Come ogni anno, abbiamo realizzato il nostro consueto reportage della giornata dedicata all’hobby targato Games Workshop, il Games Day. Quest’anno abbiamo sicuramente impiegato più tempo del solito, a causa della concentrazione di eventi ottobrini (nazionali e internazionali). A tal proposito confidiamo che gli organizzatori di eventi ludici rivedano un po’ le date dei loro appuntamenti per l’anno a venire.
Come amano raccontarci da un poco di tempo a questa parte però, “da una crisi può nascere un’opportunità”, e infatti, questo ci ha permesso di sfruttare più tempo per elaborare al meglio l’esperienza vissuta, e anche per confrontarlo con gli altri eventi che hanno popolato questo autunno ludico.
Continuate a leggere per conoscere quindi le nostre impressioni sul Games Day 2013!
Come molti di voi già sapranno, quest’anno il Games Day non si è svolto presso il forum Guido Monzani, ma all’interno della ben più spaziosa fiera di Modena, già location di PLAY. Con un intero padiglione a sua disposizione la Games Workshop ha potuto quindi vantare un notevole incremento dello spazio a sua disposizione.
All’entrata troviamo un gradito ritorno, lo stand di Giochi Uniti, che porta le novità targate Fantasy Flight ambientate nei tetri mondi di Warhammer Fantasy e Warhammer 40.000. Inutile dire che siamo subito stati attratti dalla scatola di Diskwars, rilancio di un titolo storico di FFG ambientato nell’universo fantasy di Warahmmer di cui potete vedere le prime foto nella nostra gallery. Dopo aver giocato con i vari dischetti, aver ammirato la versione italiana di Relic e aver scambiato due chiacchere con i simpatici ragazzi di Giochi Uniti, abbiamo ripreso il nostro giro rivolgendoci all’universo in miniatura.
Abbiamo trovato ad accoglierci i tavoli da gioco libero, ognuno con un volantino con alcune indicazioni sul tipo di attività che proponeva, come scontri tra superpesanti, o corse di carri, o Arena degli Eroi… ma purtroppo non abbiamo individuato nessuno che potesse aiutare un eventuale curioso. Sappiamo che l’evento è dedicato ai giocatori, e non ai neofiti, ma forse sarebbe stato utile avere qualche modello da prestare a coloro che non si erano portati le proprie miniature. L’area ci è sembrata piuttosto abbandonata, ed è un peccato perché se da un lato forse gli utenti non erano interessati, dall’altro non ci è sembrato che ci fosse un’intensa attività di coinvolgimento da parte dello staff.
Andando avanti troviamo la Table Competition, dove le diverse associazioni portano i loro tavoli da gioco e li mettono in bella mostra per essere ammirati. Qui, per quanto ci riguarda, abbiamo avuto una bella delusione. Infatti, tolti due tavoli (di cui parleremo poi) la maggior parte dei partecipanti erano tavoli Regno della Guerra con sopra gli elementi scenici ufficiali della Games Workshop, dipinti più o meno bene. La sensazione era di guardare lo stesso tavolo con gli stessi elementi disposti in maniera diversa. Per fortuna ci sono state delle eccezioni, come i tavoli della Gilda della Torre e di Ludic Incoming. Il primo portava un campo di battaglia per 40.000, con una fortezza, molte costruzioni fatte a mano con tanto di luci e suoni, impreziosita dalle armate in campo, tra cui una Guardia Imperiale a tema italiano (stupendi gli Alpini!). Ludic Incoming invece ha portato un tavolo dedicato al Fantasy, rappresentante una gola tra due montagne che declina in una pianura con un piccolo villaggio Imperiale. Tavolo molto bello e suggestivo, cui purtroppo sono mancate qualche rifinitura (ad esempio un panno nero a coprire il retro con la struttura di legno) e le miniature, ma che poteva tranquillamente ambire al primo posto. Evidentemente non siamo stati i soli a essere colpiti da quei tavoli, infatti, sono stati premiati con Oro (Gilda della Torre) e Argento (Ludic Incoming). Complimenti quindi per il meritato riconoscimento, speriamo che il prossimo anno le altre associazioni partecipanti abbandonino la pratica di allestire tavoli con i componenti in vendita più in voga ma provino piuttosto a stupire con creazioni originali, conferendo quel “sense of wonder” al tavolo che, come si è visto, porta alla vittoria.
