La Spielwarenmesse, la fiera del giocattolo di Norimberga, si è conclusa lo scorso lunedì, e come sempre alla chiusura dei lavori è seguito il report di fine evento. L’organizzazione riporta un lieve calo dei visitatori (72 000 contro i 75 000 dello scorso anno) ma anche un incremento della presenza internazionale tra di essi, arrivando a registrare un 58% di visitatori non tedeschi. I colleghi della sala stampa ci hanno confermato questa tendenza, segnalandoci per il settore modellistico un certo appiattimento per quanto riguarda la varierà dell’offerta, mentre dal nostro punto di vista non possiamo che gioire avendo constatato un padiglione dedicato ai boardgame più florido e animato che mai…
Lo storico padiglione 10 era decisamente affollato, e non parliamo solo dei visitatori. Quest’anno, al trend di crescita del numero di espositori (2857) hanno contribuito anche parecchi produttori di boardgame, al punto che per la prima volta è stato necessario occupare anche parte del padiglione 11 (abitualmente popolato dalle aziende tailandesi). In realtà nella nuova disposizione possiamo leggere anche un diverso assestamento delle forze in gioco: il nuovo spazio è stato quasi interamente occupato da Pegasus Spiele, uno dei principali editori e distributori della scena tedesca, e da Matagot, editore francese che ha voluto dare un evidente segnale della sua indipendenza dall’ormai colossale gruppo Asmodee (al quale comunque fa riferimento per la distribuzione in diversi paesi).
Heidelberger, altro gigante delle localizzazioni, ha continuato a mantenere il suo consueto stand, dove facevano bella mostra di se titoloni della Fantasy Flight come Star Wars Armada, Imperial Assault, The Witcher e via dicendo, a conferma della promessa di FFG di mantenere le stesse partnership (dove possibile) anche dopo la “fusione” con Asmodee.
Asmodee, per l’appunto, orgogliosa più che mai, ha occupato i suoi consueti spazi al secondo piano aggiungendo sempre più loghi sui suoi banner di aziende che di fatto non hanno più bisogno di un loro stand! Lo stile aggressivo di questo operatore (e soprattutto del gruppo finanziario alle sue spalle) è stato l’argomento che ha maggiormente tenuto banco nelle conversazioni con gli editori: c’è chi si è trovato decisamente impreparato davanti a un tale dinamismo e chi invece intravede nuove opportunità. Il timore di alcuni (e la speranza di altri) è che Asmodee applichi le strategie che hanno scatenato la sua crescita vertiginosa in Francia anche nel resto di quelle nazioni dove sta consolidando la propria posizione con partnership o acquisizioni, in barba alle flemmatiche manovre degli operatori nazionali. Il fenomeno ha raggiunto dimensioni tali che anche la tradizionale industria tedesca si sta, per cosi dire, preparando alla controffensiva; e vi anticipiamo che non dovrete stupirvi se nel giro di qualche mese vedrete comparire alcuni marchi storici parecchio al di fuori dei confini teutonici.
Un’attenzione particolare in questa fiera è stata rivolta proprio all’Italia, sia per l’ingresso di Asmodee nel nostro paese tramite Asterion Press che ne diventa sussidiaria, sia per il recente rapporto di Eurazeo che ci colloca al quarto posto tra i mercati europei.
Se all’interno del nostro Paese l’attenzione è focalizzata sul capire come si assesteranno gli equilibri tra distributori ed editori e su quali impatti avrà la comparsa di questo “nuovo” e potente player, dall’esterno abbiamo il piacere di segnalare un maggiore interesse nei nostri confronti da parte di quei produttori che ancora non hanno rapporti di esclusività con le aziende italiane.
A questo va aggiunto che, a causa dei cambiamenti nelle logiche di distribuzione in Italia del più noto gioco di carte collezionabili (se consultate questa lista noterete che non c’è nessuna azienda Italiana!), sono in previsione le aperture di nuovi centri logistici nel nostro paese che riguarderanno anche i giochi da tavolo in lingua originale.
Dal nostro punto di vista giornalistico, registriamo in questa edizione della fiera una migliore accoglienza rispetto ai precedenti anni e un forte interesse nel far parlare di se anche da parte di quei produttori che, diciamocelo, tendevano in passato a snobbare l’Italia. Abbiamo assistito alla presentazione di oltre 80 titoli, e questi senza contare le cartelle stampa di tutti quegli editori a cui abbiamo dovuto rinunciare per limiti di tempo. Tantissime le novità, alcune ancora in forma prototipale ma capaci di creare un hype enorme, come la versione di Carcassonne a tema Star Wars che ha fatto esplodere i social network dopo che ne abbiamo messo in rete la fotografia della scatola (in fase di approvazione per quanto riguarda la grafica). Proprio in previsione del settimo film della saga delle saghe, il brand Star Wars era onnipresente in qualsiasi settore della fiera, anche in quello dei giochi in scatola. Oltre al già citato Carcassonne e ai noti giochi FFG, lo abbiamo visto applicato a diversi altri titoli (non solo i classici) come Ligretto o Timeline.
Altro titolo attesissimo che ci è stato vietato fotografare (tranne che per le già note immagini di copertina) è quel Pandemic Legacy che arriverà entro fine anno e che promette di offrire un esperienza di gioco tutta nuova grazie al suo sistema di evoluzione della scena mondiale e di registrazione degli eventi con l’avanzare delle partite. Vi basti sapere che nella scatola abbiamo intravisto dei “cassettini” numerati che possono essere aperti solo dopo che si arriva a determinati risultati.
Tra i titoli più ambiziosi sicuramente va segnalato Inis, il prossimo big box di Matagot che, sulla falsariga di Cyclades e Kemet, sceglie la mitologia celtica per schierare orde di miniature su mappe esagonali componibili, e Mombasa, il nuovo giocone spaccarcerveli di Eggertspiele sui commerci in Africa che dopo 3 anni di affinamento (ha vinto il concorso Hippodice Spieleclub nel 2011) sta finalmente per trovare la sua veste definitiva. Ma in termini di complessità, il primo posto va sicuramente al nuovo titolo di Rosenberg, di cui potremo parlarvi solo tra qualche mese, ma (solo per darvi un’idea) possiamo anticiparvi che la durata minima di una partita si attesta sulle tre ore.
E per quanto riguarda i più buffi, sicuramente il primato quest'anno se lo merita il geniale Roberto Fraga con ben due divertenti titoli: Pingo Pingo per la Iello e Spinderella per la Zoch.
Norimberga è stata anche l’occasione per parlare con gli editori nostrani e scoprire quali titoli stanno per essere localizzati in italiano e, soprattutto, quali nuove produzioni vengono proposte ai partner esteri. E vi possiamo già anticipare che le novità sono veramente tante e di qualità: aspettatevi di vedere su molti dei titoloni di questo 2015 la firma di designer italiani. Designer che abbiamo visto più che mai attivi, con valigie cariche di prototipi e (ne siamo certi) più di un contratto firmato.
Nel corso di febbraio pubblicheremo i reportage dei nostri incontri con autori ed editori a Norimberga, intanto vi invitiamo a consultare la galleria fotografica dedicata a questa edizione della Spielwarenmesse e ringraziamo i tanti che ci hanno seguito nel nostro live tweeting in diretta dalla fiera!