Questa settima edizione di PLAY si sta rivelando la più affollata e impegnativa tra le molte cui abbiamo partecipato nel corso degli anni, tante sono le persone che hanno affollato i tavoli dimostrativi e grande è stato l’impegno richiesto al nostro stand per supportare le operazioni di votazione delle migliori novità di questo festival.
Ma in questo mare di giocatori, i nostri valenti redattori sono riusciti comunque a provare tutte (o quasi) le produzioni allestite sui tavoli dagli editori, in modo da offrire a voi tutti le nostre ormai famose “prime impressioni di gioco”!
Anche se ormai questo format è più che consolidato tra i nostri lettori, ricordiamo comunque quali sono i 5 attributi identificati modellizzando le fasi dell’esperienza di chi prova un gioco per la prima volta in una fiera: Aspettative iniziali (cosa so del gioco e con quali speranze l’ho approcciato), Magnetismo del tavolo (quanto sono stato attratto dal suo allestimento sul tavolo), Rapidità di comprensione (quanto è stato semplice entrare nel gioco attraverso la spiegazione del dimostratore), All'atto pratico (come si è rivelata la reale esperienza di gioco), Retrogusto (ovvero, lo compro o non lo compro?).
Ciascun attributo lavora su una scala che va da 1 (poco) a 5 (moltissimo).
Ma ricordate: queste sono solo “impressioni a caldo”! Molti dei titoli qui descritti saranno successivamente trattati con anteprime e recensioni, dove il nostro parere originerà da analisi ben più complete e articolate.
I giochi provati sono moltissimi, li abbiamo divisi in più articoli.
In queste prime impressioni troverete trattati:
Elysium
Indago
Medina
Rings Up
Antike II
Gli Imperi
Elysium (editore Asterion)
Impressioni di gioco di Ivano Franzini
Aspettative Iniziali 5di 5 (se ne parla benissimo, alcuni azzardano la definizione di erede di 7 Wonders)
Magnetismo del tavolo: 5 di 5 (grafica e oggettistica di ottima qualità)
Rapidità di comprensione: 5 di 5 (le regole sono veramente semplici)
All'atto pratico: 4 di 5 (le opzioni sono innumerevoli e possono ingenerare un piccolo spaesamento iniziale)
Retrogusto: 5 di 5 (da rigiocare molte volte)
Sono arrivato a provare questo titolo carico di aspettative e già dal colpo d’occhio ho subito capito che non sarebbero state smentite. Dopo un rapido setup eravamo già pronti per le nostre imprese… o più realisticamente per selezionare le carte da usare per sfruttare al meglio le combo dei vari poteri, oppure alla ricerca del miglior modo per trasferirle nell’Elysium, ovvero alla caccia delle combinazioni di scale e tris più remunerative in termini di punteggio finale. Purtroppo la rapidità con cui si apprendono le meccaniche non è la stessa con la quale possano essere padroneggiate le strategie che sono sì molte e piuttosto variegate ma, almeno dal mio punto di vista, non così ambientate come potrebbe tradire l’immagine dell’insieme dei materiali al tavolo. Comunque, posso tranquillamente affermare che i ragazzi di Space Cowboys hanno tirato fuori l’ennesimo asso dalla manica: per certi versi un po’ furbetto e al limite dell’autoreferenzialità, ma che sicuramente dirà la sua nei mesi a venire.
Indago (editore Cranio Creations)
Impressioni di gioco di Francesco Maltoni
Aspettative iniziali: 4 su 5 (Paolo Mori è ormai una garanzia)
Rapidità di comprensione: 5 su 5 (immediato, come dalle attese)
Magnetismo del tavolo: 4 su 5 (metà del regolamento lo si intuisce al solo sguardo)
All’atto pratico: 4 su 5 (più profondo di quanto possa sembrare)
Retrogusto: 3 su 5 (da giocare in sostituzione del solito party game)
Paolo Mori, che in fiera ha stupito tutti con la presentazione-scoop alle nostre telecamere dell’edizione italiana di Dogs of war, non ha mancato l’appuntamento con Cranio creations, stabilendosi al centro dello stand della casa del teschio per illustrare la sua nuova creatura.