Rimanendo in tema di “Sense of Wonder”: ottima invece l’Armies on Parade, molti i partecipanti e quasi tutti di buon livello, con alcune eccellenze che hanno veramente colpito il pubblico. Per ragioni di sicurezza però, le mattonelle in concorso erano poste a un metro e mezzo circa di distanza dai visitatori, rendendo impossibile un esame dei dettagli e difficoltoso scattare foto. Altra complicazione era una generale scarsa illuminazione della zona, dovuta alla presenza, poco vicino, dell’area incontri.
Eh sì, l’area incontri non aveva una zona separata dedicata, come al forum Guido Monzani, ma un palco all’angolo del padiglione, con un proiettore che esaltava quanto avveniva sul palco. Ovviamente per funzionare doveva stare al buio, ma così rendeva mezzo padiglione oscuro, un vero peccato considerando che su quel lato erano state poste le mattonelle di Armies on Parade e le vetrine del Golden Demon.
Gli incontri sono stati però piuttosto interessanti, infatti, erano presenti scrittori, scultori e autori, in particolare Jervis Johnson, che ha rivelato alcune dritte su come devono essere scritte le regole di un gioco, dritte che possiamo riassumere in tre regole:
1) Le regole devono essere divertenti: non ha senso scrivere una regola su un aspetto noioso del gioco, dev’essere qualcosa che tenga sveglia l’attenzione.
2) Le regole devono essere chiare: i giocatori non possono perdere tempo prezioso a cavillare su una regola piuttosto che giocare.
3) I costi in punti devono essere corretti: alla GW utilizzano delle formule per capire esattamente il costo che dovrebbe avere un modello.
Su queste basi, secondo Johnson,dovrebbe reggersi il lavoro del Games Designer.
Probabilmente per i giocatori più esperti questi concetti appaiono banali, ma non fa mai male ricordare le basi. Personalmente non possiamo fare a meno di ritenere che se la teoria dietro queste regole sia inattaccabile, la pratica è ben diversa, basta pensare alle decine di pagine di Faq che escono regolarmente per i loro giochi.
In generale gli incontri sono stati interessanti, anche se dobbiamo segnalare l'assenza di sedie per il pubblico, mancanza risolta dallo stesso con l’antica pratica dell’indianata (in altre parole sedersi a terra) o dai più audaci con il ratto delle sedie dalla vicina area ristoro.
Ultima attrattiva nella “zona oscura”, il Golden Demon: le vetrinette hanno avuto quest’anno un carico esiguo ma di valore, infatti, le miniature in concorso, pur se poche, mantenevano i livelli altissimi cui siamo abituati. Evidentemente la consapevolezza della difficoltà della gara ha tenuto lontano chi non era sicuro del suo lavoro, anche se probabilmente il costo del biglietto ha avuto la sua parte… ma di questo parleremo poi. Nel frattempo v’invitiamo, se non lo avete già fatto, ad ammirare le opere in concorso nella nostra gallery.
Dopo aver parlato della zona oscura, passiamo al lato chiaro, cosa c’era nell’emisfero bagnato dal sole, illuminato a giorno e in cui si poteva vedere bene tutto?
Gli stand di vendita. Un quarto abbondante di padiglione era utilizzato dagli stand di vendita Games Workshop, Black Library e Forgeworld. Ogni stand aveva, oltre agli spazi di vendita, dei cordoli per gestire la fila, personale che si occupava della sicurezza e in generale un’esposizione notevole.
Se avete letto l’articolo fino a questo punto, probabilmente, avrete desunto che l’impressione generale è stata piuttosto negativa, e non avreste tutti i torti… ma non è così semplice emettere un giudizio assoluto, specialmente mettendosi nei panni degli organizzatori.
