Come ormai da tradizione, ci ritroviamo alla Spielwarenmesse di Norimberga a fare una chiacchierata con Red Glove per delineare assieme le caratteristiche che segneranno l’annata ludica alle porte.
Insomma, cosa ci offrirà il 2016 del guanto rosso?
A raccontarcelo troviamo Simona Lombardo, responsabile commerciale della casa editrice…
Prima di parlarne, è opportuno tirare assieme a loro le somme del recente passato. Il 2015 per l’editore toscano è stato un anno di consolidamento: il pubblico ha iniziato a comprendere veramente e ad apprezzare la scelta operata in termini di uniformità di linea e di “riconoscibilità” del brand, nonostante nel 2014 – alla partenza del percorso di uniformazione del layout dei prodotti – ci furono opinioni contrastanti. Tutto ciò si è tradotto in eccellenti risultati nella vendita dei titoli di punta: Vudù ha ormai superato le 12 mila copie vendute solo in Italia e anche le sue espansioni stanno andando ottimamente (Ninja vs Pigmei era esaurita già a Lucca Games 2015 e ce ne sarà una nuova in programma per il 2016); Rush and Bash e Neko In stanno ottenendo pure ottimi riscontri. Il primo di questi, tra l’altro, è già alla seconda tiratura, caratterizzato da una ristampa migliorata nella realizzazione della fustella e con piccole ottimizzazioni del regolamento. Sempre per Rush and Bash è inoltre iniziata anche la diffusione estera con un’edizione multilingua (anche questa già in seconda ristampa in qualche paese). La spinta identitaria e l’investimento fatto sul gruppo di design e sviluppo interno all’azienda si stanno rivelando quindi delle scelte vincenti: il successo di Rush and Bash nel 2015 rappresenta la prova provata che la strada intrapresa è quella giusta.
Venendo al 2016, l’annata porterà diverse novità, sia dal punto di vista editoriale ma anche da quello della direzione aziendale rispetto al mercato. Le nuove uscite saranno focalizzate sulla linea family e su quella junior per la prima parte dell’anno mentre, nella seconda si tornerà a produrre anche sulla gamma light.
La prima di queste uscite – prevista auspicabilmente per Play 2016 – si colloca nella fascia family e rappresenta un piccolo esordio per il guanto rosso. Si tratta infatti di Jungle Book, un titolo di storytelling di Marco Valtriani, reputato interessante soprattutto per una fascia di età comprese tra 8 e 10 anni. Secondo Red Glove, mancava infatti un esponente di questo genere che potesse essere goduto appieno dai ragazzi di quell’età, senza necessariamente dover comprendere la supervisione degli adulti. La chiave per raggiungere questo obiettivo, secondo l’azienda toscana, è quella di mantenere quanto più possibile un sistema di valutazione oggettivo nello svolgimento della partita e nell’assegnazione del punteggio. Nel gioco, ognuno avrà in mano delle carte con oggetti e altre con delle missioni. Queste ultime tracciano l’inizio e la conclusione delle stesse con delle brevi frasi. Lo scopo del giocatore attivo sarà quello di creare la storia nel mezzo, utilizzando tre degli oggetti raffigurati in un tabellone centrale. Se gli oggetti scelti corrispondono alle carte possedute dagli altri giocatori, il narratore avrà un bonus per il completamento della missione (che sarà risolta al superamento di un certo valore con un tiro di dado), ma il possessore della carta guadagnerà un punto a fine partita. Il tabellone rappresenta il mondo dove ci si sposta nella storia e si risolvono le missioni, e inoltre serve a ospitare gli antagonisti e gli aiutanti che, muovendosi anche loro casualmente nelle varie location raffigurate, offriranno malus o bonus al completamento delle missioni ivi svolte.
Il gioco prevede una modalità semplice (in cui gli oggetti utilizzati si tolgono dal gioco per il resto della partita) e completa (senza eliminazione degli oggetti), mentre l’ambientazione è quella de Il libro della jungla – indiscusso classico della letteratura per ragazzi – e quindi non nel mondo di Baruffus, tuttavia conserverà una certa coerenza nello stile grafico e illustrativo e avrà una ricca dotazione di belle pedine in legno finemente sagomate.
Le novità proseguono con vari giochi di carte molto immediati, sui quali spicca senz’altro Zoom Out, un gioco di Martin Andersen che definiremmo “caleidoscopico”, illustrato da Guido Favaro (il cui stile artistico qui si è concretizzato in piena libertà e senza mediazioni dovute a particolari tematiche) e nel quale i partecipanti dovranno, a turno, giocare carte secondo un ordine dimensionale crescente delle figure rappresentate. Sulle carte infatti troveremo immagini che spazieranno dalle pulci ai pianeti e, inoltre, sarà presente il rospo che potrà intervenire con il photobombing per resettare la situazione e ricominciare la partita dalla carta preferita del giocatore di turno. Per questo titolo, l’uscita dovrebbe essere molto prossima, insieme al restyling di tutta la nuova linea di giochi di carte (in cui torneranno Pizzeria Italia e Aia Gaia), che verranno presentati in nuovi formati (le nuove scatole, per intenderci, avranno dimensioni simili a quelle di The Resistance).
