Lo scorso finesettimana i romani hanno visto svolgersi (finalmente) un evento di stampo fieristico dedicato principalmente al gioco.
Quindi non parliamo di una fiera di cosplayer con ludoteca per gli annoiati ne di un torneo per fanatici di alcuni titoli selezionati.
Parliamo di Ludica, la nuova manifestazione che mette in chiaro la sua natura già dal nome e che ha scelto come location il principale complesso fieristico della capitale: la nuova fiera di Roma.
La nostra attenzione per questo evento è stata alta: sappiamo che il bacino d’utenza dei giocatori nel Lazio è elevato e sappiamo che realizzare un festival ludico in una città cosi popolosa crea parecchie aspettative…
Roma è una piazza complessa, dove gli eventi culturali sono centinaia ogni fine-settimana e dove il centro è spesso teatro di manifestazioni popolari e politiche. Le istituzioni capitoline sono di conseguenza concentrate sui fenomeni di alto interesse, ed è veramente difficile emergere in un ventaglio di possibilità cosi ampio e variegato, anche dal punto di vista comunicativo. Ancor più ottenere attenzione e sostegni da parte delle istituzioni (le associazioni romane dedite alla diffusione che stanno leggendo questo articolo sanno bene di cosa parliamo). Probabilmente questa condizione è condivisa anche dal resto delle capitali del mondo, che raramente spiccano per la qualità dei loro eventi ludici.
Nonostante questo scenario, la prima edizione di Ludica Roma (non prendiamo neanche in considerazione l’edizione dello scorso febbraio, praticamente resa nulla dalla storica nevicata) ha conquistato il ragguardevole numero di 15.200 presenze!
Proviamo a esaminare come è stato strutturato l’evento e chi erano questi 15.200 visitatori.
Prima di tutti un’analisi sulla distribuzione delle presenze nei tre giorni di questo weekend lungo: il grosso dei visitatori ha partecipato sabato e domenica, il venerdi a quanto pare non è un giorno da gioco (nelle nostre stime azzardiamo non più di 1000 persone). Bisognerebbe prendere in considerazione di limitare l’evento a due giorni.
Rimandandovi a questo nostro articolo precedente alla fiera, potete farvi un’idea abbastanza chiara di quello che voleva essere il palinsesto di Ludica. Tutto quello che ci aspettavamo si è sviluppato in tre grandi padiglioni.
Il primo è stato interamente dedicato a Ludica Bimbi, la parte dedicata ai più piccoli. E va detto subito che questo è stato in assoluto il padiglione migliore: un ambiente open, diviso in aree riconoscibili dai tappeti colorati e senza paretine a dividere gli stand. Uno spazio aperto dove i piccoli potevano letteralmente scatenarsi in corse da un punto all’altro; dal Colosseo dei LEGO ai castelli gonfiabili, dai laboratori creativi alla guida del gommone della polizia. Il tutto sempre accompagnati dai genitori. Meglio chiarire: non si sta parlando di un parco giochi dove “parcheggiare” i piccoli per andare a giocare ad altro, la famiglia è stata invitata a partecipare a tutte le attività proposte insieme ai bambini.
Un altro padiglione è stato destinato alle attività più “fisiche”: laser game, tiro a segno, soft-air…fino al ballo country e un assalto al castello la domenica. Dei tre questo era (anche esteticamente) il padiglione meno soddisfacente, in generale potremmo dire che le attività di quest’area sono state “scarsamente” comunicate.
E veniamo al padiglione che maggiormente ci interessa: quello dei giochi…e del modellismo. L’organizzazione ha unificato entrambe le passioni nello stesso ambiente, ma comunque differenziando l’allestimento con diversi colori.
Come avrete dedotto leggendo il programma, la maggior parte degli spazi e delle attività era organizzata dalle associazioni e dai club romani (e non solo). La partecipazione degli editori invece è stata esigua: Red Glove, Ghenos Games e Ganesha Games oltre alle piccole nuove realtà come Dast@Work e Il Barone. Sappiamo che la manifestazione ha variato le sue date apposta per allontanarsi dalle consolidate fiere autunnali e dare maggiore respiro agli operatori, ma a quanto pare questo non è stato sufficiente. Presenti anche alcuni negozianti, principalmente orientati al boardgame.
In generale l’offerta è stata in grado di soddisfare tutti i palati, dagli strateghi dei wargame agli sportivi del subbuteo, dai giocatori occasionali ai torneisti sfegatati (c’erano parecchie finali di campionati importanti a Ludica). Insomma gli appassionati di tutte o quasi le discipline ludiche a noi note hanno avuto pane per i loro denti, dovessimo identificare una carenza nell’offerta punteremmo l’attenzione sul settore dei giochi collezionabili, effettivamente assenti.