Qui, orbitiamo in zona party game puro, ma già al primo turno emergono sensazioni di profondità. Se giocato con le persone giuste, infatti, “Indago” può far sbellicare dalle risate, oppure potrebbe anche provocare dei litigi. Il principio del gioco è semplice: quanto siamo in grado di giudicare da un‘impressione?
Al centro del tavolo vengono disposte 12 carte che rappresentano delle foto segnaletiche, con caratteristiche somatiche accentuate, dei sospettati. Solo uno tra i giocatori saprà chi di loro è il colpevole. A ogni turno, si estrae una domanda e toccherà al testimone rispondere sì o no in base a quanto riesce a immaginare solo dalla fisionomia del colpevole. Così, se il killer è un afroamericano con le catene d’oro, alla domanda “Va a pesca?”, potremo rispondere certamente di no. Ma se, alla chiamata seguente, ci venisse chiesto “Ha una famiglia numerosa?”, le nostre certezze potrebbero non essere così granitiche. Da uno spunto semplicissimo, possono nascere piacevoli conversazioni che, però, in base alle domande, potrebbero portare anche ad accese discussioni. Spesso, infatti, siamo portati a giudicare dall’appartenenza etnica, dal vestiario o dal taglio di capelli: il gioco semplice di Paolo Mori ci porta a scoprire i nostri pregiudizi. Peccato che ancora non sia in vendita: se ne riparlerà a Lucca, ma a sentire autore ed editori di sta già valutando un’edizione personalizzabile. Il numero dei giocatori è potenzialmente infinito e promette partite veloci, accese e divertenti specie ai gamer meno scafati. Da tenere d’occhio.
Medina (editore HCDistribuzioni)
Impressioni di gioco di Ivano Franzini
Aspettative Iniziali 2di 5 (non lo conoscevo sinceramente)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (nonostante buoni materiali, all’inizio l’occhio cade per forza sul tabellone decisamente spoglio)
Rapidità di comprensione: 3 di 5 (non è difficile, ma necessita di tenere a mente le regole di piazzamento)
All'atto pratico: 4 di 5 (tendenzialmente scorrevole e godibile)
Retrogusto: 4 di 5 (a mio parere uno dei migliori giochi di piazzamento degli ultimi periodi)
Passando di lì per caso, ho notato il dedalo di colorati edifici generato alla fine di una delle precedenti partite e la cosa mi ha spinto a sedermi e a capire come tutto questo poteva essersi generato. Ascoltando la spiegazione delle regole ho constatato con piacere che la genesi tutto era fuorché complicata. Meglio precisare che non avevo il piacere di conoscere Medina nella sua prima incarnazione, questa nuova edizione è proprio un ottimo pretesto per colmare questa lacuna. Generalmente questo tipo di giochi li trovo molto astratti e con meccaniche tendenzialmente pretestuose, che richiedono uno sforzo mnemonico talvolta anche importante. In questo caso però non ho avuto la stessa sensazione e la partita è risultata scorrevole e piacevole. Ho trovato Medina un gioco ben congegnato, solido e originale grazie all’arricchimento delle meccaniche dovuto all’utilizzo delle tessere. Il comparto materiali infine è ben curato, tuttavia una “mise” lievemente più ricca del tabellone secondo me non avrebbe guastato.