Per continuare troviamo Temple Run (il titolo è ancora provvisorio) che è sostanzialmente una sfida alla caccia di una gemma in un tempio maledetto. Anche questo sarà un gioco di carte con piccoli accessori che arricchirà la linea light. La sua particolarità è il fatto che ogni giocatore, per giungere alla gemma, dovrà affrontare un percorso composto da 9 carte, ciascuna da superare con degli specifici oggetti. Questi possono essere in possesso degli avversari che potranno decidere di cederli o meno, oppure anche di fingere di averli per poi invece affibbiare malus. Il tutto insomma in un turbinio di alleanze, scambi di favori e bluff. Anche questo lavoro, nonostante ancora in fase semi prototipale, è previsto per la prossima primavera.
Allargando l’orizzonte alla seconda metà dell’anno, invece, le idee in casa Red Glove sono ancora in via di definizione, nonostante lo scorso anno nella stessa sede, fossero stati fatti annunci più che succulenti.
La linea dei draghi, ad esempio, è ancora in attesa di una finestra di uscita ritenuta adatta dall’editore che ancora non reputa maturi i tempi per il lancio di questa famiglia di prodotti sicuramente insolita per il portafoglio dell’azienda. Percorso simile anche per Nemici della Terra, su cui si stanno concludendo gli ultimi affinamenti dal punto di vista del regolamento e, ovviamente, si è alla fervida ricerca del momento giusto per l’uscita, magari in una fiera che copre anche il tema fumetto (possibilmente la prossima Lucca Comics and Games).
Sul capitolo espansioni, oltre alla già citata novità per Vudù, alla prossima Play farà capolino anche quelle Rush and Bash, la cui struttura (a meno di piccoli dettagli) dovrebbe essere la stessa che abbiamo visionato in anteprima alla festa al Castello di Red Glove: in piena filosofia videoludica le corse si spostano sulle piste ghiacciate!
Ulteriori prototipi sono inoltre in lavorazione e magari qualche prodotto nuovo vedrà luce poco prima di Natale, ma è ancora troppo presto per parlarne.
Prima di concludere l’intervista, cogliamo l’occasione per intavolare una breve riflessione che scaturisce dal confronto con un paio di realtà ludiche in Germania – sotto certi punti di vista simili all’editore toscano – che appaiono in controtendenza rispetto alle scelte di Red Glove.
In primis, la HABA sembra stia cominciando ad ammorbidire la sua posizione riguardo l’uniformità dei suoi prodotti: ha infatti cominciato a far uscire giochi dal target più family e soprattutto a sperimentare altre colorazioni delle scatole. Il paragone, secondo Red Glove, regge fino a un certo punto. Infatti l’editore toscano ha prodotti che, pur rispettando la coerenza del brand, conservano ciascuno una propria forte identità e sono quindi molto meno uniformi di quelli Haba. Inoltre, quella che doveva configurarsi come una rivoluzione dello stile da parte dell’editore tedesco, si sta rivelando invece essere un approccio molto più graduale, tanto è vero che in Italia continuano ad essere distribuite principalmente le famose scatole gialle.
Cambiando tematica, Red Glove sembra possedere prodotti già strutturalmente pronti per la grande distribuzione: sono percepibili come brand e sono altamente riconoscibili. Inoltre notiamo che spesso non presentano il nome dell’autore sulla copertina della scatola, perché “quella che viene venduta è l’immagine e la linea di prodotti”, ci dice Simona. Al contrario, fa scalpore la decisione di Hasbro Germania, la quale ha cominciato a vendere nei supermercati giochi d’autore per bambini, esplicitando sulla scatola le firme autoriali più famose (la prima è quella di Reiner Knizia). Anche se i due comportamenti sembrano andare in direzioni contrastanti, secondo Red Glove, esiste una chiave di lettura che va oltre questa apparente distonia. In sostanza, entrambi i comportamenti scaturiscono dal sempre più pronunciato sdoganamento del nostro hobby preferito verso un pubblico più ampio, basti pensare al recente coinvolgimento dei giochi Red Glove nella fiction Tutto Può Succedere di Rai Uno; quindi, se da un lato gli editori specializzati si stanno mostrando (almeno potenzialmente) pronti per l’esordio nella GDO, dall’altro, i colossi che già spopolano negli scaffali dei supermercati provano esperimenti atti a diversificare la loro offerta. In questo ambito, anche riportare il nome di un autore famoso può essere un ottimo escamotage per cavalcare il momento storico che vede diventare di tendenza molti aspetti del mondo “nerd”.
Servirebbe molto più tempo per snocciolare tematiche così articolate, ma purtroppo il nostro è finito e dunque, a malincuore, siamo costretti a chiudere qua questa interessantissima intervista. Non rimane che attendere per i prossimi mesi le novità targate Red Glove e sperare che, magari tra poco tempo, possa svelarsi qualche ulteriore sorpresa sul loro coloratissimo mondo.
Intervista raccolta a Norimberga da Massimiliano Calimera