A parte la macro distinzione tra gioco e modellismo, il resto del padiglione non si poteva definire ben suddiviso, le differenti aree di gioco erano riconoscibili più sulla rappresentazione su mappa che nell’ambiente reale, il rischio di confondersi era elevato. La parte dedicata ai videogame (incentrata sul museo del videogioco di Roma recentemente inaugurato) ha sicuramente sofferto il posizionamento sul fondo: invisibile se non sapevi che c’era.
Oltre ai cataloghi degli editori già citati, le principali novità editoriali erano disponibili presso gli stand dei negozianti, i più lungimiranti hanno allestito tavoli dimostrativi o si sono appoggiati alle ludoteche delle associazioni culturali.
A questo si aggiunge l’offerta dell’Area Autoproduzione, l’esercito di artigiani del gioco che sin dalla sua prima edizione milanese popola il palinsesto di Ludica, ponendo l’attenzione sulla possibilità di incontrare direttamente i “fabbricanti” di queste opere e conoscere storia e motivazioni che li hanno portati a questo approccio creativo.
Concedere tutto questo spazio e possibilità alle associazioni è stato un gesto virtuoso da parte dell’organizzazione; i club coinvolti hanno sicuramente dimostrato la loro gratitudine impiegando tutte le loro risorse per offrire il miglior servizio possibile.
Di contro, dobbiamo ammettere che tutta questa libertà d’espressione ha dato vita a un’offerta tanto varia quanto confusa. Quella che ci è sembrata mancare è stata una linea guida che rendesse chiaro il percorso e la definizione delle varie aree di gioco, sia da un punto di vista visivo che comunicativo. Se da un lato è un piacere vedere cosi tanti tavoli schierati e apparecchiati, dall’altro è importante rendere chiaro qual è il loro scopo, soprattutto per il pubblico dei neofiti.
L'offerta delle associazioni in termini di giochi e iniziative non deve ovviamente essere per forza allineata ai trend del momento, di conseguenza non sono mancati sui tavoli titoli ormai esauriti o comunque praticabili solo in questa occasione. Il fatto stesso che ci fossero due ludoteche gestite da due distinte associazioni ha reso abbastanza chiaro l’assenza di un coordinamento, creando confusione soprattutto nel pubblico dei visitatori occasionali.
Per quanto fossero interessanti i temi proposti e competenti gli ospiti coinvolti nelle conferenze organizzate dalla Tana dei Goblin di Roma, queste hanno ottenuto una partecipazione decisamente magra (una decina di persone) e il motivo risiede principalmente nel tipo di pubblico che ha popolato la fiera.
Ma a questo punto parliamo di loro, i visitatori: nonostante l’offerta per tutti i palati, il pubblico di Ludica era composto principalmente da famiglie e da neofiti. L’elemento di maggiore attrattiva è stato di conseguenza Ludica Bimbi. E' qui che le famiglie hanno passato la maggior parte del loro tempo, per poi recarsi in seconda battuta presso gli spazi dei giocatori più “adulti”( non sempre attrezzati per soddisfare le esigenze dei bambini). Il giudizio da parte di questo pubblico è stato assolutamente positivo; Ludica ha conquistato il cuore di migliaia di bambini che dovevano essere letteralmente trascinati via per abbandonare i padiglioni all’orario di chiusura. Se è vero che i bambini non hanno bisogno di qualcuno che gli ricordi quanto sia bello e appassionante giocare, la speranza è che anche i genitori “accompagnatori” abbiano colto l’occasione per avvicinarsi alle pratiche di gioco che ben conosciamo su queste pagine.
La manifestazione dovrà seriamente interrogarsi sull’impostazione della prossima edizione: se il successo tra i più piccoli è sicuramente consolidato, dovranno essere probabilmente applicate altre strategie per attirare il popolo dei “giocatori professionisti” del centro e sud Italia.
Dal nostro punto di vista di osservatori, siamo rimasti colpiti dall’affluenza di questa prima edizione e vogliamo complimentarci con l’organizzazione per aver investito sulla piazza capitolina. Per quanto presenti in numero limitato, per noi Ludica è stata l’occasione per chiacchierare con diversi addetti ai lavori, tra cui un autore sulla cresta dell’onda come Daniele Tascini (presto la nostra intervista online!).
