Come tradizionalmente succede, uno dei posti di risalto della Spielwarenmesse 2016 è quello occupato da Giochi Uniti , uno dei principali operatori del settore ludico in Italia. E quale migliore occasione con loro per tirare le somme dell’anno appena passato e delineare le prospettive di quello a venire.
Nonostante i cambiamenti che hanno sancito l’apertura della scorsa annata, l’azienda campana, a detta dell’amministratore Luigi Ricciardi, aveva già le idee chiare idee su come affrontare il 2015, tanto è vero che l’anno si è chiuso per loro con risultati estremamente positivi che comprendono un +25% alla voce “fatturato” e una concomitante crescita per quanto riguarda le produzioni proprietarie. Ciò a riprova che il modello di business funziona sia dal punto di vista editoriale, sia per quanto concerne gli aspetti distributivi e quelli legati alla catena di punti vendita Games Academy.
Uno degli obiettivi del 2015 era per Giochi Uniti l’incremento della presenza sul mass market (supermercati e GDO) e in effetti, ci dice Ricciardi, i risultati dell’inserimento, in questo tipo di mercati, di prodotti quali – ad esempio – Passa la Bomba, Bicchieri Sprint, Carcassonne (anche nella declinazione Star Wars), Coloni di Catan, sono stati più che soddisfacenti. Perciò, nel 2016 si dovrà puntare a rafforzare la presenza in questo settore, sfruttando anche i prodotti proprietari che sono ora sulla rampa di lancio.
Molti di questi, per la verità, erano attesi già per il 2015, tuttavia il cambio del Responsabile della Produzione – ora nella persona di Giuliana Santamaria – ha fisiologicamente rallentato tutto il processo produttivo, ma il 2016 è decisamente ricco di novità.
In merito proprio alla produzione, fa piacere a Ricciardi ricordare come, a fianco alle inevitabili partnership con i fornitori sparsi per il mondo, Giochi Uniti sta tentando di avvalersi anche di molte realtà produttive del napoletano in ottica di promozione e valorizzazione dell’economia locale.
Venendo quindi alle novità in arrivo, in prima fila troviamo sicuramente Guilds (in uscita per la prossima estate), interessante prodotto tutto italiano che vede Christian Giove come autore, in cui da 2 a 4 giocatori dovranno raggiungere per primi determinati obiettivi, dando forma a una gilda sulla propria plancia. La definizione della propria gilda passa per un certo numero di turni diviso in due fasi: la prima è una sfida per l’acquisizione di dei personaggi che frequentano la piazza della città, tramite un’innovativo sistema di asta monetaria, la seconda fase riguarda invece l’acquisto e edificazione delle stanze nei locali della gilda. Il mix di meccaniche sembra molto originale e prevede una gamma di poteri speciali dei personaggi e delle stanze ed estrema variabilità nei setup a seconda del numero dei giocatori, che assicura 45’ di gioco al massimo e partite profondamente diverse tra loro. A detta di Ricciardi, dai playtest è emerso come, nonostante il peso medio delle meccaniche, Guilds è stato molto apprezzato anche da giocatori più hardcore.
Viene poi confermato l’arrivo di tre titoli firmati da Sir Chester Cobblepot che avevamo approfondito lo scorso anno proprio in questi saloni. Parliamo dell’attesa espansione di Lettere da Whitechapel, ovvero Dear Boss che, nonostante i ritardi sulla produzione delle miniature, sta per vedere la luce in versione internazionale, seguito a breve dallo spinoff Whitehall Mistery, gioco separato da Whitechapel anche se ne recupera i meccanismi basilari ma in una nuova sfida in cui saremo alle prese con un nuovo delitto misterioso, stavolta ai piedi di quella che sarà Scotland Yard.
Anche per Kingsport Festival – The card game siamo in dirittura di arrivo. Il gioco è ovviamente la reimplementazione con dadi e carte del gioco originale, che ne condivide l’ambientazione ma che presenta un sistema di gioco decisamente più immediato e approcciabile.