Rings Up (editore Oliphante)
Impressioni di gioco di Francesco Maltoni
Aspettative iniziali: 2 su 5 (gioco veloce per famiglie)
Rapidità di comprensione: 5 su 5 (Più semplice di così non si può)
Magnetismo del tavolo: 3 su 5 (anellli e carte? Strano abbastanza da attirarci…)
All’atto pratico: 3 su 5 (velocità e destrezza alla base di tutto)
Retrogusto: 3 su 5 (da giocare in tanti)
Uno dei tanti nuovi prodotti di Oliphante, casa ormai specializzata nel gaming light e per famiglie, risponde al nome di Rings Up e presente un bel pollicione nell’esterno della scatola con anelli di vari colori impilati. Particolare, non c’è che dire. Nella scatola, oltre ad anelli verdi, rossi, blu e gialli si trova anche un mazzo di carte. Molto semplicemente, il setup richiede di sistemare gli anellini in colori diversi dall’indice al mignolo, e pescare una carta, che indicherà l’ordine in base al quale dovremo redistribuire i nostri anelli sul pollice della stessa mano. In ogni carta, i vari colori sono distribuiti in forme e dimensioni differenti, al cui interno si trova un numero dall’1 al 7, che indicherà l’ordine esatto in cui dovremo disporre gli anelli sul primo dito. Vince la carta chi riesce a completare l’opera nel minor tempo: quando il mazzo di carte si esaurisce, si calcola il vincitore in base al maggior numero di carte raccolte. Divertente e molto rapido questo titolo della casa di Milano: l’ideale per trascorrere qualche minuto divertente coi propri figli o nipoti, anche al di sotto dei 6 anni.
Antike II (editore Cranio Creations)
Impressioni di gioco di Ivano Franzini
Aspettative Iniziali 5di 5 (non credo siano necessarie spiegazioni quando si nomina Mac Gerdts)
Magnetismo del tavolo: 5 di 5 (la mappa e i componenti sono chiari e dettagliati)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (la spiegazione è un po’ articolata, ma basta la prima volta per padroneggiare bene il turno)
All'atto pratico: 5 di 5 (siamo ai massimi livelli di fluidità e scorrevolezza….si gioca da solo)
Retrogusto: 5 di 5 (acquisto sicuro)
Credo che non servano troppi preamboli per giustificare il motivo per il quale ho deciso di sedermi a quel tavolo, nonostante la lunga attesa. Quando anche Mac Gerdts “ottimizza” uno dei suoi capolavori, andarlo a provare è quasi un atto di fede. Ovviamente non si tratta di interventi che stravolgono l’essenza dell’originale, ma “muovono” comunque alcuni parametri che alla fine rendono se possibile le azioni ancora più equilibrate. Al solito, l’estrema scorrevolezza del turno rende il titolo veramente godibile, ma ovviamente per arrivare alla fine, e per lo più vincitori, è tutto un altro paio di maniche. Non fatico a credere che troverà numerosi apprezzatori, anche tra coloro che posseggono la versione precedente.
Gli imperi (working title)
Impressioni di gioco di Francesco Maltoni
Aspettative iniziali: 4 su 5 (dopo Zhanguo ci si aspetta molto dal duo)
Rapidità di comprensione: 3 su 5 (il gioco sembra ben suddiviso ma gli elementi sono tanti)
Magnetismo del tavolo: 4 su 5 (la mappa dell’Europa più il Medio Oriente attira sempre)
All’atto pratico: 3 su 5 (c’è più guerra che nel predecessore)
Retrogusto: 4 su 5 (Profonda curiosità di vederlo finito…)
Non paghi del successo di Zahnguo, che ha debuttato a Modena Play con l’ormai solito seguito di curiosi e appassionati, Stefania Niccolini e Marco Canetta sono già al lavoro su un nuovo titolo, già in gestazione per il 2016. Ancora una volta, la loro creatura ci porta molto indietro nel tempo, ma questa volta rimanendo più vicino del’estremo Oriente. I vari giocatori, infatti, rappresentano le civiltà di alcuni millenni prima di cristo, come Assiri, Greci, Babilonesi e così via. Scopo del gioco, è quello di far prosperare la propria civiltà cercando di favorire gli dei e, insieme, sottomettendo i nemici. Un po’ Mac Gerdts, un po’ Cyclades, un po’ 7 Wonders, ma c’è anche molto timbro personale: i due autori italiani si mettono alla prova con un’ambientazione molto frequente e meccaniche collaudate. Ma quello che stupisce, a prima vista di questo nuovo prodotto in embrione, è la profondità e, soprattutto, la promessa di una maggiore interazione: non c’è che dire, se questo è il primo assaggio di cosa ci aspetterà nell’anno a venire, non possiamo che sperare per il meglio. Al momento, il titolo – che non ha ancora un nome definitivo – non ha un distributore ufficiale, ma papà e mamma assicurano che i contatti sono avviati…non resta che aspettare, fiduciosi.