Vi abbiamo già raccontato come quest’ultima Lucca Comics & Games sia risultata molto più vivibile, rispetto agli altri anni, per chiunque fosse partito con il preciso intento di sedersi e giocare (anche se l’impegno per raggiungere le location non è stato poco). Anche se le novità lanciate specificatamente in questa occasione non erano tantissime, ci fa piacere raccontarvi, con la collaudata formula delle impressioni di gioco, alcuni dei titoli che abbiamo toccato con mano a Lucca, ovvero:
– Living Forest
– Mysterium Park
– Pazzaparola
– Stella – Dixit Universe
– Wonderbook
Lo conoscete ormai a menadito, vista la vicinanza delle fiere e dei nostri reportage delle ultime settimane, ma ci sembra comunque utile ripetere come è strutturato il format delle Impressioni di Gioco e quelli che sono i 5 attributi che abbiamo identificato modellizzando le fasi dell’esperienza di chi prova un gioco per la prima volta in una fiera: Aspettative iniziali (cosa so del gioco e con quali speranze l’ho approcciato), Magnetismo del tavolo (quanto sono stato attratto dal suo allestimento sul tavolo), Rapidità di comprensione (quanto è stato semplice entrare nel gioco attraverso la spiegazione del dimostratore),All'atto pratico (come si è rivelata la reale esperienza di gioco), Retrogusto (ovvero, lo compro o non lo compro?).
Ciascun attributo lavora su una scala che va da 1 (poco) a 5 (moltissimo).
Living Forest (editore: GateOnGames)
Impressioni di gioco di: Daniele Silvi
Aspettative iniziali: 2 di 5 (Nemmeno volevo provarlo: da lontano mi sembrava un prodotto già visto mille volte)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (niente di particolare. Attraenti però gli espositori delle fustelle)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (regolamento semplice, tranne per un paio di punti riguardanti una delle condizioni di vittoria)
All'atto pratico: 4 di 5(Mi sono divertito!)
Retrogusto: 4 di 5 (Mi ha sorpreso: rapido e molto vario)
Certe volte l’apparenza inganna. È questo il caso di Living Forest, almeno per quanto mi riguarda. Sono stato letteralmente costretto a provarlo, data la scarsità di tavoli demo presenti in Fiera e visto che stavo facendo la fila per provare un altro gioco. Travolto da un insolito destino tra la folla fieristica di ottobre eccomi quindi seduto davanti ad un tabellone verde di piccole dimensioni, un paio di display di fustelle rappresentanti diversi tipi di alberi e un nutrito mazzo di carte. Il gioco consiste nel calare carte che rappresentano animali che abitano la foresta di cui dovrete collezionare i diversi alberi da disporre nella vostra plancia personale. Un gioco apparentemente ordinario che invece ha rivelato una profondità inaspettata: le carte hanno diversi simboli e le strategie di vittoria sono almeno nove differenti. Ci si può quindi orientare su diversi obiettivi (alberi, fuochi da spegnere, particolari carte, ecc) e al tempo stesso ostacolare gli altri per evitare che compiano prima di noi lo scopo che si sono prefissati. Le meccaniche sono snelle, le carte ben fatte e l’interazione è del giusto peso, senza risultare eccessiva. Insomma veramente un bel gioco che si è lasciato giocare con armonia nonostante al tavolo fossimo cinque sconosciuti.
