Durante Lucca Comics & Games 2015, abbiamo ovviamente seguito anche la conferenza di uno dei Guest of Honor di questa edizione del festival. Vediamo se indovinate di chi si tratta: è un illustratore, i suoi disegni spiccano su più di duecento giochi diversi, ed è infine approdato a sviluppare un suo gioco proprio con le Leggende di Andor, grande successo internazionale. Se siete dei giocatori avrete sicuramente già capito: stiamo infatti parlando di Michael Menzel, le cui opere sono state esposte in una mostra proprio a Lucca Games, nello spazio antistante la Sala Ingellis…
“Come è iniziata la sua carriera nel mondo dei giochi da tavolo?”, è la prima domanda del moderatore dell’incontro (Fabrizio Paoli). Un rapido confabulare con il suo traduttore, e Menzel risponde che ha iniziato assolutamente per caso: lui lavorava per un’azienda nell’industria dei videogiochi, e conosceva Klaus Teuber, il famoso autore di Catan. In un momento di difficoltà della sua azienda, trovatosi con scarso lavoro, Menzel ha chiesto al suo vecchio amico se ci fosse qualche possibile progetto a cui partecipare, ed è tornato a casa con l’incarico di illustrare un piccolo gioco di carte, Manga Manga. Era il 2004, e Menzel aveva appena scoperto quello che sarebbe stato il lavoro dei suoi sogni.
Menzel considera però Jambo come la sua svolta nella carriera. I primi lavori erano tutti in stile cartoon, e smaniava dalla voglia di dimostrare che sapeva fare altro. Con Jambo ne ha avuto per la prima volta la possibilità. Menzel è però anche famoso per la sua particolare poliedricità, evidente soprattutto all’inizio della sua carriera, quando, per mettersi in mostra il più possibile, accettava qualsiasi tipo di lavoro, il che lo portava a sperimentare nuove tecniche in continuazione.
Il lavoro sui giochi l’ha portato a sua volta ad essere un giocatore; all’inizio si trattava semplicemente di provare i giochi che doveva illustrare, ma da qui si è scatenata una nuova passione. Reputa molto importante per il suo lavoro provare i giochi da illustrare. Tutta la grafica deve essere al servizio del gioco, simboli compresi. Inoltre, ogni gioco contiene un elemento di originalità che lo contraddistingue dagli altri (…forse qui il buon Menzel pecca un po’ di ottimismo), il che deve essere il punto focale per l’illustratore: un qualcosa da sfruttare per caratterizzare l’opera e al contempo da mettere in mostra il più possibile. Poi, ovviamente, ci sono esigenze particolari: ad esempio, se un gioco comporta una sfida di destrezza, come ad esempio prendere per primo una carta, allora è evidente che la grafica deve essere immediata e leggibile, anche nei caratteri utilizzati.
Se dovesse indicare un gioco preferito degli ultimi tempi, con un pizzico di autoreferenzialità cita I pilastri della terra (illustrato per l’appunto da lui). Un’ottima ambientazione ben resa, regole eleganti, e una curva di crescita dei punti esponenziale, dove nelle prime fasi si fanno pochi punti ma nelle ultime se ne fanno parecchi tutti insieme. Uno sviluppo del gioco un po’ drammatico, che al tavolo crea tensione (e, scherza, talvolta pure diverbi con i suoi amici).
La discussione approda, come c’era da attendersi, alle Leggende di Andor. Era il 2012, e Menzel, che è un grande fan di tutto ciò che è fantasy, stava provando a giocare con il figlio ai vari giochi da tavolo del Signore degli Anelli, trovandoli però troppo complessi. Per nulla sconfortati, i due si sono rimboccati le maniche ed insieme, durante le vacanze, hanno costruito il proprio gioco. Dopo un necessario lavoro di limatura, le Leggende di Andor era abbastanza maturo per essere portato ai distributori, che l’hanno ricevuto con entusiasmo. Secondo Menzel, un motivo per cui ha avuto tanto successo è proprio la sua genesi: lui e suo figlio non hanno mai pensato ad un specifico target, o un marketing preciso, ma hanno pensato solo a creare qualcosa che potesse divertirli.
In maniera piuttosto particolare, ma anche simpatica, l’apporto della famiglia di Menzel alle Leggende di Andor non è stato limitato al figlio… Infatti la moglie, Stefanie, ha sempre avuto l’ambizione di diventare una scrittrice fantasy, quindi quando Menzel si è trovato nella necessità di inventare l’ambientazione di Andor, lei ha collaborato molto, proponendo e rifininendo gli eccessi originali (come i nomi improbabili che venivano dati inizialmente a luoghi e mostri). Alla fine, le Leggende di Andor ha aiutato a realizzare anche il suo sogno, visto che è da poco stato pubblicato il primo romanzo a firma di Stefanie Schmitt dedicato ad Andor!
Tra le domande del pubblico, ne spicca una circa il sito ufficiale del gioco, che viene ritenuto molto utile per la quantità di materiale che vi è pubblicato. In effetti, sin dalla prima edizione, Menzel ha voluto inserire nel gioco della carte bianche per poter creare le proprie leggende. In molti ci si sono cimentati, alcuni con grande impegno e corredando il tutto di nuove illustrazioni, ad esempio, ed alla fine raccogliendo queste varie opere sono arrivati ad averne oltre cento sul sito, liberamente scaricabili!
Arriva l’inevitabile (ed attesa) domanda sui progetti futuri. Le leggende di Andor, come sembra sia la norma nel mondo del fantasy, è nato come trilogia, anche se sono stati attenti a creare comunque un primo capitolo completo, nel caso le cose non fossero andate così bene. Poiché invece il successo c’è stato, il secondo capitolo è uscito e ora siamo in attesa del terzo, quello conclusivo. Uscirà sicuramente, quando non ci è ancora dato saperlo: Menzel dice che ormai le aspettative sono molto alte, quindi non vuole dare una scadenza precisa al progetto; semplicemente uscirà quando sarà pronto.
Un’altra domanda interessante verte sul suo rapporto con gli autori dei giochi che illustra: c’è un rapporto diretto? Un costante scambio di feedback? In realtà, ci dice, lui lavora a stretto contatto non con l’autore ma con l’editore, che è il coordinatore di tutto il progetto e può apportare modifiche su tutti i fronti. E’ evidente che alla fine anche la soddisfazione dell’autore (e la propria) per lui sono importanti, ma nell’ambito lavorativo deve rispondere all’editore.
Sviluppando le Leggende di Andor il rapporto con l’editore è stato particolare, visto che lui era sia autore che illustratore. Per esempio, ha potuto sbizzarrirsi con il materiale, senza preoccuparsi dei costi per illustrarlo tutto, con piena libertà di creare. I materiali, la grafica, l’impaginazione però sono stati eseguiti da altri designer. Come è ovvio, altissima attenzione è stata posta sulla cover.
Menzel chiude l’incontro dicendosi molto felice di essere a Lucca, ringraziando i presenti alla conferenza, e affermando che aveva capito che qui si sarebbe trovato bene nel momento in cui, appena arrivato, la pizza gli è stata servita da una cameriera in cosplay da Leila.
La foto nell'introduzione dell'articolo è di Lucca Comics & Games