Seconda raccolta di prime impressioni da PLAY 2016. Oltre ai giochi da tavolo non sono mancate le prove su strada dei giochi di ruolo (qui ne troverete uno), anche se la nostra attenzione è stata rivolta principalmente verso i nuovi sistemi di gioco, e in questa sede di manuali “core” se ne sono visti pochi. L’attività ruolistica comunque non è mancata a PLAY, l’organizzazione ci fa sapere di aver messo a sedere e ruolare più di 1200 persone: un segnale importante per gli editori che potrebbero pensare di rivedere il loro programma di uscite in previsione della prossima edizione.
Di seguito troverete le impressioni di gioco di:
– Above and below
– Flick ‘em up
– Il Trono di Mortadella
– Raccontami una Storia
– Real life Superhero/Real life Villain
Above and below (editore: dvGiochi)
Impressioni di gioco di: Enrico Procacci
Genere: Gioco da tavolo
Aspettative iniziali: 5 di 5 (elementi narrativi? Yeeeh!)
Magnetismo del tavolo: 5 di 5 (grafica pucciosa il giusto, pochi elementi ma ben caratterizzati)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (di fatto un worker placement piuttosto semplice)
All'atto pratico: 4 di 5 (la partita è filata liscia liscia)
Retrogusto: 3 di 5 (per ora non l’ho comprato, anche se…)
Pucciosità ed elementi narrativi: un mix perfetto che non ha mai mancato di attirarmi, anche se più di qualche volta ha tradito le mie aspettative.
Rapido spiega-spiega, e si parte! Ognuno ha i suoi abitanti e le sue monetine, con cui dovrà metter su un villaggio da far invidia a tutto il circondario. Un ottimo modo per acquisire risorse e costruire gli edifici migliori è quello di andare ad esplorare le caverne sottostanti il villaggio, un vero e proprio mondo sotterraneo con buffi (e meno buffi) abitanti.
L’elemento narrativo è proprio nell’esplorazione: per effettuare l’azione si estrae casualmente il numero di un paragrafo che vi sarà letto da un altro giocatore. I paragrafi contengono una breve descrizione, che serve a darvi indizi sulla posta in gioco, e una scelta con due o tre opzioni. Quasi ogni scelta è corredata da una difficoltà: la difficoltà vi viene letta, la ricompensa no. Usando gli indizi spesso non è difficile immaginarla (se derubo l’anziano signore guadagnerò monete e perderò reputazione), ma c’è anche qualche trabocchetto qua e là da evitare con cura (magari l’anziano si rivela essere un mostro).
L’elemento narrativo, in sostanza, si limita ad essere un (relativamente) nutrito numero di incontri casuali, senza alcuna consequenzialità. Nulla di così diverso, per dire, dalle carte degli incontri di Arkham Horror, che tra l’altro hanno anche una divisione in aree tematiche.
Il gioco diverte, ed è probabilmente un buon, se non ottimo, gateway. Nella nostra demo però il lato narrativo ha mostrato in breve tempo tutte le sue limitazioni, portando allo scoperto lo scheletro da worker placement solido ma ad alta aleatorietà.
Flick ‘em up (editore: Z-Man’s Games / Ghenos Games)
Impressioni di gioco di: Marco Signore
Genere: Gioco da tavolo
Aspettative iniziali: 4 di 5 (spara ai cattivi in punta di dito!)
Magnetismo del tavolo: 4 di 5 (il set di un Western con meeples ed edifici)
Rapidità di comprensione: 5 di 5 (regole assolutamente semplici)
All'atto pratico: 5 di 5 (divertente e coinvolgente)
Retrogusto: 5 di 5 (acquistato subito)
“Questa città è troppo piccola per tutti e due, meeple bianco!”. Già, una città in cartoncino pressato come nei set dei film Western, e due bande di Meeples rivali con tanto di cappelli che si sfidano all’ultimo sangue tra cactus e vecchi barili: questo è Flick’em up, che qui a PLAY è stato presentato in inglese, ma che uscirà in italiano prima dell’estate. Le regole sono semplici: muovi con tiri a punta di dito, e spari con tiri a punta di dito: se colpisci l’avversario col proiettile e lo butti a terra, gli fai un danno. Il gioco include diversi scenari che prevedono interazioni con gli elementi (barili, casse, edifici), ma essenzialmente è un gioco di abilità divertente ed ambientato, che è certamente adatto a tutte le età; e la soddisfazione di vederli cadere come birilli quando spari con la tua Colt a dito non è assolutamente da sottovalutare.
Anche se ho provato un solo scenario a PLAY, Flick’em up mi è piaciuto tantissimo e non ho avuto pazienza di aspettare la versione in italiano per comprarlo, Appena possibile punto a provarlo anche in tanti, la scatola dice che supporta fino a 10 pistoleri!