Mysterium Park (editore: Asmodee Italia)
Impressioni di gioco di: Daniele Silvi
Aspettative iniziali: 4 di 5 (Conosco e amo titoli come Mysterium e Obscurio)
Magnetismo del tavolo: 2 di 5 (Non particolarmente attrattivo)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (regolamento semplice, ma meglio giocarlo)
All'atto pratico: 4 di 5(Collaborativo, quindi per me meno stimolante)
Retrogusto: 3 di 5 (Mi ha lasciato indeciso, possedendo già Mysterium)
Il titolo non mi lasciava dubbi: si sarebbe sicuramente trattato di un'ulteriore declinazione dei giochi “a base” Dixit che aggiungono meccaniche più articolate e – sperabilmente – più complesse. Possedendo già Mysterium e Obscurio sono quindi partito a testa bassa per provare questo nuovo titolo che io considero sostanzialmente appartenente ad una serie. Purtroppo sono rimasto subito deluso dall’aver scoperto che si tratta di un cooperativo che altro scopo non ha che quello di battere il tabellone entro un certo numero di round. Carte e materiali sono sempre di alto livello e ben disegnati, mentre le meccaniche rimangono fondamentalmente quelle di Mysterium in chiave, per l’appunto, collaborativa: i giocatori devono risolvere un crimine commesso nella tenuta di Warwick Manor. Un giocatore assume il ruolo del fantasma che dovrà tentare di rivelare il colpevole del suo omicidio ad una squadra di medium, tramite l’uso di “visioni” rappresentate dalle belle carte. Un gioco che si è rivelato più snello e veloce rispetto al suo predecessore e che quindi ha l’innegabile pregio di risultare più spendibile anche in serate meno impegnative. Mi sono divertito come sempre con questo tipo di giochi ma devo ammettere che l’aspetto cooperativo, per i miei gusti, si è rivelato un passo indietro. Lo stimolo a collaborare per battere sul tempo il tabellone l’ho trovato ben poca cosa rispetto alla voglia di vincere sugli altri giocatori come accade in Mysterium. Tuttavia le ridotte dimensioni, la velocità del gioco e il mantenere in ogni caso il sapore investigativo che lo contraddistingue mi hanno lasciato molto indeciso sull’acquistarlo oppure no. Sicuramente un gioco ben fatto.
Pazzaparola (editore: GateOnGames)
Impressioni di gioco di: Daniele Silvi
Aspettative iniziali: 3 di 5 (Nelle botti piccole di solito c’è il vino buono…)
Magnetismo del tavolo: 2 di 5 (Si tratta di un mazzo di carte raffiguranti ciascuna una lettera)
Rapidità di comprensione: 5 di 5 (Pochissime regole. Meccanica semplice)
All'atto pratico: 3 di 5(Semplice e veloce,ma ho avuto l’impressione di dovermi accontentare di quello che mi capitava in mano)
Retrogusto: 3 di 5 (Vorrei riprovarlo in un altro contesto)
Un gioco veloce e dalle ridotte dimensioni fa sempre piacere averlo nella propria ludoteca personale e così mi sono avvicinato a questo titolo dopo aver adocchiato le carte che raffiguravano le lettere dell’alfabeto un po’ alla “Scarabeo”. Abbiamo giocato in tre, cercando di comporre una parola il più lunga e remunerativa possibile che aderisse ad un tema deciso all’inizio dalla pesca di una carta. Il gioco si svolge fondamentalmente con un draft, durante il quale si cerca di scegliere le lettere che meglio potrebbero servirci per calare sul tavolo una parola coerente col tema scelto. In realtà quello che è successo nella nostra partita è che praticamente ci si è accontentatidi quello che è passato tra le mani, cercando di minimizzare i punti negativi dati dalle lettere che non si intendeva utilizzare. Del resto nella concitazione della fiera questo è perfettamente normale. Per il resto va comunque riconosciuto che il gioco è creativo e costringe ad uno sforzo compositivo per escogitare le parole più redditizie in termini di lettere difficili da utilizzare (esattamente come in “Scarabeo”). Ha sicuramente dei meriti, tra cui quello di essere veloce e adatto a gruppi di neofiti. Mi è sembrato adatto anche a feste e serate un po’ più “rumorose”.
Stella – Dixit Universe (editore: Asmodee)
Impressioni di gioco di: Daniele Silvi
Aspettative iniziali: 4 di 5 (Dixit è sempre una garanzia per me)
Magnetismo del tavolo: 4 di 5 (Lavagnette, pennarelli e le bellissime carte)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (Ormai ci si muove su strutture consolidate)
All'atto pratico: 3 di 5 (Mi aspettavo di più.)