Altra conferma per il 2016 è Dungeon Heroes Manager, il gestionale di Chiarvesio e Zizzi che ci vede prendere i panni di avidi reclutatori di eroi con l’intento di svuotare ricchi dungeon massimizzando i guadagni (ovvero facendo si che dalla missione torni il minor numero di sopravvissuti a cui pagare il salario). Anche questo titolo è prontissimo, l’attesa è dovuta ai ritardi di traduzione da parte di alcuni partner internazionali.
Come non nominare poi Rhein River Trade, previsto per Essen 2016, profondamente rivisto nel sistema di regole rispetto a quanto anticipato 4 anni fa e inoltre reimpostato nella veste grafica. Il gioco, ci dice Ricciardi, non offre una sfida particolarmente complessa, ma risulta comunque interessante per vari motivi, non ultima la relativa “verginità” del tema della logistica in rapporto al mondo dei boardgame. Tra l’altro, aggiungiamo noi, l’interesse per l’ambientazione attorno al Reno, non ha mancato di attirare l’attenzione della stampa tedesca di settore sin dalla primissima presentazione a Essen 2012.
Come se non bastasse, potremo finalmente accogliere la nuova edizione di Kingsburg, il bestseller di Chiarvesio e Iennaco, rivisto nella grafica da disegnatori tutti italiani e che conterrà il gioco base, l’espansione già nota (L’Espansione del Regno), oltre che una del tutto nuova.
A chiudere la carrellata delle uscite 2016, oltre ai già usciti Jungle Brunch e Tesseract, conosceremo Dark Empire Revolution, titolo di carte di concezione e fattura indie, ispirato a un fumetto tedesco che Giochi Uniti ha deciso di localizzare dopo un’attenta e laboriosa fase di revisione.
Allungando un po’ lo sguardo in proiezione 2017, troveremo poi l’espansione di Blue Max con una ricca dotazione di aerei aggiuntivi. L’editore crede fermamente nella validità del prodotto anche se la risposta del mercato è stata altalenante, probabilmente, stando a quanto ci riferisce Ricciardi, per la non chiara focalizzazione sull’aspetto principale del gioco, ovvero la pluralità di modelli. Con l’espansione – ci dice – si cercherà di rendere più espliciti questi aspetti, anche facendo leva su una versione multilingua.
Sul fronte novità, invece, ecco Nord Sud Ovest Est, altro progetto tutto italiano di gioco narrativo da 3 a 7 giocatori, caratterizzato da un sistema di punteggio a votazione e in cui ci si riallaccia reciprocamente sfruttando il racconto degli altri. Questa tipologia di prodotto, osserva Ricciardi, mancava nel catalogo, non tanto per il genere (Giochi Uniti è editore anche di Hobbit Tales), quanto soprattutto per il target di riferimento a cui tenta di rivolgersi (fascia family), palese anche solo dall’aspetto grafico (sebbene ancora non del tutto definitivo).
Curiosa è poi la genesi di 4 Goblin e un Matrimonio, ispirato alle meccaniche di Kragmortha di Walter Obert, ma ritarato per un target di età lievemente più bassa rispetto al predecessore e con grafica e tema rinfrescati. Il titolo, incentrato durante il servizio al matrimonio della principessa dei goblin, ci garantiscono essere più veloce e con minori tempi morti. Stavolta le penitenze la faranno davvero da padrone! Anche questo lavoro sarà pronto nel 2017: mancano solo alcuni dettagli della cover e della mappa.
Passiamo poi a parlare delle localizzazioni: quelle da oltreoceano targate Fantasy Flight (in particolare delle espansioni di Armada, titolo particolarmente apprezzato nel nostro paese) proseguiranno in continuità, così come l’intera partnership con Giochi Uniti per tutto ciò che è attualmente in loro gestione. Sempre sul tema delle localizzazioni, nonostante i festeggiamenti del ventennale di Catan abbiano avuto pochi risvolti in Italia, si può comunque ipotizzare – dice Ricciardi – la localizzazione del Big Box recentemente annunciato in Germania. D’altronde tutta la linea continua a mantenere ottimi riscontri sul mercato nostrano.