L’area a disposizione dell’evento era veramente enorme, ed è stata riempita in maniera tale da avere eventi e attività, ma senza per questo essere caotica. Le criticità relative all’illuminazione erano forse imprescindibili dalla presenza dell’area incontri, per cui salvo togliere quest’ultima non c’era una soluzione reale. Allo stesso modo, gli spazi dedicati alla vendita possono essere sembrati esagerati, ma se ci fosse stata la ressa come negli anni precedenti? In passato abbiamo applaudito a questa logica di organizzazione, efficiente nel gestire tante persone e che rende l’esperienza meno stressante. La gestione dei tavoli di gioco libero poteva essere realizzata diversamente, ma d’altro canto era espressamente scritto nel materiale informatico che ci si doveva portare le miniature da casa, quindi non sarebbe onesto puntare il dito su questo aspetto.
Un’aspetto cha ha sicuramente influito parecchio sulle sensazioni percepite nell’evento era il fatto che, a fronte di un ingrandimento notevole dell’area utile, c’è stato un abbassamento delle presenze, per cui l’enorme padiglione sembrava vuoto. Un’altra particolarità è che i visitatori radunati per questa occasione ci sono sembrati quasi tutti grandicelli. Non è difficile capirne il motivo, arriviamo così all’elefante nella stanza, in altre parole il prezzo del biglietto.
Come detto a inizio articolo, il tempo intercorso tra il Games Day e la stesura di questo reportage ci ha permesso di riflettere meglio sugli elementi che hanno contraddistinto l’evento e di condurre degli inevitabili paragoni. Lo scorso anno, un genitore che voleva mandare i figli (diciamo due) al Games Day spendeva circa 70 euro, tra biglietto d'ingresso e pullman. Quest’anno con 100 euro pagava solo i due biglietti, poi doveva trovare un modo di farli arrivare. Bisogna dire che, in mancanza del pullman, i negozi GW si sono attivati mettendo in contatto chi si metteva in viaggio con la macchina con possibili passeggeri, svolgendo un utile ruolo di coordinamento, ma la spesa del viaggio, in macchina o in treno, non era certo indifferente… Sinceramente, mettendosi nei panni di un genitore, visti anche i tempi di crisi che colpiscono questo paese, probabilmente avremmo preferito rinunciare. E il sospetto è che in tanti lo abbiano fatto.
Volendo estendere il paragone ad altre manifestazioni, non può non incidere l’esperienza, molto ravvicinata, con Lucca Comics & Games, un evento enormemente più grande e vario, che si svolge nell’arco di quattro giorni e che, per un abbonamento, chiede 44 euro. Parliamo sicuramente di attività diverse con finalità differenti, e non dimentichiamo che ci sono dei costi minimi di gestione che influiscono enormemente sulla spesa… ma da utente, il paragone stride e parecchio.
Sinceramente non possiamo criticare nulla al lavoro dell’organizzazione: siamo convinti che Mauro Canavese e il suo staff abbiano fatto il meglio possibile con i mezzi a disposizione, se ci fosse stata un’affluenza più massiccia probabilmente non avremmo visto i tavoli o i cordoli vuoti e adesso staremmo parlando di quanto sia stato gestito bene l’evento nonostante la calca. Sicuramente ci sono stati alcuni difetti, l’illuminazione dell’Armies on Parade e del Golden Demon, o la mancanza di sedie in area incontri, ma se l’esperienza di questi anni c’insegna qualcosa, è che stiamo parlando di persone che sanno identificare gli errori e correggerli. E forse è proprio pensando alla qualità e alle piacevoli sorprese delle precedenti edizioni che siamo giunti a tali conclusioni, siamo convintissimi che lo staff possa e debba intervenire sugli elementi negativi riscontrati in questa occasione per tornare a rendere la comunità Italiana dei giocatori GW orgogliosa del suo Games Day.
In definitiva quest’anno non è stato il miglior Games Day di sempre. Vedremo il prossimo.
Vi ricordiamo che potete dare un'occhiata ravvicinata alle foto di questo articolo e a tutti i bellissimi modelli partecipanti al Golden Demon nella nostra galleria fotografica.