Il Trono di Mortadella (editore: Cosplayou)
Impressioni di gioco di: Marco Signore
Genere: Gioco da tavolo
Aspettative iniziali: 3 di 5 (sapevo che era una delle novità di PLAY ma non lo conoscevo)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (dadi e segnalini)
Rapidità di comprensione: 5 di 5 (regole semplicissime e ben spiegate dal dimostratore)
All'atto pratico: 3 di 5 (un interessante filler)
Retrogusto: 3 di 5 (E’ un buon filler con bluff, quindi non rientrava nelle mie mire )
Il Trono di Mortadella nasce da un’iniziativa editoriale volta a creare un gioco semplice anche per giocatori occasionali e che potesse funzionare anche come “souvenir” della città di Bologna. Si tratta di un gioco di ruoli nascosti, ciascuno dei quali deve accumulare un determinato numero di risorse tramite tiri di dadi. Le risorse sono di quattro tipi (popolo, torri, libri e mortadella), ma i dadi presentano anche due simboli “da attacco”: il vino, per colpire un giocatore avversario, e la peste che invece attacca tutti incluso chi la usa. Nel proprio turno ogni giocatore tira 5 dadi, ne sceglie tre da usare (per raccogliere risorse) e gli altri li “Passa” all’avversario alla sua sinistra, ed il primo giocatore a soddisfare i requisiti del proprio ruolo vince. La nostra partita è durata meno di 20 minuti ed è stata piena di incidenti (nel gioco è possibile “invocare” la peste con risultati di grande strage tra la popolazione della città), e forse la vittoria di uno dei giocatori è giunta sin troppo improvvisa. Il gioco mi è sembrato decisamente semplice, certamente può essere apprezzato da giocatori occasionali, oppure può funzionare come “filler” per i giocatori più smaliziati. Quindi, anche se non brilla per originalità, mi pare che raggiunga bene il suo target.
Raccontami una Storia (editore: Pendragon Games Studio / Sir Chester Cobblepot)
Impressioni di gioco di: Ivano Franzini
Aspettative iniziali: 5 di 5 (dal racconto dell’autore ne ho avuto una egregia impressione)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (sono solo carte, seppur molto colorate)
Rapidità di comprensione: 5 di 5 (veramente a portata di tutti)
All'atto pratico: 4 di 5 (va comunque usata un po’ di creatività per vederlo rendere al massimo)
Retrogusto: 4 di 5 (vorrei riprovarlo)
Avevo già avuto modo di approfondire direttamente con l’autore molti dettagli su questo interessantissimo titolo e, finalmente, sono riuscito a giocarlo insieme a lui, nella versione che sarà destinata al programma di loyalty realizzato per la Conad.
In pochissimo tempo dal setup mi sono trovato immerso nell’armonioso mondo delle fiabe, sfogliando le pagine della storia e completandone le parti in maniera originale e divertente. Onestamente, in alcuni momenti della partita, ho puntato più a divertirmi optando per l’uso di carte insolite al fine di strappare una risata sul momento, piuttosto che con spunti fecondi dal punto di vista dell’intera storia da sviluppare, ma devo dire che la godibilità non ne ha risentito più di tanto e il gioco mi ha comunque restituito una sensazione decisamente piacevole.
In ogni caso l’aspetto competitivo risulta decisamente in secondo piano, ma prima di “storcere il naso” per questo, è fondamentale tenere bene a mente la tipologia, le finalità e il target di questo gioco.
E’ chiaro come a lungo, con un solo mazzo storia, la longevità possa risentirne ma sappiamo già che molti altri sono in lavorazione, pertanto basterà solo attendere anche l’uscita dell’edizione dedicata alla distribuzione tradizionale.
Real life Superhero/Real life Villain (editore: Mini G4m3s Studio)
Impressioni di gioco di: Eugenio Lauro
Aspettative iniziali: 3 di 5 (Conoscevo l’editore ed il suo stile ma non il gioco)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (Dotazione standard, classica)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (Tecnico ma molto rapido da assimilare per un giocatore abituale)
All'atto pratico: 4 di 5 (Il sistema gira bene, le meccaniche sembrano pochi mirate all’obiettivo)
Retrogusto:3 di 5 (Un gioco da approfondire meglio)
Real life Superhero/Real life Villain esce con etichetta Mini G4m3s Studio ed è un gioco di ruolo completo che ci mette nei panni di persone comuni alle prese con i problemi della società moderna che da un lato possono essere risolti attraverso la giustizia privata, dall’altro con l’abbandono al crimine spinti da debolezze o aspirazioni mancate. Quel “Superhero” nel titolo non tragga in inganno, non ci sono superpoteri in questo gioco, le fonti d’ispirazione vanno ricercate in opere come Kick Ass, la serie tedesca del Clown e la famosa serie del Giustiziere della notte. Parliamo infatti, di persone comuni che la notte vestono panni totalmente diversi e vagano nelle zone più malfamate della città (la sessione che abbiamo giocato era ambientata a Milano) con il desiderio di trovare e rimediare a di torti, o a causarli nel caso si decida di seguire la modalità” villain”. Real life Superhero/Real life Villain offre una modalità di gioco molto classica, con alcuni tecnicismi mirati a trasmette la sensazione di verosimiglianza, ad esempio le hit location e alcune buone trovate come la tabella per la risoluzione delle azioni e il sistema di rotazione del dado (la possibilità di modificare il risultato di un tiro) acquistabile grazie alla spesa di punti extradiegetici (cosa che contrasta con la verosimiglianza ma che non ha dato problemi). Presente una meccaniche di mantenimento dell’equilibrio psichico, componente importante a cui avrei dato più spazio nella demo e forse anche nel gioco in genere, che trasmette l’idea di poter essere applicato anche a stili ed ambientazioni molto diverse con poche o nessuna modifica.
Potete dare un’occhiata più nel dettaglio ai componenti di gioco visionando le foto nella nostra galleria fotografica di PLAY o cliccando sul nome dell’editore per accedere all’album dedicato.