La continuità sembra proprio essere il leit motiv che guida dunque le “storiche” localizzazioni di Giochi Uniti: la revisione della grafica della linea di Carcassonne, da parte della della Hans im Gluck, dovrebbe portare a un “reload” anche della versione italiana, così come accaduto per la ripartenza di un altro grande classico come Dominion. La sensazione è comunque che l’accoppiata di nuove produzioni proprietarie di qualità (eventualmente da esportare all’estero), insieme all’allineamento ai trend produttivi esteri per le localizzazioni, possa garantire a Giochi Uniti innanzitutto solidità, ma anche importanti prospettive di crescita aziendale visto che, rivela Ricciardi, il team è già all’opera per allargare i mercati di esportazione delle produzioni originali, con particolare interesse per quello cinese e statunitense.
Tornando in patria, sul tema distribuzioni, Giochi Uniti continuerà a garantire una copertura capillare di tutte le case editrici, cercando, ove possibile, di mantenere la stessa qualità del servizio per tutte le realtà presenti in Italia.
L’altra realtà che caratterizza la casa editrice partenopea è quella della catena di negozi Games Academy. Ci rivela l’amministratore che nel 2015 i punti vendita sono aumentati notevolmente e il trend si stima equivalente anche per l’anno in ingresso. All’atto pratico, la rete di franchising rimane ancora l’unico network di gioco specializzato, anche se altre realtà stanno tentando timidamente di entrare in questo mercato, ma ancora con numeri non paragonabili. Tale situazione si pone in assoluta controtendenza rispetto alle vicende che segnavano i destini dei negozi di giochi specializzati già solo 5 anni fa. Ovviamente, questo succede perché la catena di franchising è basata su tutta una serie di servizi per facilitare l’operatività dei singoli punti vendita e per aiutare i loro titolari a individuare i più adeguati mix di prodotti ed evitare che essi vadano in difficoltà. Presa nella sua interezza, inoltre, la rete di negozi offre grande valore aggiunto con la sua densità e pervasività sul territorio, sia dal punto di vista del marketing, sia da quello del gioco organizzato e del supporto alle comunità che vi gravitano attorno, raccogliendo feedback altamente positivi da parte dei giocatori che popolano regolarmente gli eventi torneistici di ogni tipo, anche quelli organizzati da altre case editrici.
E’ questo, secondo Ricciardi, il vero valore differenziante dei negozi fisici rispetto agli e-commerce, l’aspetto su cui lavorare per valorizzarli invece che imporre diktat, come sta avvenendo negli Stati Uniti, sulle politiche di distribuzione verso gli shop online che, tra l’altro, sono difficilmente monitorabili. Questi ultimi però, chiosa Ricciardi, invece che limitarsi a compiere mere battaglie di prezzo, dovrebbero investire di più nella qualità del servizio (intesa come intera esperienza di acquisto), garantendo minori tempi di consegna e maggiori garanzie agli acquirenti.
La chiacchierata purtroppo si conclude qui per esaurimento del tempo a disposizione, ma comunque ci lascia una piacevolissima sensazione. L’annata a venire, infatti, si prospetta per Giochi Uniti sorprendentemente interessante: potremo godere di un nutrito gruppo novità (sia dal punto di vista delle produzioni locali originali, sia per quanto riguarda le linee di prodotto già consolidate) sul fronte editoriale; ma non possono che farci piacere anche le evidenti riconferme riguardo i temi della distribuzione e del supporto al franchising della Games Academy, i quali finora hanno contribuito a rendere l’azienda partenopea, uno dei principali player del mercato ludico italiano.
Intervista raccolta a Norimberga da Massimiliano Calimera