Prima di salutarci poniamo alcune domande a Valentina Cantoni, la coordinatrice dell’evento che lavora tutto l’anno per dar forma all’offerta della manifestazione:
Gioconomicon: Ciao Valentina. Contenti del risultato di Ludica Roma? Le vostre aspettative sono state soddisfatte o puntavate a cifre e pubblico differente?
Valentina Cantoni: Tutto sommato sì, il numero di visitatori è stato in linea con le nostre aspettative e la manifestazione ha riscosso non solo un successo di pubblico ma anche mediatico. Siamo rimasti tuttavia un po’ stupiti dal fatto che non ci fosse un maggior numero di giocatori abituali, nonostante l’offerta presente e la possibilità di giocare a un po’ di tutto, compresi giochi non più reperibili in commercio e novità in arrivo dalla fiera di Essen, mentre ci ha ampiamente soddisfatto la grande presenza di famiglie, che hanno avuto la possibilità di avvicinarsi ad un mondo, temo, a molte di loro noto solo in minima parte.
GN: Non possiamo in questa sede dare un giudizio sulle aree che non ci competono, ma vorremo chiedere a te se il connubio gioco – modellismo ha funzionato e se continuerete su questa strada.
VC: Sì, almeno finchè non saremo abbastanza forti per aggiudicarci un padiglione a testa: in ogni caso, la sottile area di confine wargame/modellismo statico che accomuna i due mondi, come ha dimostrato il Ludica Painting Contest, ha fatto sì che le due tematiche potessero completarsi e non scontrarsi.
GN:Il pubblico che vi ha maggiormente premiato ci è sembrato composto principalmente da bambini e famiglie, in virtù di questo pensate di impostare in maniera differente l’offerta della prossima edizione?
VC: Questo dipende molto dall’appoggio che avremo: credo che quello delle associazioni si possa ormai definire confermato, se avremo anche quello delle aziende e dei negozi sarà sicuramente possibile strutturare l’evento in modo da attirare un pubblico sempre più ampio con un’offerta più mirata per le singole esigenze.
GN:Pochi editori hanno partecipato in questa occasione, colpa del periodo o timori verso un evento ancora giovane?
VC: Sicuramente entrambi i fattori hanno giocato un ruolo importante, oltre alla concomitanza con eventi dello stesso genere in altre parti d’Italia, che ha portato gli editori a dover inevitabilmente scegliere dove concentrare la propria presenza. Tuttavia, alcuni editori hanno considerato importante esserci seppur con diverse modalità, ad esempio attraverso la presenza dei propri titoli presso i tavoli di alcune associazioni, il che ci porta a ben sperare per la partecipazione degli editori agli eventi futuri.
GN: Il terzo padiglione, quello delle “attività fisiche” ci è sembrato scarsamente frequentato, possiamo ipotizzare un accorpamento?
VC:In realtà tali spazi erano nel progetto iniziale accorpati al padiglione dedicato al gioco e al modellismo, tuttavia l’entusiastica adesione delle associazioni e il gran numero di tornei ha fatto sì che vi fosse carenza di spazi e che fossimo costretti a spostare le attività legate al softair in un altro padiglione. Un padiglione più grande ci consentirà certamente nelle prossime edizioni di riaccorpare le aree.
GN: A seguito dell’esperienza appena vissuta, hai già definito alcuni punti di miglioramento su cui vuoi sicuramente intervenire?
VC: Sicuramente ci sono molti punti da migliorare, che solo con un’edizione “reale” come questa ci è stato possibile mettere a fuoco con chiarezza. Sicuramente, ci sarà da lavorare sulla gestione della torneistica e sulla distribuzione e identificazione delle varie aree. Il primo obiettivo, come puoi immaginare, è coinvolgere il maggior numero possibile di aziende e negozi di tutti i settori, con lo scopo, appena possibile, di avere un padiglione per ogni anima della manifestazione, fortemente caratterizzato e strutturato in modo tale da guidare il visitatore tra i vari contenuti offerti.
Salutiamo Valentina e ci auguriamo che dopo il successo di questo primo appuntamento l’industria ludica, prenda maggiormente in considerazione questa occasione: di fatto, Ludica Roma è l’evento dedicato ai giochi di maggior successo che Roma possa vantare da una decina d’anni a questa parte, la migliore opportunità in circolazione per chiunque voglia approcciare al mercato di questa zona dell’Italia, tanto ricca quanto complessa.
L’appuntamento è alla prossima edizione di Ludica Roma, già fissata per il 22 novembre del 2013.
Le fotografie di questo articolo e tante altre sono disponibili in questa nostra galleria fotografica dedicata a Ludica Roma.