uncut (playtest con Paul Czege) – (Vigiak)

Quentin Tarantino. L’ho visto spesso citato. Paul ci introduce allo studio delle meccaniche su cui si sta applicando. Lui stesso si è definito un designer che parte dalle meccaniche, e ce ne da prova in questo playtest. C’è ancora molto da lavorare, ma ci sono anche elementi interessanti. Meccaniche di bluff, tattica, poker e cinematografia. Personaggi definiti e fortemente interagenti, grazie ad uno strumento competitivo. Ha ragione Ron a vederci una componente dei Jeepform e più in generale dei Larp, con anche qualcosa che deriva dai boardgame. L’esercizio è sicuramente interessante, troppe però le interruzioni per comprendere e percepire le vere emozioni, anche se il piacere di poter contribuire alla costruzione è stato grande. E qui le emozioni forti le ha forse colte Paul che continuava a scrivere appunti. Al termine si è detto estremamente soddisfatto e ci ha ringraziato per i numerosi spunti. Beh, sono soddisfazioni!

Montsegur (con Katia Davoli) – (Lorenzo Trenti)

Un bel titolo con il tipo di meccaniche che preferisco: senza numeri o calcoli "strategici", ma con un flusso di gioco molto ben strutturato e soprattutto una rete di personaggi fissi che è il vero punto di forza del gioco. La storia è quella dei catari assediati a Montsegur: nell'epilogo si vede chi brucerà per ciò in cui crede o chi abiurerà. 
Il divertimento sta nel vedere esattamente come i vari personaggi arriveranno a questo appuntamento col destino, attraverso una sequenza di scene ambientate durante l'assedio. Un semplice meccanismo di carte-spunto aiuta a superare la "sindrome da pagina bianca" e a dare degli efficaci tocchi di colore. Bellissima (e quindi un po' costosa) la componentistica dell'edizione italiana, che risolve l'annoso problema di dover fare delle foto a un gioco di ruolo da tavolo: normalmente vedreste solo dei tizi seduti a un tavolo, qui invece c'è un pannello in finto cuoio e carte pergamenate assolutamente deliziose.

Love in the time of seith (con Mario Bolzoni) – (Lorenzo Trenti)

Basato sul "motore" di Archipelago II, un altro gioco a scene di stampo nordico, cioè basato sulla collaborazione e l'ascolto al tavolo. L'ambientazione è un incrocio tra Wagner e Shakespeare, con intrecci a più livelli fra il Re, il Duca, la Principessa, il Cavaliere e la Strega, di natura sentimentale, politica e sovrannaturale. Offre più libertà di manovra rispetto a Montsegur e quindi anche meno appigli. Da provare avendo un po' di tempo per poterselo gustare.

The clay that woke (con Paul Czege) – (Lorenzo Trenti)

Playtesting con l'autore di un gioco inedito dall'ambientazione particolarissima: una civiltà umana ai margini della foresta, una classe sociale di minotauri silenziosi alla possibile ricerca di un'identità (dico solo che "Nome" è una statistica numerica del personaggio!). C'è un interessante meccanismo a gettoni-risorsa legati alle caratteristiche: sia il giocatore sia il master ne investono un certo numero mettendoli in una scatola, poi il giocatore ne pesca 4 e con essi deve "comprare" dei risultati su una tabella. Da tenere d'occhio anche se – essendo almeno all'inizio i personaggi tutti separati – l'ho visto risentire del fatto che si gioca a turno (che faccio mentre gli altri giocano il loro pezzettino, se non posso interagire con loro?). Vero comunque che si è trattato davvero di un piccolissimo antipasto.