Retrogusto: 2 di 5 (Sicuramente da riprovare, perchè ho delle perplessità sulla effettiva giocabilità)
Un aggettivo che contraddistingue Dixit (e tutte le sue manifestazioni) è “colorato”. Quindi nessun dubbio, il gioco ha un appeal decisamente cospicuo. Mi sono seduto al tavolo dell’area demo con un mio amico e altre tre persone incontrate per caso. Un altro pregio di questa serie di giochi è che permettono di essere a proprio agio anche con sconosciuti e fare amicizia in pochi minuti. Dunque ci siamo dotati ciascuno di una plancia plastificata e di un pennarello e abbiamo disposto una griglia di 3×5 carte Dixit al centro del tavolo. La plancia personale riproduce la griglia di carte e all’inizio di ciascun turno viene pescata casualmente da un apposito mazzo una carta che reca scritta una parola, che sarà il tema di quel round. Ciascuno deve quindi segnare con una X in segreto le carte che – secondo lui – hanno attinenza con quel tema. Quando tutti hanno fatto si verificano le corrispondenze e si assegnano punti a seconda di quanti giocatori hanno indicato le nostre stesse carte. Sinceramente mi aspettavo di più: dopo i primi due round il gioco è entrato in una modalità piuttosto sbrigativa che ha portato tutti a saltare le fasi prescritte dal regolamento per limitarsi a chiedere quanti avessero indicato questa o quella carta. Insomma alla fine, una volta presa la mano con la meccanica, il tutto si è ridotto all’osso, in parte snaturando la cornice prevista e in parte rivelando un po’ crudamente l’ossatura di base. Anche indicare le carte sulla propria plancia ha creato qualche problema perché non si riesce bene a nascondere le proprie intenzioni, un piccolo schermo avrebbe sicuramente aiutato (io ho utilizzato il coperchio della scatola ad esempio). Alla fine mi è rimasto il sapore di una partita a Dixit a tema, con le lavagnette al posto dei token per il voto. Sicuramente un prodotto curato e adatto a serate leggere ma, all’atto pratico, niente di particolarmente nuovo sotto il sole. Da rigiocare: una sola partita nel contesto della fiera non mi ha permesso di valutarlo attentamente come avrei voluto…
Wonder Book (editore: dV Games)
Impressioni di gioco di: Daniele Silvi
Aspettative iniziali: 4 di 5 (sapevo solo che c’era di mezzo un pop-up book…e questo mi bastava!)
Magnetismo del tavolo: 5 di 5 (anche se apparecchiato su un misero tavolino faceva la sua gran bella figura)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (si spiega giocandolo)
All'atto pratico: 3 di 5 (la demo della fiera mi è sembrata davvero troppo sempliciotta)
Retrogusto: 4 di 5 (l’ho comprato ma ho qualche dubbio sulla longevità e anche sul costo)
Wonder Book è senza dubbio un prodotto originale ed è per questo che lo sono subito andato a cercare una volta giunto – faticosamente – a Lucca Comics and Games 2021. Gli spazi ristretti e sacrificati della Fiera di questa edizione non hanno risparmiato nessuno e anche questo bel gioco è stato relegato a due tavolini alti ma dalle dimensioni minimali. Un po’ come ammucchiare l’argenteria di casa in un cassetto del tavolino. Delusione e anche un po’ di pena, onestamente. Per fortuna il gioco è più solido della logistica che lo “supporta” (si fa per dire) e riesce a sopravvivere anche alle avversità. Si gioca al massimo in 4 (ma anche da soli) e si deve portare avanti un’avventura, narrata da carte scenario, in un mondo fantastico ove torreggia un albero gigantesco che… fuoriesce come pop-up 3D dalle pagine del libro/tabellone che costituisce l’anima centrale del gioco. Nessuno spoiler: la prima cosa che si farà, una volta aperta la scatola del gioco, sarà mettere al centro del tavolo il libro ed aprirlo! Intorno ad esso molte sorprese vi attendono e la vostra esplorazione è destinata a durare per 6 scenari (tanti sono quelli contenuti). Bello, colorato e coinvolgente, giocare anche solo la semplice demo mi ha subito convinto a comprarlo. Certamente un titolo medio/leggero, adatto anche ai più piccoli, ma che stimolerà la curiosità di tutti. Del resto “non ha mai fatto male a nessuno leggere un libro” [La Mummia].