Bliss Stage (con Michele Gelli) – (Lorenzo Trenti)

Evangelion e ho detto tutto! Va bene, si può entrare più nel dettaglio: anche qui abbiamo fatto il brainstorming di un'ipotetica campagna e un inizio di giocata. Siamo in un mondo che da sette anni ha visto tutti gli adulti cadere vittima di un sonno profondo. È un'arma degli alieni che sono arrivati per conquistarci. La difesa è affidata a gruppi di ragazzi adolescenti, che entrano nel mondo dei sogni per combattere le manifestazioni degli alieni e si costruiscono un avatar di robottone gigante traendo forza dalle proprie relazioni con gli ultimi superstiti. La meccanica è geniale e consente letteralmente di mettere in gioco i legami fra personaggi, l'ambientazione è favolosa. A sentire il master Michele Gelli, il gioco va corredato di qualche capitolo esplicativo perché così com'è scritto è di difficile comprensione (e qui, personalmente, vorrei manifestare tutto il mio fastidio per quei manuali di gioco di ruolo che non fanno il loro dovere: il boardgame ha dei processi di revisione consolidati e funzionanti, perché i manuali di gioco di ruolo sono spesso le cenerentole da questo punto di vista?). Mi sono comunque fatto l'impressione di un ottimo gioco.

Avventure in prima serata (con Mattia Bulgarelli) – (Arumas-o-thos)

Mattia è stato uno degli infaticabili di INC. A noi ha fatto provare quello che “vox populi” è definito come uno dei migliori titoli introduttivi al genere. Il tempo è stato tiranno ma più che sufficiente per restare incantati dal suo meccanismo perfetto. Tutti insieme si crea un format seriale e sempre tutti insieme, si articola la puntata pilota della serie! Emotivamente è coinvolgente come provare a ri-recitare una cosa vista alla tele, ma in termini creativi è veramente una grande fonte di idee. Gli serve tempo… ma già da questo primo morso ne è venuto fuori di materiale! Anche grazie a Mattia e ai suoi ottimi PNG. Per la cronaca, la nostra serie si chiamava "Hong Kong 44th Floor", tutta ambientata all’interno di un unico blocco urbano, un grattacielo dai sotterranei misteriosi… io ero un fallito progettista cinese di centrali a vapore nucleare (!),  ricattato per aver certificato un reattore fallato, dedito all'oppio e con concubina nella fumeria con cui cercare di dimenticare la moglie malata a casa (una roba tipo Hana-Bi)…

La verità vi farà liberi (con Andrea Castellani) – (Arumas-o-thos)

L’esperienza più forte, per me che sono un vecchio giocatore di RPG da molto tempo votato al boardgame. Immaginatevi cosa può aver significato lo stare in piedi lontano dal tavolo, gestire il mio spazio scenico, muovermi e agire come (ritenevo dovesse) il mio personaggio. Ho scoperto il jeepform! Grazie ad Andrea che ci ha messo il carico da “dodici” ambientando il tutto nel bel mezzo della storia di Gesù. Che non muore. E che fa morire un altro al suo posto. E che è il suo fratello gemello! Insomma, si scava nel nostro immaginario infantile e nelle nostre certezze più ancestrali. Cerco subito un personaggio che spero secondario (l'apostolo Giovanni) e lascio volentieri a Luca Giuliano (che ha seguito tutta la INC come un qualsiasi altro partecipante!) il ruolo di Gesù. Purtroppo il tempo necessario all’idonea preparazione (il jeepform chiede la conoscenza di alcune tecniche), tra l’altro ottimamente gestita da un Andrea molto didattico, non ci ha permesso di terminare l’intera sessione. Ma ci siamo andati vicini… seguendo Luca che aveva fin dall’inizio trovato un coup de théâtre per raccontare l’epilogo di questa storia, e far restare nel dubbio il mio Giovanni, indeciso tra il restare fedele a Gesù o ribellarsi a lui!

E al termine, i commenti di tutti. Come detto, la InterNosCon nasce e si sviluppa come incontro tra amici, per cui molti dei presenti (e i relativi commenti) sono assai autoreferenziali, ma mi ha fatto piacere cogliere l’intensità che e’ emersa anche tra quanti non avevano mai giocato prima insieme.

Il più bel commento? Beh, almeno per me è stato il leggere tra i ringraziamenti: “…. mi hanno permesso in così poco tempo di gioco di riuscire a sentire così tanto dei personaggi appena creati, sia il mio sia i loro! Per me è abbastanza raro, perché è difficile trovare persone che si lascino così tanto andare da subito!” 

(potete visionare gli scatti che abbiamo realizzato a InterNosCon 2011 in questa nostra galleria fotografica)

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